Il Banking-as-a-Service spinge SolarisBank verso la Borsa
Lo specialista di origine tedesca prepara l’Ipo sulla scorta della crescita di mercato e delle prospettive complessive del comparto. Federico Roesler Franz, commercial country head Italy, commenta le mosse più recenti della società.
Pubblicato il 01 marzo 2022 da Roberto Bonino

SolarisBank sta vivendo un periodo a dir poco concitato. La società finanziaria di origine tedesca ha conosciuto una crescita andata di pari passo con quella del settore di appartenenza, ovvero il Banking-as-a-Service. L’anno fiscale si è concluso con un volume d’affari superiore ai 100 milioni di euro, in crescita del 90% rispetto all’anno precedente. Da qui nasce l’idea di prepararsi all’ingresso in Borsa, verosimilmente nel terzo trimestre del 2022, dopo l’appoggio iniziale fornito da un gruppo di fondi d’investimento, tra i quali Lakestar II, Luxembourg Future Fund e Ilavska Vuillermoz Capital.
Tra le novità più recenti per SolarisBank, non occorre trascurare l’accordo di business combination con Contis, finalizzato dopo sei mesi di collaborazione e che darà vita a un’entità valutata 1,4 miliardi di euro. Allo stesso tempo, però, il regolatore finanziario tedesco (BaFin) ha recentemente annunciato di voler nominare un supervisore speciale sulle attività della società, uno strascico dello scandalo Wirecard del 2020, quanto l’ente fu accusato di aver ignorato gli avvertimenti su pratiche contabili sospette dal beniamino della scena fintech tedesca.
SolarisBank è presente anche in Italia dello scorso luglio e il suo commercial country head, Federico Roesler Franz, ci aiuta a comprenderne meglio l’approccio strategico. Innanzitutto, partendo dal concetto stesso di Banking-as-a-Service BaaS), spesso associato erroneamente a quello di open banking: “La nostra proposta prevede che le banche possano integrare servizi direttamente nei prodotti di altre aziende non bancarie. Per un esempio, pensiamo ai produttori di auto o ai concessionari, che producono linee di credito per i propri clienti. Nel modello open banking, invece, i cosiddetti third party provider usano semplicemente i dati bancari per i propri prodotti”.
Federico Roesler Franz, commercial country head Italy di SolarisBank
Quello cui appartiene SolarisBank è il settore dell’embedded finance, dove brand non specializzati offrono servizi tipicamente bancari, sfruttando la piattaforma PaaS messa a disposizione del vendor. Le fintech sono state il primo target della società, se non altro per affinità di appartenenza: “Stiamo percependo interesse anche da settori come il leisure, il food, i viaggi e l’e-commerce”, commenta Roesler Franz.
Ma l’azienda opera a propria volta come una banca e propone un proprio portafoglio di servizi. Ne fanno parte la piattaforma per la gestione delle identità digitali Know Your Customer, carte di credito personalizzabili con brand aziendali, sistemi di pagamento, gestione dei prestiti in formula white-label e digital asset. L’offerta è rivolta ad aziende di vario genere e trova applicazione, per esempio, nella possibilità per i commercianti di fornire aperture di credito ai clienti o all’emissione di carte personalizzate per i tifosi delle squadre di calcio.
Il mondo delle aziende digital-native può essere il target di riferimento per lo sviluppo di SolarisBank anche in Italia, ma l’opera di espansione è partita dalle fintech, per ragioni di affinità strategica. Un esempio è Vivid Money, una banca online (conti correnti e carte di credito, soprattutto) che da poco ha iniziato a lavorare anche con Iban italiani.
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