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Ai, un “bestiario” che può produrre ottimi risultati

Ammagamma ha chiuso il 2021 con un raddoppio nei ricavi e poco meno di 40 nuovi clienti in vari settori. Uno degli obiettivi per il 2022 è rendere più comprensibile ciò che ruota intorno all’intelligenza artificiale e in questa direzione si muove un’iniziativa editoriale con Panini.

Pubblicato il 10 febbraio 2022 da Roberto Bonino

Ormai si può dire che l’intelligenza artificiale si entrata nell’ordinaria gestione di molte attività. In certi casi, gli utenti nemmeno si accorgono che dietro determinate applicazioni si celano motori avanzati che interagiscono con le loro azioni per migliorare una risposta o un servizio. Molto più spesso, pur avendone compreso il potenziale, ci possono essere ancora fattori di complessità che rallentano decisioni di investimento.

Ammagamma ha ben presente entrambi i lati della medaglia e, tirando le somme del biennio di attività portate avanti con questo brand (prima l’azienda si chiamava EnergyWay), fa leva sui lusinghieri risultati raggiunti anche per provare a popolarizzare ciò che ruota attorno al mondo dell’Ai. David Bevilacqua, entrato nella compagine più o meno all’epoca del cambio di denominazione, evidenzia gli elementi che meglio descrivono il processo di crescita in atto: “Abbiamo inserito in azienda 40 nuove figure in due anni, partendo da un organico di 25 persone in tutto. Il 2021 si è chiuso con un raddoppio dei ricavi e un totale di ordini aumentato di 2,5 volte. Da non molto abbiamo aperto una filiale in Israele, partendo da un progetto sulla desalinizzazione delle acque”.

Nel fatturato raggiunto, il 20% deriva ancora dal mondo energetico, dove l’azienda si era focalizzata nella prima parte della propria esistenza e dove sono in essere collaborazioni con aziende come Eni, con data scientist di entrambe le realtà impegnati nell’individuazione delle potenzialità ancora inespresse dell’Ai. I progetti rappresentano la parte preponderante delle attività di Ammagamma, ma un 15% deriva dalle soluzioni messe a punto nell’ultimo periodo. Anagram, in particolare, si occupa di programmare in anticipo le attività relative ai processi di produzione, mentre Aware è una soluzione SaaS per la gestione predittiva del magazzino.

Fabio Ferrari, fondatore e presidente (a sinistra) e David Bevilacqua, Ceo di Ammagamma

Diverse sono le testimonianze di utilizzo di queste soluzioni per il miglioramento di aspetti operativi rilevanti, da Gruppo Colombini (che utilizza Anagram per armonizzare la pianificazione della produzione dei propri elementi di arredo e gli ordini ricevuti dai clienti) a Camst, che opera: “Venivamo dal classico utilizzo di Excel per approvvigionare i nostri 1.100 punti di consegna sul territorio”, ricorda Alberto Ranieri, direttore innovazione e tecnologie. “La complessità era esemplificata dalla presenza di 86mila variabili e 160mila vincoli. Ammagamma ha implementato Aware per creare un flusso di previsione dei fabbisogni e la creazione di un cruscotto unificato per lo stato di avanzamento delle scorte. Abbiamo così ridotto del 14% le giacenze in volume e del 10% in valore”. Anche Tosti, media azienda che produce tecnopolimeri e alluminio, ha fatto leva su Ammagamma “per ridurre i costi e migliorare le risposte per il delivery dei prodotti”, sottolinea il Ceo Ilaria Tosti.

Nei piani di Ammagamma, però, c’è anche la volontà di rendere l’intelligenza artificiale accessibile a tutti: “La stiamo portando nelle scuole, per farla capire anche ai più giovani”, conferma il fondatore e presidente Fabio Ferrari. “Collaboriamo poi con le aziende per costruire programmi di formazione. Lo scopo ultimo è chiarire come ci sia sempre l’uomo al centro dei processi di cambiamento e come i dati vadano utilizzati per finalità civiche e non coercitive”. In questa direzione va un progetto di collaborazione con Unicef, che ha portato a indagare sui pregiudizi inconsci dei ragazzi. Ancor più esplicita è la creazione di un “Bestiario di intelligenza artificiale”, una pubblicazione realizzata in collaborazione con Franco Cosimo Panini Editore, che si fonda sull’idea di associare a concetti tipici dell’Ai animali reali o immaginari e creare associazioni anche visive utili per semplificare un mondo ancora percepito come troppo complesso.

Alberto Ranieri, direttore innovazione e tecnologia di Camst e Ilaria Tosti, Ceo di Tosti

 

Tag: saas, intelligenza artificiale, produzione, gestione magazzino

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