11/07/2016 di Redazione

Da Facebook a Twitter, gli hacker di Zuckerberg puniscono Dorsey

OurMine, il gruppo di sabotatori che aveva intercettato l’account di Mark Zuckerberg, questa volta se la prende con il Ceo della piattaforma di microblogging. L’operazione è partita da Vine, l’app di condivisione video, per poi arrivare al profilo Twitter

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Alla lista delle vittime illustri degli hacker, dove già svettavano i numeri uno di Facebook e Google, cioè Mark Zuckerberg e Sundar Pichai, si aggiunge Jack Dorsey. L’amministratore delegato di Twitter ha subìto il classico sabotaggio con sbeffeggio sul suo account del sito di microblogging: a colpire è stato il medesimo gruppo di hacker, OurMine, colpevole dell’attacco a Zuckerberg di un mese fa.

OurMine si autodefinisce come un team di esperti di sicurezza, specializzato nello scoprire punti di debolezza all’interno di siti Internet e pagine di social media. Il gruppo ha anche un suo profilo Twitter, o meglio ce l’aveva prima dell’opportuna sospensione dell’account da parte dei gestori della piattaforma.

Quando a New York erano quasi le tre di notte, sul profilo Twitter di Dorsey è apparsa la scritta “Hey, siamo OurMine, stiamo testando la vostra sicurezza”, seguita da un rimando al sito Internet del gruppo, in cui si vendono alcuni servizi come il controllo della sicurezza e la ricerca di vulnerabilità in profili di social media e siti Web aziendali. Più che di un boicottaggio fine a se stesso, si è trattato dunque di una manovra pubblicitaria ben congegnata.

 

 

Gli hacker hanno, inoltre, pubblicato un video attraverso Vine, l’applicazione che permette di creare dei clip filmati e di condividerli sui social network. È probabile quini che l’infiltrazione sia partita dal profilo Vine di Jack Dorsey, sfruttato poi per pubblicare sul sito dell’uccellino azzurro. Ma questo non sminuisce la figuraccia, perché da quattro anni Vine appartiene proprio a Twitter.

 

 

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