22/08/2017 di Redazione

Il Safety Check di Facebook ora è “permanente”

Il servizio che permette di avvisare i propri contatti in caso di calamità naturali o fatti di sangue è disponibile per la consultazione tramite bottone dedicato, che sarà sempre visibile. L’aggiornamento dell’app avverrà però in modo graduale.

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Da social network pervasivo e tentacolare quale è, Facebook è probabilmente il servizio più adatto per aiutare le persone a rimanere in contatto anche durante le emergenze. Non a caso, da diversi anni la piattaforma creata da Mark Zuckerberg mette a disposizione la funzionalità Safety Check, che si attiva in determinate zone del mondo in caso di catastrofi naturali o di altri fatti di sangue, come gli attacchi terroristici. Il servizio permette agli utenti di inviare una notifica a tutti i propri contatti per comunicare di essere sani e salvi ed è stato utilizzato diverse volte in passato, da Parigi fino alla strage sulle Ramblas di Barcellona della scorsa settimana. Spinto forse proprio da quest’ultimo eccidio e dall’ormai alta frequenza con cui si verificano fatti di questo genere, Facebook ha deciso di rendere permanente il pulsante Safety Check.

Adesso, spiega l’azienda in un post, accedendo al social network da mobile si può individuare un bottone dedicato alla funzione in mezzo ai classici pulsanti degli amici, degli eventi o dei gruppi a cui si è iscritti. Entrando nella sezione si può scoprire quali sono i luoghi dove il Safety Check è stato attivato di recente e ottenere quindi facilmente le informazioni cercate. Il rollout, avvisa Facebook, sarà graduale e verrà esteso un poco alla volta a tutti gli utenti.

Si tratta in sintesi di una vera e propria “bacheca delle catastrofi”, dove sono elencati tutti i fatti più tragici avvenuti nel mondo. L’aspetto che il social network dovrà però tenere sotto controllo sarà l’accuratezza delle segnalazioni ed evitare che vengano inviati falsi allarmi. A giugno l’azienda californiana ha invece avviato un nuovo progetto di condivisione di dati con organizzazioni come Unicef e Croce Rossa per analizzare posizione e spostamenti delle persone in caso di eventi catastrofici, come terremoti o inondazioni.

 

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