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Disruption, la crescita aziendale pesa sulle spalle dei manager It

Secondo sette executive su dieci le tecnologie innovative sono sempre più importante per il business: ecco perché i responsabili dei sistemi informatici devono mantenere alto il livello di innovazione. Lo rivela uno studio di Bpi Network, sponsorizzato da Dimension Data, secondo cui cloud, data center e Internet delle cose guidano la nuova “rivoluzione”.

Pubblicato il 31 agosto 2015 da Redazione

Via libera alle nuove tecnologie in azienda, ma che siano realmente disruptive. Solo così si potrà fare della trasformazione digitale un elemento capace di apportare un vantaggio competitivo significativo. Pensiero diffuso tra i responsabili delle organizzazioni, almeno secondo quanto riporta lo studio “Accelerating business transformation through It innovation: Getting the business leader take on the It change mandate”, realizzato da Bpi Network e sponsorizzato da Dimension Data, che ha coinvolto a livello mondiale 250 executive di aziende con cento milioni di dollari di fatturato medio. Se il 70% dei responsabili intervistati ritiene considera la tecnologia “sempre più importante” per il business, meno della metà (47%) valuta alto o molto alto il livello di innovazione dei propri dipartimenti It. Soltanto il 42%, inoltre, pensa che il proprio It stia facendo un buon lavoro per sostenere in modo efficace il lavoro aziendale.

Ma quali sono le metriche utilizzate dal top management per misurare i risvolti pratici delle nuove tecnologie? Il 46% mette ai primi posti affidabilità, scalabilità e sicurezza dell’infrastruttura It, mentre il 38% ritiene importante la capacità dei dipartimenti di apportare idee e soluzioni per migliorare i risultati. Seguono qualità e tempestività nel rilascio delle applicazioni (29%) e la soddisfazione del cliente, relativa però a un’interfaccia di business guidata dalla tecnologia stessa (27%).

Lo studio sponsorizzato da Dimension Data analizza singolarmente anche gli avanzamenti davvero disruptive. In particolare, i manager considerano importanti gli sviluppi delle soluzioni cloud e dei data center. È da queste tecnologie che possono arrivare i benefici maggiori, grazie a più agilità e risposte ai cambiamenti del business (70%), contenimento dei costi (57%) e un time to market migliore (47%). Per quanto riguarda le “sale macchine” aziendali, invece, il 48% degli executive prevede un aggiornamento dei sistemi e il 44% si aspetta una progressiva migrazione a un modello ibrido, che unisca risorse on-premise e su cloud.

Ma non ci sono soltanto “nuvole” e data center moderni. Secondo lo studio esistono poi cinque “transformative technology” capaci di generare vantaggio competitivo: l’Internet delle cose (35%), modelli always on (33%), data mining nei social media (29%), la personalizzazione dei servizi tramite l’analisi dei Big Data (28%) e la proliferazione di dispositivi mobili smart e delle loro applicazioni (26%).

 

Fonte: Bpi Network

 

Ovviamente, avere una chiara visione può aiutare, ma può non essere sufficiente a superare gli ostacoli. L’adozione di nuove tecnologie deve affrontare ancora sfide importanti, come l’ottenimento del supporto per sostenere gli investimenti tecnologici, la riduzione dei rischi legati alla sicurezza delle informazioni e il rinnovo dell’infrastruttura It, necessario per garantire il corretto funzionamento della disruption.

 

Tag: dimension data, ricerca, tecnologie disruptive, Bpi Network

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