22/04/2015 di Redazione

Yahoo: crollano i profitti, ma si va avanti con il cambiamento

Risultati trimestrali negativi per l’azienda di Marissa Mayer: nel primo quarter gli utili sono crollati dai 311,6 milioni di dollari di un anno prima ad appena 21,1 milioni, mentre il fatturato è calato del 4%. Prosegue il piano di riduzione del personal

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Che cos’hanno in comune Marissa Mayer, Meg Withman e Ginni Rometty? A parte il ruolo di amministratore delegato in grandi multinazionali dell’It e il colore di capelli, l’ingrato compito di traghettare le rispettive aziende verso un futuro finanziariamente più florido, anche a costo di sacrifici. Quelli dei mille dipendenti lasciati a casa nell’ultimo anno da Yahoo, facendo scendere a 11.400 persone (più 830 collaboratori non assunti) la forza lavoro dell’azienda californiana. Che a differenza della dirimpettaia Hp e della newyorkese Ibm attraversa tempi davvero, e non solo moderatamente difficili: nell’ultimo report trimestrale, pubblicato ieri, Yahoo ha registrato un calo del 4% nei ricavi, dagli 1,08 miliardi di dollari del primo quarter del 2014 agli attuali 10,4 miliardi.

Ma l’indicatore drammatico è quello dei profitti trimestrali, crollati del 93% nel confronto anno-su-anno, da 311,6 milioni di dollari ad appena 21,1 milioni. Le spese operative sono invece aumentate del 19%, fino a 1,31 miliardi di dollari.

“Yahoo! è nel mezzo di una trasformazione per tornare a essere grande”, ha dichiarato il Ceo. “Per la prossima fase della nostra trasformazione, ci concentreremo nell’accelerare la crescita dei ricavi, guardando ai margini e ai costi”. L’azienda di Marissa Mayer, cresciuta sotto la sua guida triplicando quasi il valore dei suoi titoli in Borsa (ma il merito è soprattutto di Alibaba, colosso e-commerce cinese di cui Yahoo ha una quota), oggi è ancora sul podio nella vendita di pubblicità online negli Stati Uniti, dopo Google e Facebook. Ma è tallonata da Twitter, che proprio quest’anno potrebbe scavalcarla.

Un altro evento atteso entro la fine del 2015 sarà lo spin-off dei titoli Alibaba, che troppo incidono sul piano fiscale per un’azienda che invece arranca. Proseguirà, stando alle parole dell’amministratore delegato, quella trasformazione che finora ha, sì, comportato il licenziamento di migliaia di persone, ma anche l’assunzione di molti professionisti più giovani. Il cambiamento riguarda anche il modello di business: Yahoo dovrà spostarsi ancor di più (come ha fatto, e molto bene, Facebook) verso il mobile advertising, che oggi frutta 234 milioni di dollari a trimestre e che fra l’inizio del 2014 e l’inizio del 2015 è cresciuto del 61%.

 

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