29/11/2017 di Redazione

Da Samsung chip più evoluti e batterie “lampo” per telefoni e auto

L'azienda dei Galaxy ha avviato la produzione di massa della seconda generazione di chip a 10 nanometri: garantiranno incrementi di velocità ed efficienza energetica. Si lavora, intanto, su prototipi di batterie basate su sfere di grafene e capaci di rica

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La corsa degli smartphone nel 2018 procederà in doppia direzione: i grandi marchi, Samsung in testa, sforneranno modelli più potenti dal punto di vista delle prestazioni ma anche meno avidi di consumi di batteria. La società sudcoreana ha annunciato di aver iniziato la produzione di massa di nuovi chip con fabbricazione FinFet a10 nanometri, diversi dalla prima generazione perché capaci di incrementare del 10% le performance dei dispositivi rispetto ai livelli del Galaxy S8 e di ridurre del 15% il consumo energetico. Nominalmente, questa seconda generazione si distinguerà per la sigla Lpp (Low Power Plus), mentre la prima era identificata come Lpe Low Power Early).

Miniaturizzazione a parte, il metodo di fabbricazione resta sostanzialmente invariato ma il risultato finale per Samsung è stata una riduzione dei tempi necessari per passare dalla fase dello sviluppo alla produzione di massa. Per l'utente, invece, i vantaggi saranno i già citati incrementi di velocità, potenza e autonomia energetica dei dispositivi. Ovvero, innanzitutto, il prossimo modello di punta Galaxy S9 ed S9 Plus, per la cui presentazione in anteprima si dovrà attendere, forse, solo poche settimane se fossero attendibili i rumors sul Ces di Las Vegas.

La proposta di una seconda generazione di chip a 10 nm è parsa a molti come un modo per prendere tempo. Per Samsung e per il mercato il vero salto tecnologico sarà rappresentato dai processori a 7 nm, su cui l'azienda sta lavorando e per la cui fabbricazione si utilizzerà la litografia a raggi ultravioletti. I nanometri però non sono l'unica variante che determina il grado di evoluzione dei chip, come Intel ha avuto modo di rimarcare, considerando che la densità dei transistor logici dipende anche da altri elementi. Samsung ha anche annunciato il potenziamento della capacità produttiva della fabbrica di Hwaseong: l'incremento riguarda la linea di manifattura S3, quella che attualmente sforna i prodotti a 10 nanometri e quella da cui usciranno anche i futuri chip a 7 nanometri,

In tema di evoluzione tecnologica, l'azienda in questi giorni ha fatto parlare di sé per un articolo comparso su Nature, in cui si descrive un nuovo tipo di batteria basata su sfere di grafene capaci di abbattere i tempi di ricarica: bastano 12 minuti, infatti, per ripristinare completamente la carica degli ioni di litio. L'invenzione, per cui l'azienda ha già ottenuto il brevetto sia in Corea sia negli Stati Uniti, è frutto del lavoro del Samsung Advanced Institute of Technology.

 

 

Le sfere sono in realtà composte da un assemblamento di grafene e di silice, rivestito da uno strato che funge da elettrodo. Il materiale e la struttura di questi elementi fa sì che si minimizzi la dispersione di energia e consente di realizzare batterie più “dense” (fino al 45% in più rispetto a quelle classiche di ultima generazione) e quindi con maggiore capacità a parità di grandezza. Quando l'invenzione si tradurrà in prodotti commerciabili è presto per dirlo. Questa tecnologia, per ora, è certamente una bella promessa applicabile sia al mondo degli smatphone, sia a quello delle automobili elettriche.

 

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