01/10/2021 di Redazione

Cloud ibrido e valorizzazione del dato trasformano le banche

Quali tecnologie e approcci alla trasformazione digitale dovrebbero adottare le banche? Ce ne parla Andrea Sinopoli, tech cloud country leader di Oracle Italia.

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Quanto sono importanti i dati nel business delle banche? Moltissimo, almeno quanto lo sono per settori come il commercio, che stanno imparando a raccogliere, scremare e analizzare input di ogni genere sui consumatori. Per il settore bancario, trarre valore dai dati significa poter migliorare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, poter ottimizzare le strategie di marketing, poter definire il pricing corretto e soprattutto significa migliorare la relazione con i clienti e la loro fidelizzazione. Le banche hanno ancora parecchia strada da compiere prima di potersi definire completamente “data-driven”, ma con il ricorso al cloud (e in particolare al modello delle architetture ibride) possono decisamente accelerare in questa direzione. Come approcciare il cambiamento? Meglio una trasformazione drastica e immediata, o la gradualità? Ce ne parla Andrea Sinopoli, tech cloud country leader di Oracle Italia.

 

Andrea Sinopoli, tech cloud country leader di Oracle Italia

 

Le caratteristiche che un partner tecnologico deve avere per accompagnare le banche in questo percorso di trasformazione sono sostanzialmente le tre risposte da dare ad altrettante esigenze:

  • Resilienza e sicurezza: le componenti digitali delle catene del valore sono più resilienti a carichi anomali, cambiamenti di paradigma e a riconfigurazioni repentine. Proteggono maggiormente dalle frodi e sono meno soggette all’errore umano.
  • Innovazione e transizione digitale: modalità nuove e moderne di interagire con clienti, prospect e partner e focus sul lancio di nuovi servizi a valore, sempre più incentrati sul cliente.
  • Efficienza: i processi digitali costano meno e concorrono ad avere un “cost-to-serve” più efficiente; l’automazione di attività a basso valore aggiunto e costose, permette maggiore focalizzazione su elementi differenzianti e distintivi della catena del valore.

È ormai chiaro che l’adozione di modelli cloud è uno tra i principali veicoli per garantire queste caratteristiche. Ma è importante tenere conto di quanto sia stato creato come asset all’interno dei data center dei nostri clienti bancari negli anni. In alcuni casi sono possibili approcci “disruptive”, in molti altri serve accompagnare – sì in maniera accelerata, ma allo stesso tempo graduale e sostenibile – questi percorsi di modernizzazione e cloudificazione. Ecco quindi che l’approccio Hybrid trova un suo valore. Questo è sicuramente in linea con la strategia di Oracle, ed è il modo in cui progettiamo l’apertura delle nostre cloud region. sfruttando sempre più l’automazione per ridurre i tempi di rilascio, e ad esempio la regione che apriremo questo autunno a Milano è pensata già così. 

Le banche non abbandoneranno tutti i loro data center, anche se sicuramente ci sarà una razionalizzazione: la nostra idea è di avere capillarità, con più cloud region vicine ai nostri clienti (per favorire questo approccio ibrido) ovvero un cloud di prossimità, per favorire interconnessione e latenze basse, elementi importanti soprattutto quando parliamo di IT altamente transazionale e di applicazione mission critical e di andare incontro a requisiti regolatori relativi ai dati. Ed è sempre per questo motivo che abbiamo sviluppato una soluzione direi unica sul mercato chiamata “dedicated region cloud@customer”, con cui siamo già in grado di offrire servizi cloud (identici a quelli del cloud pubblico) all’interno dei data center dei nostri clienti; e questo lo vediamo anche come una delle risposte ai temi che stanno emergendo nella Pubblica Amministrazione in ottica di Polo Strategico Nazionale, o cloud nazionale.

Estendendo il concetto di hybrid cloud, crediamo nel paradigma del multicloud, che aiuta i nostri clienti a perseguire un approccio “best of breed” nella scelta del cloud provider, ovvero dar modo al cliente di scegliere il fornitore migliore a seconda della specializzazione sui carichi di lavoro, evitando fenomeni di lock-in. Come Oracle, riteniamo di avere, soprattutto nel banking e nella Pubblica Amministrazione, un ruolo primario su tutta la parte legata al data management e ai carichi mission critical. La valorizzazione del dato è infatti un secondo aspetto chiave, nel mondo bancario ancora più che in altri. Per arrivare a questa valorizzazione serve agire su due fronti che caratterizzano il concetto del cosiddetto IT bi-modale: da una parte aiutare le banche a ridurre il modello di costo e a modernizzare tutto il mondo core/tradizionale, il cosidetto “legacy”; dall’altra, supportare tutta l’innovazione e gli sviluppi applicativi che si traducono in nuovi servizi per i clienti.

In Oracle abbiamo fatto esperienze importanti su entrambi i fronti. Sul primo, per quanto riguarda l’offloading dei dati dai sistemi legacy: un esempio su tutti è il caso del Banco Santander, che è un progetto interessante sia per dimensioni sia per caratteristiche. Questo è il primo step per iniziare ad “aprire” il patrimonio informativo che risiede dentro sistemi legacy sfruttando la flessibilità dei modelli cloud e tecnologie database convergenti, come ad esempio il nostro Autonomous Database. Anche Gartner ha recentemente riconosciuto in ritorno entro i prossimi quattro anni a questo tipo di paradigma. Una tecnologia di gestione del dato avanzata, come il database convergente, aiuta infatti a incamerare grosse moli di dati e a gestire diverse semantiche in maniera naturale, supportate da un’automazione spinta e da motori esperti di AI/ML per la pulizia del dato.

Il secondo aspetto è legato al “new digital” e all’evoluzione delle architetture data-driven che passeranno da “code-centric” a “data centric event-driven”: diventa cioè importante avere tecnologie che aiutino ad applicare il valore dei dati in tempo reale. Anche qui, la flessibilità del cloud e le tecnologie convergenti vengono in aiuto per far parlare in maniera trasparente i due mondi, il core e new digital, con l'obiettivo appunto di estrarre valore dai dati in modo coerente e consistente. In Oracle stiamo investendo nello sviluppo di tecnologie dati e strumenti per rendere i servizi basati su AI/ML sempre più pervasivi nei nuovi modelli di business bancari. Ovviamente, tutto questo ha senso se i partner tecnologici che accompagnano la transizione digitale sono in grado di uscire dal recinto della sperimentazione o della prototipazione per portare i nuovi servizi “a scala”, con i requisiti di livello enterprise (di sicurezza, coerenza, livelli di servizio e performance) tipici di una banca.

 

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