05/09/2017 di Redazione

Elon Musk preoccupato: l'intelligenza artificiale causerà una guerra

Su Twitter, l'imprenditore di Tesla Motors e Space X ha scritto che la competizione fra Stati porterà allo sviluppo di programmi di intelligenza artificiale sempre più evoluti. Si creeranno tensioni tali da poter scatenare una Terza Guerra Mondiale. E add

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Altro che bombe nucleari della Corea del Nord: per Elon Musk la causa della terza guerra mondiale sarà l'intelligenza artificiale. Il visionario imprenditore quaranteseienne, numero uno di Tesla Motors e di Space X nonché autore del fantascientifico progetto dell'Hyperloon, ha scritto su Twitter che “la competizione degli Stati per ottenere superiorità nell'intelligenza artificiale con tutta probabilità causerà la terza guerra mondiale”. Pur facendo la tara alle forzature di sintesi linguistica imposte da Twitter, l'affermazione suona come un giudizio un po' troppo tranchant. E non sono servite a smorzarlo le spiegazioni pubblicate in seguito da Musk, in cui addirittura immagina che futuri conflitti “potrebbero essere avviati non dai leader di Stato, ma da una della intelligenze artificiali (di Stato, ndr), se essa decidesse che un attacco preventivo fosse la miglior strada verso la vittoria”.

Se non vivessimo in un clima di paura, in balie delle scelte di un dittatore come Kim Jong-un e di un non nazionalista poco amante della diplomazia internazionale come Donald Trump, ci sarebbe forse da sorridere. Così come da sorridere c'è stato quando, qualche settimana fa, la stampa online si è sbizzarrita nel prefigurare una rivoluzione robotica solo perché la chatbot di un programma di intelligenza artificiale nato nei laboratori di Facebook ha dimostrato di avere capacità linguistiche evolute. Ora, invece, il pensiero va alla follia sostenuta dai computer del Dottor Stranamore kubrikiano.

D'altra parte, non è certo risibile l'idea che un algoritmo di intelligenza artificiale possa produrre previsioni e raccomandazioni accurate, su quali siano le probabilità che un dato evento si verifichi, sulle sue conseguenze, sulle strategie d'azione più opportune. In moltissimi ambiti e mercati – dalla finanza al retail, dalla meteorologia alla politica – gli analytics abbinati agli algoritmi stanno influenzando le strategie di aziende e intere nazioni.

Il Ceo di Tesla non è nuovo alle dichiarazioni sul tema dell'Ai, tecnologia (o meglio, insieme di tecnologie e progetti) che lo scorso luglio aveva già avuto modo di definire come “il più grande rischio affrontato dalla nostra civiltà”. Tecnologia che peraltro è alla base dei modelli Tesla con pilota automatico e sempre più lo sarà in futuro, con le vetture driverless. L'imprenditore crede in queste e altre scommesse, al punto di aver avviato mesi fa una misteriosa società, Neuralink, che nei prossimi anni sarà impegnata nella creazione di una interfaccia-uomo macchina evoluta: in sostanza, un modo per fare interagire il cervello direttamente con i computer. Musk dunque è un fautore della ricerca nel campo dell'intelligenza artificiale, ma è anche preoccupato dei suoi utilizzi (incluso quello all'interno dei robot militari autonomi, oggetto di una richiesta di messa al bando inoltrata in agosto all'Onu).

 

Elon Musk (Credits: Instagram)

 

 

Il nuovo cinguettio su Twitter è giunto forse in risposta a recenti di parole di Vladimir Putin, che venerdì scorso durante un incontro con gli studenti di una scuola di Yaroslavl, in Russia, ha detto che gli sviluppi dell'intelligenza artificiale sollevano “opportunità colossali ma anche minacce difficili da predire al momento”. A detta del presidente della Federazione Russa, “chi diventerà leader in questo campo potrà dominare il mondo” e per questo “non è affatto auspicabile che qualcuno ottenga un ruolo di monopolio”. Davanti agli studenti Putin da promesso che la Russia condividerà la propria intelligence in tema di Ai con altre nazioni. Ci sarà da credergli?

 

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