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App di Fintech, l'uso dei dati personali per molti è un mistero

Il 42% dei clienti di Eset utilizza app o piattaforme Fintech gratuite, ma uno su due non sa dire se tali servizi rivendano ad altri i dati personali veicolati.

Pubblicato il 10 marzo 2021 da Redazione

Che fine fanno i dati personali transitanti dalle applicazioni e piattaforme Fintech per i pagamenti digitali? Un fruitore su due di questi servizi non sa rispondere, ma ciononostante continua a usarli. Questo accade, quanto meno, nel campione di diecimila consumatori (residenti in Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Giappone e Brasile) interpellati dalla società di cybersicurezza Eset: nel mondo, il 42% degli utenti non disdegna l'uso di applicazioni o piattaforme FinTech gratuite, ma tra di loro il 50% non sa dire se tali servizi rivendano ad altri i loro dati personali.

Questo è un primo dato sicuramente interessante, che evidenzia (in positivo) la motivazione a usare servizi comodi e gratuiti ma anche (in negativo) la scarsa consapevolezza e i pochi scrupoli di autotutela che i consumatori si pongono. Fra gli intervistati solo il 31% delle persone afferma di leggere i termini e le condizioni di utilizzo di un’applicazione FinTech prima di scaricarla e solo il 29% legge l’informativa sulla privacy. 

Il problema della privacy va a braccetto con quello della sicurezza. Quasi la metà del campione, il 48%, non usa una Vpn e il 42% accede alle app collegandosi da Wi-Fi pubblici. Anche tra i consumatori che si definiscono di livello tecnologico avanzato (uno su cinque), il 31% non fa ricorso a nessun sistema di gestione delle password. 

È interessante notare che tra i consumatori che rientrano nella classificazione “utilizzatore FinTech”, (coloro che utilizzano quattro o più app finanziarie, cioè il 22% del campione) il 93% ha un software di sicurezza installato su alcuni dispositivi. Per chi non rientra in questa categoria (ovvero per chi utilizza da una a tre app FinTech) la percentuale scende all’85%. E questo, suggerisce Eset, potrebbe indicare che i consumatori che fanno largo uso di app finanziarie sono anche più consapevoli e attenti alla sicurezza informatica quando direttamente collegata a questioni di soldi.

“Proteggere i dati sensibili e finanziari dei consumatori non è mai stato così importante”, commenta Ignacio Sbampato, chief business officer di Eset . “Le tecnologie del settore finanziario hanno un ruolo vitale nel percorso di ripresa economica individuale e sociale, ed è fondamentale che le soluzioni di questo segmento e i loro utenti siano adeguatamente protetti. I risultati della nostra ricerca sulle abitudini degli utenti nei confronti della sicurezza rivelano che molte persone potrebbero essere vulnerabili ai rischi informatici ed è nostro compito garantire che le informazioni più preziose degli utenti siano protette con software di sicurezza all’avanguardia”.

 

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