14/10/2016 di Redazione

Nuvole affollate: Ibm inaugura lo storage a oggetti in cloud

L’offerta as-a-Service di Big Blue è basata su oltre 400 brevetti e in parte sulla tecnologia di Cleversafe, azienda acquisita nel 2015. La soluzione sfrutta l’innovativa tecnica di slicing dei dati associata a crittografia, erasure coding e geo-dispersio

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L’archiviazione a oggetti arriva sulla nuvola di Ibm. L’azienda ha svelato il suo primo servizio cloud di object storage per la gestione e l’accesso a enormi quantità di informazioni digitali in ambienti ibridi. La nuova offerta as-a-Service è basata su oltre 400 brevetti e in parte sulla tecnologia di Cleversafe, realtà acquisita nel 2015. La piattaforma è in sostanza un repository sulla nuvola sfruttabile soprattutto per due tipologie di contenuti: informazioni a cui non si accede spesso, come i backup, e file singoli ma dal grande peso (in particolare i video). Secondo il vendor la nuova soluzione contribuirà a ridurre i costi dello storage per i clienti del 25 per cento rispetto alle altre offerte attualmente sul mercato. Secureslice, questo il nome della tecnologia derivata da Cleversafe, associa crittografia, erasure coding e geo-dispersione dei dati per maggiore sicurezza, disponibilità, economicità e flessibilità.

In questo modo i clienti possono rispondere ai requisiti di compliance e mantengono l’accesso ai dati critici anche in caso di fuori servizio o disastro di una intera regione geografica, senza alcuna interruzione dell’erogazione. Quando le informazioni entrano nel sistema cloud object storage, la tecnologia sulla nuvola crittografa automaticamente ogni segmento di dati prima che questo sia sottoposto a “erasure coding” e sia geograficamente disperso.

I contenuti possono essere assemblati di nuovo solo con la tecnologia Accesser di Ibm presso il data center principale dell’azienda cliente, dove sono stati originariamente ricevuti: la rimozione della chiave crittografica avviene ancora con Secureslice. Cloud object storage è accessibile sotto forma di due tipologie di offerte pubbliche multitenant. Il primo è il “Servizio Interregionale” (Cross Regional Service), che invia i segmenti dati in almeno tre data center Ibm geograficamente dispersi.

Il secondo si chiama “Servizio Regionale” (Regional Service), che conserva le informazioni in più sale macchine di Big Blue in una singola regione. Entrambi offrono però la tecnologia proprietaria Secureslice e l’erasure coding crittografato. Tutti i nuovi servizi della società statunitense, sia on-premise sia off-premise, supportano le interfacce Amazon S3 e Openstack Swift per una maggiore flessibilità di programmazione.

 

 

Sono 400 le piattaforme storage (proprietarie e non) a cui Ibm aggiungerà funzionalità di cloud ibrido con Spectrum Virtualize. Infine, Spectrum Protect e Spectrum Scale sfruttano capacità di tiering cloud trasparente per estendere l’archiviazione tradizionale sul cloud con semplicità, sicurezza e controllo dettato dalle policy aziendali definite. La nuova soluzione del gruppo è disponibile per i clienti enterprise in Usa ed Europa e arriverà nella regione Asia-Pacifica in dicembre.

Ibm ha annunciato anche un investimento da duecento milioni di dollari destinato alla nuova sede globale di Monaco per il Watson Internet of Things (IoT). Sono state create nuove funzionalità IoT incentrate su blockchain e sulla sicurezza. L’investimento è uno dei più grandi mai effettuati dall’azienda in Europa. Il quartier generale tedesco ospiterà a breve i primi centri di collaborazione IoT cognitivi.

Si tratta di laboratori pratici in cui clienti e partner potranno lavorare insieme a mille ricercatori, ingegneri, sviluppatori ed esperti di business in settori come automotive, elettronica, manufacturing, assistenza sanitaria e assicurazioni. Ad oggi Ibm conta 6.000 clienti a livello mondiale che utilizzano le soluzioni e i servizi Watson IoT.

 

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