13/01/2016 di Redazione

Google fa il grande passo: nuova divisione per la realtà virtuale

L’indiscrezione ha trovato conferma: Big G ha messo Clay Bavor, ex responsabile dello sviluppo software di prodotti come Gmail, a capo del gruppo che si occuperà di andare oltre il progetto low cost Cardboard. Ma al momento non si conoscono altri dettagli

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Google sarebbe pronta a lanciarsi seriamente nel business della realtà virtuale. Dopo gli esperimenti low cost con la piattaforma e i visori della serie Cardboard, pensati per gli smartphone e per avvicinare la gente al nuovo mondo fatto di pixel, il colosso di Mountain View avrebbe fatto il grande passo: creare una divisione specializzata per lavorare intensamente su questo giovane mercato, provando a recuperare il terreno nei confronti di Facebook e degli Oculus Rift, ormai già disponibili in preordine. Il nuovo responsabile del gruppo, secondo il sito Recode, dovrebbe essere Clay Bavor, ex vice president for product managament e già a capo dello sviluppo di popolari applicazioni come Gmail, Drive e Docs. Le funzioni dismesse da Bavor dovrebbero finire sulle spalle di Diane Greene, potente senior vice president della società, nota anche per essere stata per dieci anni il Ceo di Vmware, azienda che contribuì a fondare nel 1998.

I dettagli filtrati dal gigante californiano sono pochi: al momento, si hanno solo conferme ufficiali che qualcosa bolle in pentola, ma il portavoce della compagnia contattato da Recode non si è spinto oltre. L’obiettivo sembra comunque essere uno solo: fare tesoro dell’esperienza accumulata con il progetto Cardboard e andare oltre. Il dispositivo in cartone per la realtà virtuale di Google ha avuto un discreto successo, soprattutto in ambito scolastico. Ma al momento non è in grado di reggere il confronto con visori molto più avanzati (e costosi, ovviamente) come gli Oculus Rift.

Posta davanti a un bivio, la forza d’urto di Big G si concentrerà quindi molto probabilmente sulla realtà virtuale, lasciando almeno per il momento in decantazione quanto fatto sulla realtà aumentata. Senza però fermare del tutto le macchine. Assorbito il passo falso dei Google Glass, tornati alla fase di gestazione in laboratorio, il gruppo statunitense ha mostrato comunque i muscoli nel settore, investendo per esempio in modo sostanzioso in Magic Leap, startup a stelle e strisce che si occupa proprio di queste tecnologie.

 

Clay Bavor, nuovo capo della divisione realtà virtuale di Google

 

I principali player attivi nel mercato della realtà virtuale fremono, ma il comparto e le tecnologie che lo alimentano sono ancora molto immaturi. Come detto, gli Oculus Rift sono ormai realtà e Microsoft è in procinto di rilasciare i visori Hololens per gli sviluppatori, ma il vero boom del settore è atteso più avanti. La stessa Gartner, che insieme ad altre società di ricerca si era unita in passato al coro entusiastico sulla realtà virtuale, ha di recente smorzato i toni. Non tanto per i visori, quanto per i computer e le console che verranno interfacciati con i dispositivi per la virtual reality.

La società ha infatti previsto che nel 2016, su un totale di circa 1,43 miliardi di Pc utilizzati nel mondo, solo l’un per cento risponederà ai requisiti minimi necessari per garantire un’esperienza soddisfacente. Si tratta di appena 13 milioni di macchine. Il problema principale sarà dato dalle schede grafiche, ancora oggi non in grado di gestire i novanta frame per secondo richiesti dai visori. Anche i Pc ad alte prestazioni si fermano infatti a 30 o a 60 Fps, causando spesso fenomeni di cinetosi e di malessere nelle persone.

 

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