05/02/2015 di Redazione

Piattaforme convergenti al rialzo, i vantaggi del “tutto in uno”

Le aziende si stanno muovendo con decisione nel campo delle infrastrutture all-in-one, nate per semplificare la gestione dei data center. Per gli analisti, questo mercato ha già superato i 6 miliardi di dollari di valore ed entro il 2017 i due terzi delle

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Convergenza, prossima big thing nel campo It? Secondo Gartner sì, e il trend sarebbe vistoso già da anni. Giusto per dare qualche numero, gli analisti hanno stimato una crescita del 50% tra il 2013 e il 2014, con un valore di mercato totale di sei miliardi di dollari. Cifre sottostimate, probabilmente, se si guarda ai giri d'affari dei singoli vendor: 2 miliardi di dollari per il solo Vce, società nata come joint-venture fra Cisco ed Emc, poi apertasi anche a Intel e VMware, e 3 miliardi per FlexPod, frutto di un accordo fra Cisco e NetApp.

E cifre destinate a crescere ancora: per Wikibon, entro il 2017 circa i due terzi delle imprese saranno in qualche modo dotati di piattaforme hardware con software, storage e networking integrati. Per questo i principali player, è proprio il caso di dirlo, stanno convergendo sempre più sul settore, che ha ormai dismesso i panni del fratello minore e si sta sviluppando rapidamente.

Ma che cosa c’è di nuovo sotto il cielo delle infrastrutture convergenti? Moltissimo. Emc ha appena annunciato il suo Vspex Blue, dispositivo “tutto in uno” per le aziende di medie dimensioni, nato per riunire in un’unica macchina funzioni di computing, archiviazione, networking e gestione dei data center. Semplificazione e integrazione sono l’obiettivo delle piattaforme convergenti, che vogliono facilitare il management dei dati e offrono spesso soluzioni provenienti da vendor differenti.

Anche Vce ha lanciato il 4 febbraio un altro “pacchetto di servizi”, battezzato in modo abbastanza altisonante come “Foundation for Federation Enterprise Hybrid Cloud”, che integra Nsx, il networking ridefinito dal software di VMware, sul suo prodotto di punta vBlock. Gli utenti ora hanno l’opportunità di scegliere se implementare il vBlock con programmi sviluppati da Cisco o da VMware.

 

 

Ma l’inizio di febbraio fa registrare un’iperattività anche di altre aziende. Dell e FireHost hanno avviato una collaborazione per migliorare la sicurezza dei servizi di cloud privato, soprattutto per quei clienti che devono aderire a norme e standard molto rigidi. L’infrastruttura convergente è composta da tecnologie di computing e da server del colosso texano, insieme all’Nsx di VMware. Per FireHost è il debutto sulla “nuvola” privata, perché l’azienda ha sempre sviluppato soluzioni pubbliche.

Le infrastrutture convergenti, però, sanno ormai di “vecchio” se confrontante con nuove soluzioni rinominate iperconvergenti. I protagonisti in questo campo sono società come Simplivity, Nutanix e Maxta, con componenti tutti realizzati in casa o frutto di collaborazioni molo strette: dagli array di archiviazione su flash al networking definito dal software. “Sono tutte piattaforme che occupano ancora una nicchia del mercato, che sta comunque registrando modeste ma costanti percentuali di crescita”, commenta Eric Hanselman, analista di 451 Research. “Non sono ovviamente la soluzione per tutti i problemi, ma rappresentano una buona alternativa per chi cerca l’estrema semplificazione e una relativa facilità d’utilizzo”.

 

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