18/05/2022 di Redazione

Google in fuga dalla Russia con la dichiarazione di fallimento

In seguito alla confisca dell’account bancario della filiale russa, per quest’ultima è stata presentata istanza di fallimento.

immagine.jpg

Google alza la bandiera bianca, non purtroppo quella che metterebbe fine alla guerra in Ucraina. La società californiana ha presentato istanza di fallimento per la propria filiale russa, formalmente a causa dell’impossibilità di portare avanti le normali operazioni di business. Le autorità governative, ha spiegato l’azienda, hanno confiscato l’account bancario della filiale locale, e di fronte a questa azione di forza non sembrerebbero esserci alternative.

“La confisca dell’account bancario di Google Russia da parte delle autorità russe rende inattuabile il funzionamento del nostro ufficio in Russia, compresi l’ingaggio e il pagamento degli stipendi ai nostri dipendenti residenti nel Paese, il pagamento di fornitori e vendor e la soddisfazione di altri obblighi finanziari”, ha detto un portavoce dell’azienda. "Google Russia ha comunicato la propria intenzione di fare richiesta per bancarotta”.


Gli “altri obblighi finanziari” citati nella dichiarazione comprendono anche la multa inflitta a fine 2021 dal Roskomnadzor, l’autorità garante delle comunicazioni in Russia, per la mancata rimozione di contenuti definiti “illegali”. Una sanzione da 7,2 miliardi di rubli, che corrispondevano a circa 87 milioni di euro a fine 2021 e che ora valgono 106 milioni di euro, cifra in ogni caso non certo impossibile da pagare per un colosso come Alphabet, nonostante la confisca dei beni bancari. Ma una sanzione che forse, sommata alla forza bruta della confisca, alla censura preesistente e alle crescenti tensioni degli ultimi mesi, fornisce a Google una buona opportunità di uscire di scena.

Al pari di molti altri colossi tecnologici statunitensi ed europei, da fine febbraio Google ha dimostrato sostegno all’Ucraina con azioni tecnologiche e commerciali. Per esempio, la sospensione su Maps di funzioni potenzialmente sfruttabili per le operazioni militari, quali la segnalazione del traffico e dell’affollamento dei luoghi. Come si legge nel suo ultimo “ Ads Safety Report”, Google ha anche cercato di contrastare la propaganda bloccando oltre otto milioni di annunci che toccavano temi sensibili e cancellando contenuti da una sessantina di siti Web finanziati dal governo russo.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI