21/05/2021 di Redazione

ICTBusiness Ecosystem Summit 2021: “Lavoriamo insieme per ripartire”

Dall’edizione 2021 del Summit TIG per il Canale ICT emerge il bisogno che clienti e fornitori lavorino insieme per fare riemergere l’economia nel post-pandemia. Ma è necessario rivedere i ruoli. L’analisi di Carlo Alberto Carnevale Maffè di SDA Bocconi

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Ecosystem non è uno slogan. È uno stato d’essere che ormai sta diventando necessario per potere ottenere risultati, sia immediati sia a medio e lungo termine, per tutte quelle strategie aziendali che si avvalgono dell’ausilio delle tecnologie IT. Il messaggio è emerso ben chiaro ed è stato ribadito più volte dai tanti ospiti che sono intervenuti all’edizione 2021 dell’ICTBusiness Ecosystem Summit, l’evento organizzato da The Innovation Group che si è tenuto il 18 maggio scorso.

Ecosistema ormai va a sostituire quella che un tempo era la “catena del valore”, e che attiva interazioni non più lineari ma tridimensionali tra i diversi attori del canale ICT e i loro stessi clienti. A tutti loro, in ogni caso, è richiesta una prova di coraggio per potervi entrare a far parte: cambiare i ruoli rispetto al passato.

Tantissimi, dicevamo, gli interventi al Summit, che hanno fornito spunti agli operatori del Canale ICT (ops: all’Ecosystem ICT) su cui vogliamo porre l’accento in maniera approfondita. Per questo motivo nelle prossime settimane riporteremo in una serie di articoli, le visioni di esperti, dei clienti, dei consulenti per le istituzioni e, ovviamente, dei vendor e dei distributori che hanno partecipato. A partire da questo.

ICTBusiness Ecosystem Summit 2021: l’analisi di Carlo Alberto Carnevale Maffè

A dare valore al concetto di Ecosistema e alla necessità di rivedere ruoli e interazioni tra gli attori della scena ICT ci ha pensato fin da subito Carlo Alberto Carnevale Maffè, Direttore EMIT Digital Innovation & Governance, SDA Bocconi, intervenuto all’apertura della sessione plenaria dell’ICTBusiness Ecosystem Summit che ha esordito con un “benvenuto alla pandemia tecnologica”, a evidenziare le uniche conseguenze vantaggiose che questa tragedia ha portato con sé: la corsa accelerata a quella digitalizzazione da tempo auspicata e che in un frangente così negativo ha rappresentato il vero salvagente per una buona parte delle attività e dell’economia del Paese e del mondo.

A dx nella foto, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Direttore EMIT Digital Innovation & Governance, SDA Bocconi, in occasione del suo intervento all'ICTBusiness Ecosystem Summit 2021

 

Il virus rivoluzionario che ha attivato la trasformazione organizzativa delle imprese

Una pandemia tecnologica che ha effetti benefici rispetto, ovviamente, a quella biologica, per coloro che stanno ricostruendo i tessuti connettivi del mondo. Una rivoluzione che ha portato effetti drastici sulla natura della domanda e sui processi organizzativi delle aziende, sulla filiera, che ormai ha dimensioni che non sono più lineari e che si connota sempre di più come ecosistema di coopetitor più che di competitor. Fino alla trasformazione dell’offerta, che in maniera decisa si sta spostando dalla vendita alla proposizione in termini di servizio: l’as-a-service che avanza, per una logica che va dalla vendita alla rendita”.

L’aspetto rivoluzionario del Covid-19 è sotto gli occhi di tutti: ha cambiato l’interazione con il welfare, con la gestione della tutela della salute, ha cambiato il modo di lavorare, di interagire, il modo di vendere e acquistare, la mobilità, ambiti tutti, dove l’intermediazione tecnologica è diventata dominante.

Il digitale ingrediente fondamentale per la rinascita

Quel che ci si presenta davanti è una crescita nazionale e globale incredibile, grazie all’immissione di risorse economiche che i governi stanno immettendo, una crescita dove l’ICT dovrà avere un ruolo di primo rilievo. Una crescita che ricostruisce su infrastrutture diverse rispetto a quelle del passato. La sola Italia, tra lo scorso anno e i prossimi tre, calcolerà oltre 600 miliardi di nuovo deficit, la più grande spesa mai fatta sia nel primo che nel secondo dopoguerra.

Spesa “buona” come previsto, che vada quindi in direzione di investimenti che abbiano benefici per il futuro della produttività del Paese. Un PNRR che è fortemente orientato ai temi del digitale, ma se vogliamo avere i soldi che l’Europa ci ha destinato, dobbiamo mostrare un piano di riforme, dalla sostenibilità, alla mobilità, alla salute.

Ambiti, tutti, dove il peso del digitale sarà consistente. “L’ICT non è più un settore, ma è la nuova “corrente elettrica” per l’economia e il funzionamento stesso delle infrastrutture nazionali – riprende Carnevale Maffè – e agli operatori del canale viene data una grande responsabilità, che potranno adempiere solo se “spogli” di preconcetti e in grado di vestire le esigenze che di volta in volta le aziende, nei vari settori, mostreranno loro”.

ICTBusiness Ecosystem Summit 2021: il ruolo di accelerazione culturale del virus

Intanto la pandemia ha svolto il suo ruolo di acculturamento digitale, insegnando, per esempio, alle aziende manifatturiere a produrre e a vendere beni senza spostare le persone, risparmiando complessivamente 15 miliardi di viaggi business nella sola Italia.

E le previsioni tutte portano a vedere un incremento considerevole della digitalizzazione nelle imprese anche nel prossimo futuro, che andrà a impattare profondamente sui modelli organizzativi, portando l’IT a non essere più un “reparto” ma una chiave di lettura nuova per tutte le organizzazioni aziendali.

Lo smart working stesso ne è un esempio: le tecnologie usate in pandemia sono le stesse che esistevano prima, solo che sono caduti i vincoli a ridefinire i processi organizzativi.

ICTBusiness Ecosystem Summit 2021: verso il servizio e meno sensibili al prezzo

Stanno cambiando le sensibilità degli utenti nei confronti della qualità dei servizi rispetto alla componente prezzo – osserva -. Se il canale di ieri si lamentava della guerra dei prezzi, oggi si assiste a un cambiamento delle caratteristiche di sensibilità del cliente, oggi indirizzata al servizio. Ma per imparare a vendere servizi bisogna imparare a comprare dati e trasformarli in informazioni. Il canale oggi offre “digital asset”, non prodotti, in un ecosistema digitale in cui si scambiano dati in cambio di servizi. Ai partner di canale dico pertanto: “scatenatevi”, nel senso di togliersi dalla catena, e di entrare in un sistema a rete, un Ecosistema dove il cliente non è di nessuno. Non esiste più il concetto di possesso del cliente. Il vero prodotto di oggi è il dato, non basta più raccogliere ordini, bisogna raccogliere dati, che è ciò di cui i servizi sono fatti”.

Tre i fattori, in definitiva, da tenere in considerazione per i nuovi attori che reciteranno sul palco del canale ICT. Innanzitutto le competenze, che devono essere diverse in uno spazio aziendale che si allarga, quindi il tempo dei processi, che è diventato soggettivo e non più oggettivo come un tempo e come tale più frequente e, infine, la sintassi dei dati, che sarà il vero collante dell’Ecosistema digitale del futuro.

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