07/04/2012 di Redazione

Larry Page, un anno da Ceo con una carezza a Jobs

Il co-fondatore di Google festeggia il primo anno da Ad del colosso di Mountain View e approfitta dell'occasione per criticare aspramente Facebook e chi sta promuovendo la guerra dei brevetti. E difende l'ex numero uno di Apple: non odiava davvero Android

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Larry Page ha festeggiato un anno alla guida di Google da Ceo e ha spento la prima candelina presentandosi a Bloomberg come un simpatico nerd appassionato di tecnologia, convinto che questa possa cambiare il mondo. Parlando degli smartphone ha infatti detto: "ogni volta che ne ho uno nuovo in tasca mi sento come un bambino a Natale".

Larry Page

Page però non ha risparmiato critiche contro Facebook e contro le aziende che stanno guidando la guerra dei brevetti, e ha lodato la sua azienda per gli enormi potenziali che secondo lui saranno presto dimostrati. Non mancano infine note curiose su Steve Jobs e la sua "guerra termonucleare contro Android".

Parlando di Google, Page ritiene che in 15 anni di attività la sua azienda abbia dimostrato che l'importante è fare sempre la cosa migliore per gli utenti, e di saperlo fare. Si è autocongratulato per i passi avanti compiuti e ha concluso che oggi Google è molto più grande di 10 anni fa, quindi ha più risorse per fare le cose. Il successo non è stato gratuito, e di certo non è frutto di una presunta concorrenza sleale verso gli avversari.

La frecciata è senza dubbio rivolta alle aziende che hanno accusato Google di averle fatte chiudere con i suoi servizi aggiuntivi e con i risultati delle ricerche che favorirebbero i propri prodotti al posto di quelli altrui. Peraltro le grane che potrebbero arrivare da questo filone di inchiesta non sono finite: le indagini sono ancora in corso. Page ovviamente non è ingenuo, ha semplicemente cercato di mostrarsi "morbido" verso un argomento spinoso che potrebbe farlo invecchiare anzitempo.

Quando si tirano in ballo argomenti meno pericolosi il ragazzo prodigio non risparmia gli artigli. È il caso di Facebook, di cui ha parlato definendo la politica di esportazione dei dati "del tutto irragionevole". Page si riferisce a una vicenda di fine 2010, quando Google aveva attaccato Facebook perché vietava ai suoi utenti di controllare quali dei loro contatti Gmail erano attivi in Facebook.

Passando poi alla guerra dei brevetti Page è lapidario: "di solito le aziende ci si buttano quando sono verso la fine del loro ciclo di vita o non hanno fiducia nelle loro capacità di competere naturalmente". Chissà come la pensa Apple a riguardo, dato che è stata lei ad aprire le danze contro i produttori Android, per colpire indirettamente Google. 

A proposito di Apple, nella sua chiacchierata con Bloomberg Page ha parlato anche di Jobs, spiegando che il capo di Apple non odiava davvero Android come voleva far credere. Ha raccontato di averlo incontrato saltuariamente per fare qualche chiacchierata e che il suo atteggiamento non era affatto da guerra termonucleare. Anzi, in alcuni casi avrebbe persino dispensato consigli a Google. Secondo Page l'atteggiamento di Jobs era solo un'astuta mossa di marketing e niente di più.

Google ha ancora molto potenziale da dimostrare secondo Page


Queste dichiarazioni, riprese dalla maggior parte dei siti online, sono state categoricamente smentite dal suo biografo Walter Isaacson, che parlando alla Royal Society ha rimarcato la passione genuina di Jobs contro Android e l'ha additata come argomento da non sottovalutare. Non che Isaacson stia accusando Page di avere mentito, si a chiaro. Anzi, fra le righe gli ha dato dell'ingenuo quando ha spiegato che faceva parte del genio di Jobs trattare a volte come migliori amici quelli che considerava i suoi peggiori nemici.

Che Jobs fosse un buon attore non è una novità, forse Page avrebbe dovuto tenerne conto. Del resto era impegnato nella missione difficile di sostituire un ottimo Eric Schmidt e dimostrare finalmente al mondo di saper guidare una potenza internazionale qual è Google senza farla affondare. Il bilancio del primo anno da parte del protagonista è buono: è stata "come l'esperienza del primo utilizzo di Internet".


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