• IL NOSTRO NETWORK:
  • The Innovation Group
  • Technopolis
  • ictBusiness.it
logo
logo
  • News
  • Focus
  • Eccellenze.it
  • Strategie di Canale
  • Ti trovi in:
  • Home Page
  • Focus

Cybersecurity, il problema sta nel manico e Cisco lo evidenzia

Un’invisibile linea separa l’1% delle organizzazioni capaci di proteggersi da tutti le altre. È quella che Wendy Nather, responsabile della consulenza per i Ciso in Cisco, chiama la linea della povertà. Un’indagine del vendor rimarca che i cattivi comportamenti riguardano gli individui e una cultura che si riflette sul lavoro.

Pubblicato il 05 dicembre 2022 da Roberto Bonino

Il 99% delle aziende si trova al di sotto della “linea di povertà” nella cybersecurity. Il concetto è stato coniato, già da diversi anni, da Wendy Nather, responsabile della consulenza per i Ciso in Cisco. L’esperta identifica con questa definizione una sorta di invisibile divisorio fra coloro che sanno come implementare le corrette misure di protezione e quelli che non ne sono capaci.

Quello della “cybersecurity poverty line” è un concetto diffusosi fra gli analisti, tanto che Gartner da un paio d'anni parla di “cyber 1%” per identificare la piccolissima parte di imprese che possiedono risorse, cultura e struttura adatte una postura di eccellenza nella difesa dalle minacce.

Cosa differenzia l’elite dalla massa? Le aziende meglio strutturate investono in tecnologia ma anche in formazione della forza-lavoro, tendono a ridurre il divario culturale interno, sviluppano un Soc interno personalizzato sulla loro realtà, fanno del Ciso un gestore di budget esteso a tutta l’It, diffondono una cultura aziendale sulla cybersecurity, sono economicamente più sane (in qualche modo anche grazie a queste scelte). Il resto dell’universo non innova abbastanza, mantiene gap di competenze interne, esternalizza ma non controlla a dovere, non ha una figura autorevole nel ruolo di responsabilità sul fronte, fa poca formazione.

Non deve destare troppa sorpresa che le aziende italiane stiano in larghissima misura nel 99% al di sotto della linea di povertà. Volando usare un modo di dire gergale, il problema sta nel manico, ovvero nella cultura dell’individuo, che si porta dietro sul luogo di lavoro. A maggior ragione se occupa un ruolo di responsabilità.

Cisco ha realizzato un’indagine focalizzata sui consumatori e sui loro comportamenti nell’utilizzo dei dispositivi personali. In Italia, il 71% degli intervistati ha dichiarato di inviare mail di lavoro dal proprio pc o smartphone e il 56% di condividere documenti aziendali. Trattandosi di dispositivi notoriamente poco protetti, ecco che l’esposizione al rischio, anche per le aziende di appartenenza, aumenta. Non che manchi la consapevolezza di fondo, visto che il 56% ammette di temere che i propri dispositivi personali vengano violati, ma quasi un quinto del campione non ha mai cambiato nemmeno la password del Wi-Fi. Se non altro, tuttavia, l’Italia si trova al primo posto nella regione Emea in termini di adozione dell'autenticazione a più fattori come ulteriore modalità di protezione, oltre alla password.

Visione ed esperienze sul campo

In un mondo dove il lavoro ibrido è la nuova realtà. I confini tra casa e lavoro sono sempre più labili e le abitudini e i comportamenti che le persone hanno nel privato hanno un impatto anche sulla vita lavorativa. Nella visione di Cisco, il contributo riguarda tanto gli aspetti tecnologici quanto quelli legati alla formazione: “La nostra strategia è centrata sui temi caldi e poggia su soluzioni integrate per garantire rapide risposte, protezione delle connessioni e analisi del contesto”, osserva Fabio Florio, business development manager & Innovation Center leader del vendor. “La nostra piattaforma di cybersecurity è scalabile, traccia ogni dispositivo o applicazione, parte da concetti come zero-trust e convergenza Sase fra reti e sicurezza, integra una tecnologia come Talos per la threat intelligence”. La formazione, invece, poggia sul consistente lavoro svolto in questi anni tramite la Networking Academy, che esiste in Italia da 25 anni e ha coinvolto 320mila persone, per un investimento complessivo di 102 milioni di dollari e tremila borse di studio erogate in cinque anni.

Se il panorama complessivo è fosco, non mancano esperienze di avanguardia. È il caso di Sara Assicurazioni, che ha posto l’attenzione sulla prevenzione delle violazioni dei dati e sull’identificazione del rischio informatico, costruendo un’infrastruttura digitale capace di integrare tutti gli stakeholder, quindi non solo i dipendenti interni, ma anche le agenzie distribuite nei 1500 punti vendita sul territorio e i clienti. Dopo aver migrato applicazioni e servizi in cloud, l’azienda si è affidata a Cisco Secure per integrare tutti gli elementi della propria infrastruttura di cybersecurity: “Con l’adozione del modello zero trust, Sara ha aumentato quasi del 20% la propria efficienza”, indica Fabio Panada, security sales engineer di Cisco, “arrivando a intercettare mediamente 400 minacce al mese, analizzando nello stesso periodo cinque milioni di file diversi e bloccando circa mille transazioni”.

Fabio Florio, business development manager e Fabio Panada, security sales engineer di Cisco Italia

 

 

Tag: cybersecurity, Threat Intelligence Service, Rapid Detection & Response, zero trust

CYBERSECURITY

  • Attacchi cloud-based in forte crescita, danni superiori alla media
  • Consigli e previsioni per una migliore cybersicurezza nel 2023
  • Cybersicurezza, si chiude un anno critico per società e aziende
  • Una sicurezza efficace parte dalla visibilità sugli asset
  • Prodotti e servizi Mdr, il mix d’offerta Eset per il mercato midsize

FOCUS

  • Spesa IT aziendale “a prova di recessione” anche nel 2023
  • La cybersecurity preoccupa solo in parte le aziende italiane
  • Al servizio dell’impresa il professionista sempre più digitale
  • Servizi di sicurezza informatica, il 90% passa dai partner
  • Cybersicurezza, le tendenze dell’anno e le strategie da seguire
Seguici:
IctBroadcast

Tweets by ictBusinessIT

Top news
  • Più lette
  • Ultime pubblicate
Cybersicurezza, si chiude un anno critico per società e aziende
Microsoft pronta a spendere 10 miliardi di dollari per OpenAI?
Ericsson prova a voltare pagina con un nuovo presidente
Cominciano i tagli in Amazon, dipendenti sull’attenti
Consigli e previsioni per una migliore cybersicurezza nel 2023
Veicoli connessi, crescita attesa grazie a 5G e guida assistita
Capgemini Italia è guidata da Monia Ferrari, Falleni promosso
Retelit insieme a Irideos, nuovo polo di servizi cloud e telco B2B
Mercato in trasformazione e focus sui servizi per Vertiv
Impresoft Group sceglie il suo Ceo, Alessandro Geraldi
Vertiv ufficializza il passaggio: Albertazzi è il nuovo Ceo
Il cloud moltiplica il valore dei partner Isv di Microsoft
I Mac di Apple potrebbero abbandonare Broadcom
E-commerce, truffe previste in aumento del 20% nel 2023
La data protection fatica ad adattarsi al mondo digitale
Evolvono cultura e competenze sui cloud Pbx dei partner Nfon
Zucchetti acquisisce Piteco e Myrios da Dedagroup
Distributori, Icos compra le attività di cybersecurity di CreaPlus
L’iperconvergenza salta in sella e migliora l’IT
Microsoft, rumors su undicimila licenziamenti previsti
I testi scritti dall’intelligenza artificiale si possono smascherare
Data leak di 500mila indirizzi Libero Mail, ma forse è storia vecchia
Intel, Gelsinger: “Siamo inciampati”, ma si va verso la ripresa
Colpaccio di Fbi ed Europol, hanno “hackerato gli hacker” di Hive
Complessità e incertezza complicano il lavoro del Ciso
La posta di Libero e di Virgilio riparte, i dati sono integri
Sap a metà del guado. Il cloud tira, ma arrivano tagli
Caos Libero Mail e Virgilio Mail, ipotesi di class action. Di chi è la colpa?
Attacchi cloud-based in forte crescita, danni superiori alla media
Europa avanti sul Chips Act, ma serviranno più fondi
Chi siamo
Contatti
Privacy
Informativa Cookie
News
Focus
Eccellenze.it
Strategie di canale
The Innovation Group
Technopolis
indigo logo tig logo
© 2023 The Innovation Group, via Palermo 5, 20121 Milano | P.IVA 06750900968