09/02/2012 di Redazione

Brevetti: Microsoft e Google fanno marcia indietro

La casa di Redmond annuncia di non voler più utilizzare alcue sue proprietà intellettuali per ostacolare i concorrenti e bloccare le vendite dei prodotti che fanno un uso indebito delle sue licenze. Quella di Mountain View è sulla stessa linea, ma non fa

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Microsoft ha pubblicato una dichiarazione ufficiale in cui si impegna a non fare uso dei brevetti protetti dalla normativa FRAND (Fair Reasonable And Non-Discriminatory terms) per ostacolare la concorrenza. L'azienda di Redmond ha deciso in sostanza di fare fede, d'ora in poi, alle clausole della convenzione internazionale che impongono ai titolari di proprietà intellettuali di carattere essenziale di metterle a disposizione di tutti, concorrenti inclusi, a prezzi di licenza equi e ragionevoli.

La guerra dei brevetti a una svolta?

Il gigante di Redmond si è oltremodo impegnato a rispettare la clausola secondo cui non si può chiedere un'ingiunzione di blocco delle vendite per prodotti che hanno violato licenze essenziali. In questi casi dovrà essere aperto un tavolo di trattativa per la contrattazione delle royalty e si arriverà in tribunale solo nel caso in cui non sia stato possibile raggiungere un accordo.

L'atteggiamento aperto e collaborativo di Microsoft è chiaramente in controtendenza rispetto a quello precedente. Nel giugno scorso la compagnia aveva infatti dichiarato alla US Federal Trade Commission che l'esistenza dell'impegno di offrire licenze a condizioni eque "non dovrebbe precludere al titolare di un brevetto la possibilità di chiedere un provvedimento ingiuntivo o di presentare un ricorso presso la Commissione commercio internazionale solo perché il titolare del brevetto ha assunto l'impegno registrando una licenza FRAND".

L'apertura di oggi sembra indirettamente indirizzata ai produttori di dispositivi Android, oggetto negli ultimi tempi delle "rivendicazioni" economiche (sottoforma di accordi di licensing) di Redmond.

Contestualmente all'annuncio di Microsoft, è stata pubblicata da Google una lettera aperta in cui il colosso di Mountain View ha espresso le stesse intenzioni, precisando però come continuerà ad offrire i brevetti di Motorola Mobility a condizioni eque e ragionevoli dopo aver completato l'acquisizione della società. In questo caso l'intento non espresso è quello di "oliare" l'Antitrust Usa, che sta ancora valutando se dare il benestare all'acquisizione da 12,5 miliardi di dollari del produttore.

La lettera aperta di Google

Google ha approfittato della questione per tirare una frecciata ad Apple, sottolineando come non chiederà royalty superiori al 2,25% del costo netto dei dispositivi che utilizzano i suoi brevetti, avallando indirettamente la richiesta fatta proprio alla casa di Cupertino e rispondendo indirettamente all'interrogazione che la società della Mela ha presentato alla Commissione europea per chiedere lumi su quale debba essere il prezzo equo e ragionevole per le licenze FRAND.


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