20/03/2023 di Redazione

Huawei fa a meno degli Usa, avanti su tecnologie “made in China”

Dall’avvio delle sanzioni, l’azienda ha sviluppato internamente quattromila circuiti stampati e ha sostituito le tecnologie non più accessibili con 13mila componenti di fabbricazione cinese.

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Huawei sta imparando a fare a meno delle aziende statunitensi, in un mondo sempre più diviso in blocchi geopolitici, commerciali e tecnologici. Colpite dall’inserimento nella “lista nera” di Washington e dai dazi sull’import/export, molte aziende cinesi negli ultimi anni hanno dovuto rinunciare a un mercato di sbocco importante. Huawei, in particolare, ha perso importanti contratti di fornitura di apparati di rete per l’upgrade al 5G, oltre che un grande bacino d’utenza per i suoi smartphone. In aggiunta a tutto questo, non ha più potuto acquistare componenti semiconduttori (anche se Intel ha ottenuto dei nulla osta per continuare a vendere) né licenze software (da Google, per esempio).

L’azienda è andata avanti grazie alla diversificazione delle attività, allo sviluppo di un sistema operativo alternativo ad Android e alla focalizzazione sul mercato interno. Ora si scopre che, dall’avvio delle sanzioni commerciali, Huawei ha sostituito le tecnologia made in Usa non più accessibili con oltre 13mila componenti di fabbricazione cinese.

Così ha dichiarato il fondatore e presidente dell’azienda, Ren Zhengfei, stando alla trascrizione di un suo discorso riportata dalla Jiao Tong University di Shanghai (l’informazione è stata poi citata, ma non verificata direttamente da Reuters). 

Gli ingegneri di Huawei, inoltre, hanno progettato oltre quattromila circuiti stampati da sostituire a tecnologie in uso precedentemente. Il presidente ha anche spiegato che la produzione dei circuiti stampati si è ormai stabilizzata e ha annunciato l’intenzione di incrementare gli investimenti annui in ricerca e sviluppo, dopo i 23,8 miliardi di dollari già spesi nel 2022.

E non è tutto: sul fronte del software da vendere alle aziende, Huawei ha lavorato per sviluppare un proprio sistema di Enterprise Resource Planning, chiamato MetaErp, che debutterà sul mercato ad aprile. Interpellato sul tema dell’intelligenza artificiale, Ren Zhengfei ha detto che il lancio di una tecnologia analoga a ChatGPT non è  tra i piani nel breve termine, ma ha anche promesso che Microsoft (attuale finanziatore di OpenAI, la software house autrice di ChatGPT) non sarà l’unico leader di questo settore. Huawei punterà a diventare la piattaforma di calcolo sottostante all’intelligenza artificiale.


L’autarchia produttiva, sia nell’hardware sia nel software, è probabilmente per Huawei la migliore delle scelte, considerando che le restrizioni commerciali avviate nel 2019 durante la presidenza di Donald Trump sono state confermate dall'amministrazione Biden. Per la Casa Bianca le tecnologia di Huawei e Zte rappresentano un “rischio inaccettabile” per la sicurezza nazionale, nonostante negli anni le due aziende abbiano sempre negato qualsiasi attività di spionaggio condotta per conto del governo cinese.

 

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