23/02/2012 di Redazione

Microsoft accusa: Motorola uccide il video sul Web

La casa di Redmond avanza alla Commissione Europea una protesta formale contro la società recentemente acquisita da Google: le esorbitanti richieste per l'utilizzo dei brevetti per la riproduzione dei filmati online violerebbero i principi di concorrenza

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Nuovo capitolo nell'intricata guerra di denunce e presunte violazioni di brevetti che in questi mesi ha visto scontrarsi da fronti contrapposti Apple, Microsoft e Google. Questa volta gli strali viaggiano da Redmond e Mountain View, perché la compagnia di Bill Gates ha presentato richiesta all'Antitrust europeo per criticare Motorola Mobility, recentemente acquisita da Google: impedirebbe, di fatto, la riproduzione di video sul Web da parte di dispositivi concorrenti. Come? Pretendendo royalty proibitive per lo sfruttamento dei brevetti utilizzati per lo standard H.264.


L'accusa di Microsoft fa eco a una lamentela già evidenziata da Apple, secondo cui Motorola (e dunque, indirettamente, Google) non rispetterebbe il principio di concorrenza F.R.A.N.D., ossia fair, reasonable, and non-discriminatory. Insomma, facendo leva sui propri brevetti, la compagnia telefonica tenterebbe di mettere a tappeto gli avversari, distorcendo i naturali meccanismi di competizione del mercato.

"Abbiamo preso questa decisione - ha scritto su un blog mercoledì scorso David A. Heiner, rappresentante legale di Microsoft - perché Motorola sta cercando di bloccare le vendite di Pc Windows, della console di gioco Xbox e di altri nostri prodotti". Tutti i dispositivi in grado di riprodurre video sul Web, in sostanza, risulterebbero penalizzati dalle eccessive richieste economiche di Motorola per poter sfruttare i propri brevetti.

La compagnia di Rendmond fa un esempio: per integrare lo standard H.264 su un laptop di fascia media, intorno ai 1.000 dollari, vengono chiamati in ballo circa 2.300 brevetti, di cui 50 di proprietà di Motorola. Quest'ultima per poterli utilizzare pretenderebbe 22,50 dollari, una cifra sproporzionata rispetto ai 2 centesimi necessari per i restanti 2250 brevetti.

La replica di Motorola fa appello al nuovo assetto societario e alla necessità di coinvolgere Google nella eventuale ridefizione dell'accordo di F.R.A.N.D., in precedenza accettato in relazione sia ai brevetti per i video online, sia a quelli per le connessioni WiFi.

Secondo Gemma Goatly, portavoce di Motorola Mobility, le accuse non sono che "semplice tattica nella battaglia dei brevetti che Microsoft porta avanti contro Motorola Mobility fin dall'ottobre 2010". Intanto, la Commissione Europea ha già lanciato un'inchiesta parallela per valutare se Samsung sia o meno colpevole di atteggiamenti simili.

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