21/08/2015 di Redazione

Brevetti, la “guerra” Apple-Samsung arriva alla Corte Suprema

Il colosso sudcoreano ha avanzato richiesta al massimo tribunale federale Usa per riesaminare il caso: multata inizialmente con un miliardo di dollari per avere presumibilmente copiato tecnologie di Cupertino, l’azienda asiatica si è poi vista ridurre l’a

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L’infinita battaglia legale tra Apple e Samsung potrebbe trovare presto la parola fine. La casa sudcoreana ha infatti deciso di portare il caso di fronte alla Corte Suprema statunitense, che sarà chiamata a decidere una volta per tutte se il produttore dei Galaxy abbia utilizzato o meno in 23 dispositivi alcune tecnologie brevettate da Cupertino senza pagare i corrispettivi oneri. “La questione presenta aspetti di importanza enorme nel contenzioso sui brevetti in ambito di innovazione, soprattutto nell’industria high tech”, ha scritto Samsung nei documenti per l’appello. La situazione attuale è la seguente: il produttore asiatico si è visto infliggere nel 2012 una multa da oltre un miliardo di dollari, ridotta poi a 930 milioni. Lo scorso maggio la Corte d’Appello ha deciso di riconsiderare una parte dell’ammenda, pari a 382 milioni.

La sentenza del tribunale non lasciava comunque spazio a dubbi: secondo i giudici, Samsung è colpevole di aver “imitato” tecnologie come lo zoom e lo scrolling delle pagine, implementandole senza farsi troppi problemi sui propri dispositivi mobili. Ora, lanciando la palla nelle mani della Corte Suprema, Samsung spera di far girare il vento in proprio favore, considerando soprattutto le varie limature alla multa giunte nelle sentenze precedenti.

Secondo il quotidiano San Jose Mercury News, inoltre, il colosso sudcoreano potrebbe essersi trovato dei validi alleati. Pezzi da novanta della Silicon Valley come Google, Facebook ed Hewlett-Packard avrebbero sostenuto l’appello di Samsung, incoraggiando il massimo tribunale federale statunitense a esaminare il caso in tempi brevi. Ma quella ancora in corso non è l’unica grana legale recente per la compagnia asiatica. A maggio 2014 il gruppo è stato condannato a pagare, sempre ad Apple e ancora per i brevetti, altri 119 milioni di dollari.

 

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