18/03/2024 di Valentina Bernocco

Gemini, l’AI di Google, potrebbe colonizzare gli iPhone di Apple

Secondo indiscrezioni, Apple starebbe trattando con l’azienda di Mountain View per integrare il modello di intelligenza artificiale generativa in iOS 18. Gemini è già atteso sui Samsung Galaxy.

(Immagine: Apple)

(Immagine: Apple)

L’iPhone si prepara ad accogliere l’intelligenza artificiale generativa. Forse quella di Google, cioè Gemini. Secondo indiscrezioni di Reuters, Apple si sarebbe rivolta prima a OpenAI e poi a Google per trovare un potenziale partner tecnologico per portare in iOS le capacità della GenAI, come la creazione automatizzata di immagini e testi a partire da prompt o l'editing fotografico evoluto. Per il momento nulla di ufficiale, ma quanto riportato dalle “persone informate sui fatti”, se confermato, segnerebbe un cambio di passo per l’azienda di Cupertino, da sempre impegnata a consolidare un ecosistema chiuso di software e applicazioni. 

Secondo rumors di Bloomberg, inoltre, Apple avrebbe discusso anche con OpenAI per il possibile utilizzo di Gpt all’interno di iOS. In ogni caso, nessun accordo sarebbe ancora stato raggiunto né con OpenAI né con Google ed è improbabile che venga annunciato qualcosa a riguardo a breve, prima dell’annuale Worldwide Developers Conference di Apple del mese di giugno.

Contattate da Reuters, le tre aziende non hanno risposto per confermare o smentire. L’indiscrezione è verosimile? Da un lato, si può dare per scontato che l’azienda di Tim Cook stia portando avanti  internamente attività di ricerca e sviluppo sui large language model. Tipicamente i progetti di Apple tendono a rimanere a porte chiuse per più tempo, finché un prodotto o servizio non è stato messo a punto ed è pronto o quasi per la commercializzazione. Lo scorso febbraio Tim Cook ha dichiarato che per Apple l’AI generativa ha un “incredibile potenziale” e che l’azienda sta investendo in modo significativo in quest’area. “Crediamo che sbloccherà opportunità trasformative per gli utenti in fatto di produttività, risoluzione dei problemi e altro ancora”, ha detto il Ceo.

D’altro canto, è verosimile pensare che Apple abbia ancora un gap da colmare rispetto alla concorrenza. L’attuale posizione di leadership di Microsoft e Google nel mercato della GenAI non nasce dal nulla, ma rispettivamente da un importante investimento multimiliardario in OpenAI (sui cui modelli Gpt si basa Copilot) e da decenni di ricerca e sviluppo nel machine learning (usato per esepio in Google Search e Tensor Flow). Oggi Copilot e Gemini rappresentano, insieme a ChatGpt, le applicazioni chatbot di GenAI più evolute e complete, oltre che meglio integrate in ampi ecosistemi di software e servizi. Va detto, inoltre, che Apple e Google hanno già stretto un accordo tecnologico che ha fatto di Google Search il motore di ricerca di default su Safari. 

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Lo scorso gennaio l’azienda di Mountain View e Samsung hanno annunciato l’integrazione di Gemini nei Galaxy S24. Il modello di GenAI più performante e scalabile, Gemini Pro, consente di usare in modi nuovi applicazioni come Note, il registratore vocale e la tastiera, per esempio per ottenere riassunti automatici. Inoltre si può usare l’AI generativa per l’editing fotografico e con la funzione “circle to search” si possono avviare ricerche Web sulla base di immagini o dettagli di immagine. Gemini Nano, il modello “leggero” di Google, permette azioni di intelligenza artificiale direttamente sul dispositivo (senza trasmettere dati al cloud di Google) all’interno dei messaggi.

I prossimi Samsung Galaxy 24 e gli iPhone 16 di Apple saranno, probabilmente, la punta  di diamante di una nuova offerta di dispositivi mobili ottimizzati per e con l’intelligenza artificiale, in arrivo già quest’anno. Gartner li chiama GenAI Smartphone e ipotizza che rappresenteranno il 22% dei modelli di telefono cellulare venduti quest’anno.

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