17/05/2016 di Redazione

Vodafone Italia sostiene i conti della “casa madre”

L’operatore ha riportato nel nostro Paese ricavi in flessione dello 0,8% per l’anno fiscale 2016, a 5,13 miliardi di euro, ma ha registrato un trend positivo con un quarto trimestre caratterizzato dal segno più. Vittorio Colao, Ceo del gruppo, ha evidenzi

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Se è il trend quello che conta, Vodafone Italia si sta comportando bene, anche se l’anno fiscale chiuso il 31 marzo 2016 ha riportato ancora il segno meno: i ricavi da servizi sono infatti stati 5,13 miliardi di euro, in flessione dello 0,8 per cento rispetto all’anno precedente, ma l’ultimo trimestre ha riportato una crescita del giro d’affari di 1,3 punti percentuali. Si è trattato dei primi tre mesi dall’inizio dell’anno a essere caratterizzati dal segno più, grazie in particolare alla performance nel segmento dei servizi mobili per i clienti consumer. L’Ebitda è inoltre cresciuto del 3,1 per cento anno su anno, toccando quota 2,01 miliardi di euro e proseguendo anch’esso il trend positivo avviato nel corso del primo semestre.

Bene la diffusione del 4G, con un numero di clienti più che raddoppiato nell’anno (6,5 milioni, più 133 per cento anno su anno), che contribuisce a sostenere la crescita nell’utilizzo dei dati (+59%). I ricavi da rete fissa sono saliti dell’1,2 per cento, toccando quota 826 milioni di euro, e i clienti con sottoscrizioni di banda larga fissa sono giunti a due milioni (+9,3%). Il salto in avanti più corposo l’ha comunque vissuto la fibra ottica (più 470% anno su anno), i cui servizi targati Vodafone Italia hanno raggiunto 300mila utenti.

La fibra dell’operatore è oggi disponibile in 276 città e raggiunge circa 8,4 milioni di famiglie e imprese, di cui 3,6 milioni su rete propria. In particolare a Milano, Torino e Bologna, Vodafone ha di recente lanciato il servizio in fibra a 500 Mbps. L’estensione del piano proseguirà grazie anche alla partnership siglata con Enel Open Fiber, per la copertura del territorio nazionale fino a 250 città con collegamenti di tipo Fiber-to-the-home (Ftth).

 

 

A livello globale, invece, la telco ha chiuso l’esercizio con una perdita netta di 3,8 miliardi di sterline, contro l’utile di 5,86 miliardi del 2015, e con ricavi in flessione di tre punti a 40,97 miliardi. Il divario rispetto all’esercizio precedente è stato creato dai costi sostenuti negli ultimi mesi per acquistare nuove frequenze di telefonia mobile in alcuni Paesi, tra cui anche l’Italia (oltre a Germania, India, Turchia e Regno Unito).

Ma non solo: a pesare sui conti dell’operatore anche l’aumento dell’aliquota fiscale e il taglio di attivi fiscali in Lussemburgo, per un totale di 3,2 miliardi di sterline. Il numero uno di Vodafone, Vittorio Colao, ha comunque sottolineato “il ritorno alla crescita organica in termine di ricavi ed Ebitda”, per la prima volta dal 2008 e i primi risultati positivi in termini di fatturato in Europa dal 2010. L’Ebitda del gruppo, sceso del 2,5 per cento, senza contare gli effetti del cambio sarebbe invece cresciuto di 2,7 punti.

 

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