23/06/2016 di Redazione

Microsoft Azure segue i dati fin dentro i documenti

La piattaforma cloud di Redmond si arricchirà a breve del nuovo servizio Azure Information Protection, che permette di etichettare i dati a seconda della fonte, del contesto e del contenuto, applicando così in automatico o manualmente precise policy di si

immagine.jpg

Microsoft mette a frutto i soldi spesi lo scorso novembre per rilevare Secure Islands. Il colosso di Redmond ha annunciato il nuovo servizio Azure Information Protection, in anteprima pubblica da luglio e parte integrante della componente Rights Management del proprio cloud, che permetterà ai dipendenti delle aziende clienti di “taggare” i dati a seconda della fonte, del contesto e del contenuto. La classificazione, ha spiegato Dan Plastina di Microsoft, potrà essere anche completamente automatizzata o basata su suggerimenti del sistema. Una volta che l’informazione è stata classificata ed etichettata, la protezione specifica può essere applicata di default sulle basi definite dall’utente.

Ovviamente, la messa in sicurezza del dato non si limita all’ambiente in cui questo è stato generato. In un’era di grandi spostamenti di informazioni, sempre più al difuori del perimetro aziendale e verso piattaforme cloud o mobili, è fondamentale seguire il dato dall’origine alla destinazione. Ecco perché i tag applicati “viaggiano” con le informazioni, indipendentemente da dove esse sono archiviate (in cloud o on-premise), dalle condivisioni con altri utenti o dai dispositivi che vi accedono (iOs, Android o Windows).

Come anticipato dai vertici di Microsoft all’atto dell’acquisizione di Secure Islands, la tecnologia sviluppata dall’azienda israeliana è perfettamente integrabile con la piattaforma di data classification già presente e operativa all’interno di Windows e di Office 365. La cornice di Azure e del suo servizio di Rights Management fa il resto, creando un ambiente perfetto per creare al volo policy di accesso e di “distribuirle” su altre piattaforme, coprendo così i dati da ogni prospettiva con tecnologie crittografiche di tipo “bring your own encryption” (Byoe).

 

 

Ovviamente, gli utenti che creano i documenti da condividere possono tenere traccia delle operazioni eseguite sugli stessi dati, revocando eventualmente l’accesso quando necessario. I dipartimenti It possono poi sfruttare i report e i file di log per monitorare, analizzare e definire nuove strategie sui contenuti condivisi.

A differenza di quanto realizzabile fino a oggi, quindi, la tecnologia derivata da Secure Islands consente di analizzare anche il contenuto dei documenti: una possibilità non prevista dal servizio Rights Management di Azure, che era basato esclusivamente sulle policy definite dall’It o dalle scelte del singolo utente.

 

La nuvola di sicurezza che avvolge le pareti di casa

Azure non protegge solo i dati, ma anche la privacy delle persone fisiche e l’ambiente domestico. Risco Group, azienda specializzata nella commercializzazione di soluzioni di sicurezza e di impianti antifurto basati su cloud. Per portare sul mercato novità che beneficiassero delle opportunità offerte dalla nuvola Risco si è affidata proprio alla piattaforma Azure, la quale rappresenta il cuore della soluzione Smart Home per la domotica e di altri prodotti dell’azienda progettate per il mercato residenziale e per quello commerciale.

Tra questi si trovano per esempio Prosys Plus, sistema di sicurezza studiato per grandi progetti residenziali, commerciali e siti sensibili fino a 512 zone; Lightsys , pensato per le esigenze del mercato residenziale e di attività commerciali di piccole dimensioni, grazie a una piattaforma espandibile fino a un massimo di 50 zone e infine Agility 3, sistema di sicurezza radio bidirezionale per il residenziale e le piccole imprese, con due canali radio indipendenti e antenne separate, uno per gestire e ricevere i segnali d’allarme e l’altro per le immagini.

 

Il sistema di sicurezza Agility 3 di Risco

 

“Siamo in prima linea per offrire soluzioni di ‘trusted cloud’”, ha spiegato Fausto Massa, product manager Azure di Microsoft Italia. Di recente, ha sottolineato Massa, “abbiamo ottimizzato la cifratura dei dati, la segregazione e il controllo degli accessi, introdotto una doppia autenticazione e l’obbligo di tracciatura per l’accesso ai sistemi e garantiamo che ai dati personali dei nostri clienti non possano avvicinarsi terzi non legittimati”.

 

ARTICOLI CORRELATI