19/10/2022 di Redazione

Hevolus prova a coniugare metaverso e customer experience

L’azienda di Molfetta da sempre si occupa di tecnologie avanzate e oggi propone con hVerse una piattaforma che consente di creare metaversi proprietari. Prospettive e obiettivi nelle parole del co-fondatore Antonio Squeo.

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Di intelligenza artificiale e realtà aumentata Hevolus si occupa fin dalla propria nascita. D’altra parte, accanto al nome si trova la parola Innovation e questo riassume lo spirito di un’azienda nata in Puglia, per la precisione a Molfetta, e oggi proiettata nello scenario globale con proposte sempre di frontiera, ma prospettive di applicazione tanto concrete da aver convinto il fondo Cdp Venture Capital Sgr a supportarne il processo di crescita.

Negli ultimi tempi, l’azienda ha scelto di nuovo la strada pionieristica per sfruttare le potenzialità del metaverso, soprattutto per far evolvere l’idea di customer experience. hVerse è il prodotto più recente degli sforzi di ricerca e si propone come piattaforma low-code per la creazione, personalizzazione e pubblicazione di metaversi in webXr. La tecnologia consente di generare sale meeting, reception e showroom virtuali senza richiedere troppe competenze tecniche, attraverso operazioni di drag & drop ed editing: “Non abbiamo cambiato la nostra natura negli anni”, spiega Antonio Squeo, co-fondatore e chief metaverse officer di Hevolus Innovation. “Mettiamo al centro la customer experience e utilizziamo le tecnologie come mezzo per migliorarla. Il primo progetto che abbiamo realizzato è stato per una falegnameria che proiettava i propri prodotti su uno schermo cinematografico e proponeva un’esperienza immersiva con l’utilizzo di visori. Da lì, siamo passati alle presentazioni virtuali di progetti prima della loro consegna effettiva e oggi si può dire che vendiamo alle aziende dei veri e propri storytelling, anche se comunque fatturiamo tecnologie”.

Antonio Squeo, co-fondatore e chief metaverse officer di Hevolus Innovation

Le applicazioni delle tecnologie avanzate studiate da Hevolus hanno cominciato a farsi largo in diversi ambiti. Natuzzi, per fare un esempio, ha deciso di virtualizzare tutto il proprio catalogo e oggi in uno spazio di 40 metri quadrati espone oggetti che ne occuperebbero 10mila: “Le vendite sono cresciute del 40%, a riprova che si tratta di idee capaci di produrre risultati tangibili”, rimarca Squeo. Ferragamo ha invece implementato una soluzione che elimina la necessità di utilizzare caschi per personalizzare le calzature Tramezza e utilizza i venditori come ciceroni (con computer olografico HoloLens 2 di Microsoft) in sessioni condivise di interazione delle quali i clienti possono beneficiare semplicemente con un tablet.

Anche il metaverso comincia ad avere adepti convinti e questo apre spazi per la piattaforma hVerse. Wurth Italia, per esempio, l’ha scelta per realizzare il proprio ambiente enterprise per le attività di vendita di prodotti e sistemi per il fissaggio e il montaggio, riducendo le emissioni di CO2 e offrendo ai clienti un'esperienza immersiva: “Il metaverso sviluppato con hVERSE consente ai clienti di visualizzare prodotti e sistemi complessi attraverso i loro gemelli digitali interattivi in 3D. Questa esperienza offre un'idea estremamente accurata di come il prodotto possa adattarsi allo spazio reale”, fa notare Squeo.

Che Hevolus Innovation sia una realtà ormai affermata non solo all’interno del territorio patrio si capisce non solo dalla recente apertura a Dubai e dalla partnership stretta con Microsoft (HoloLens, ma anche Azure come base infrastrutturale in cloud), che però non esclude altre collaborazioni nello stesso ambito, ma anche dalla corte stretta che da un po' arriva da Meta e dal fatto che Qualcomm l’ha selezionata come early adopter per testa i nuovi chip per i visori. Tutto questo si traduce in un giro d’affari in forte crescita: “Il 2022 si è chiuso con un raddoppio del fatturato”, sottolinea Squeo, “e ora vediamo forti potenzialità nel mondo della scuola 4.0, dove noi siamo presenti con la soluzione Hybrid Learning Space e dove ci sono fondi dal Pnrr per oltre 2 miliardi di euro. Anche qui ci sono prospettive molto interessanti derivanti dal metaverso e noi abbiamo una piattaforma già pronta. E poi non trascuriamo possibili acquisizioni in ambiti ancora non coperti, come l’IoT o la robotica”.

 

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