14/01/2020 di Redazione

Google schiera i suoi supporter nella battaglia contro Oracle

La società di Mountain View ha presentato alla Corte Suprema degli Stati Uniti un documento che evidenzia il supporto di Mozilla, Medium, Cloudera, Reddit e altre aziende nella causa legale riguardante il libero utilizzo di Java all’interno di Android.

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Android dev’essere libero di utilizzare le tecnologie che gli servono, e che sono essenziali per il suo funzionamento: Google ribadisce la propria idea all’interno della battaglia legale con Oracle sulla sulla questione dei diritti di utilizzo del codice Java all’interno del sistema operativo per smartphone. Una battaglia che si trascina praticamente da un decennio, quando Oracle fece causa alla società di Mountain View per lo scippo di proprietà intellettuale subìto, a suo dire. Google veniva accusata di aver usato indebitamente parti del codice di Java per realizzare la piattaforma Android. Avendo speso nel 2010 ben 7,4 miliardi di dollari per acquisire Sun Microsystems, la società sviluppatrice di Java, Oracle non era disposta a chiudere un occhio ma anzi pretendeva un risarcimento miliardario.

Mentre la sentenza di primo grado nel 2016 si era espressa a favore di Google, due anni dopo la Us Court of Appeals del Circuito Federale aveva ribaltato la sentenza. La società del gruppo Alphabet si era dunque rivolta alla Corte Suprema degli Stati Uniti, ribadendo le proprie ragioni e cioè che porre dei limiti nell’uso di tecnologie come Java, ormai indispensabili per il funzionamento di molti software, avrebbe un “impatto di vasta portata sull’innovazione in tutto il mercato dei computer”.

Il copyright ostacola o difende l’innovazione?
Questa posizione è stata ribadita ora, nei giorni di inizio gennaio, in vista della sentenza della Corte Suprema, attesa nel mese di marzo. Il rappresentante legale di Google, Kent Walker, ha argomentato che “le interfacce aperte fra i programmi sono i mattoni costruttivi di molti servizi e prodotti utilizzati al giorno d’oggi, così come di tecnologie ancora da immaginare. Una vittoria di Oracle capovolgerebbe il modo in cui l’industria tecnologica ha da sempre affrontato l’importante questione delle interfacce software. Per la prima volta, verrebbe garantito ai titolari di diritti di copyright un potere di monopolio che ostacolerebbe la creazione di nuove implementazioni e applicazioni, e renderebbe più difficile e costosa per gli sviluppatori e per le startup la creazione di prodotti”.

Oracle, naturalmente, è di parere opposto. Un portavoce ha sarcasticamente rimarcato che “anche se Google preferirebbe vivere in un mondo libero dai diritti sulla proprietà intellettuale, nel mondo reale il copyright è una essenziale protezione e un incentivo all’innovazione. Per Java, Oracle offre numerose opzioni di licenza”. Dunque nessun vincolo alla libertà e all’innovazione, l’importante è pagare.

In attesa di capire come andrà a finire, questa settimana Google ha presentato alla Corte un documento legale in cui Mozilla, Medium, Cloudera, Reddit e altre società tecnologiche offrono supporto al suo punto di vista. Nel documento si dice, per esempio (come riporta Zdnet), che la precedente sentenza del 2018 soffocherebbe l’innovazione e la concorrenza, “privilegiando i potenti incumbent, creando artificiose barriere all’ingresso di nuovi player e scoraggiando lo sviluppo di nuovo software”. Nel testo, inoltre, si sfodera un’argomentazione basata su similitudine: negli anni, le piattaforme di e-commerce hanno tutte, chi più chi meno, introdotto innovazioni prese in prestito dalla concorrenza, tant’è che oggi i siti di shopping online sono similissimi tra loro dal punto di vista della struttura e del funzionamento. Per il software dovrebbe essere possibile la stessa cosa, almeno dal punto di vista di Google.

 

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