15/06/2021 di Redazione

Il supporto di Hewlett-Packard Enterprise al rilancio del sistema-Paese

In un periodo segnato dalle difficoltà legate alla pandemia, l’accelerazione dei processi di digitalizzazione rappresenta la base per costruire la ripartenza economica e produttiva. Claudio Bassoli, vice president di Hpe Italia, anticipa i temi del prossi

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Non è un periodo semplice quello che stiamo vivendo. Tuttavia, il fermento che lo attraversa non va disperso, ma semmai incanalato in modo da mettere a frutto le azioni intraprese durante la fase più acuta della pandemia. Le aspettative generate dall’annuncio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si incrociano con i processi di trasformazione digitale già intrapresi da molte aziende in Italia e con la digitalizzazione che la fase acuta dei lockdown del 2020 ha comunque accelerato.

Una ripresa correttamente organizzata deve far leva anche sulle esperienze vissute in questa fase storica ed è su questo che si incentrerà l’Hpe Italy Summit, ovvero l’evento che precede l’apertura di Hpe Discover 2021 per l’area Emea, il prossimo 23 giugno. Stefano Venturi, presidente e amministratore delegato di Hpe Italia, esporrà la strategia dell’azienda e darà spazio alle testimonianze dei clienti sul loro viaggio verso la trasformazione digitale. L’evento, interamente in italiano, darà il via a tre giorni ricchi di keynote, sessioni di approfondimento e demo interattive, e si rivolgerà a una platea virtuale di un migliaio tra clienti, partner, distributori, service provider e alleati di Hewlett Packard Enterprise Italia.

Per anticipare i principali temi dell’iniziativa, abbiamo coinvolto Claudio Bassoli, vice president di Hpe Italia

 

Che anno è stato, quest’ultimo, per voi e i vostri clienti?

Nella prima fase di diffusione della pandemia, con le conseguenze ben note, ci è stato chiesto di fornire soprattutto infrastrutture e soluzioni che rendessero rapidamente possibile per tutti lavorare da remoto. Questo ha riguardato tutti i comparti, dalle aziende di produzione al mondo sanitario. L’attenzione, in molti casi, si è concentrata sulla Vdi, in modo tale da poter abilitare anche realtà che non erano troppo preparate a un cambiamento così repentino. La digitalizzazione dei processi ha subito un’inevitabile e inaspettata accelerazione, che ha fatto comprendere quali livelli di efficienza fosse possibile raggiungere. L’evoluzione ha toccato anche gli ambienti di produzione, in diversi casi per consentire anche agli operai, laddove possibile, di lavorare da remoto, soprattutto in realtà dove la presenza delle tecnologie digitali e dell’IoT era già abbastanza significativa. In questi casi, è aumentata la quantità di dati prodotti, ma soprattutto è divenuto un po' più chiaro come utilizzarli.

La ripartenza non può che avvenire all’insegna dell’efficienza. Quali sono, secondo voi, le direzioni maestre da seguire?

Hpe ha introdotto sul mercato una soluzione cloud di nuova generazione, che va proprio in questa direzione. Si chiama GreenLake ed è un'offerta di servizi cloud per infrastrutture ibride, fondata su un modello a consumo flessibile. GreenLake è progettato per combinare la semplicità e l'agilità del cloud con esigenze di governance, compliance e visibilità su modelli It ibridi. Abbiamo invertito il paradigma: è il cloud ad andare dal cliente e non viceversa, perché sappiamo bene che l’80% dei dati non è facilmente portabile in un cloud pubblico ed è più opportuno disegnare per ogni cliente la soluzione più adatta. I clienti devono sempre sapere dove si trovano i loro dati, che però possono risiedere in un data center di proprietà oppure essere allocati all’esterno, lasciando la gestione ai clienti stessi, così come a noi di Hpe o ai nostri partner. Si paga solo quello che si consuma, non viene richiesto di fare refactoring degli applicativi e si risolve anche il problema delle latenze, perché i dati sono sempre vicini al cliente. In questo modo, si fa efficienza rispettando le esigenze delle aziende.

Claudio Bassoli, vice president di Hpe Italy

Come ha risposto fin qui il mercato italiano a questa proposizione?

Abbiamo già portato in cloud su GreenLake diverse componenti di offerta, non solo la già citata Vdi che è servita molto durante la fase acuta della pandemia, ma anche il backup, il disaster recovery o l’high performance computing, rendendo quest’ultimo accessibile anche ad aziende di medio-piccole dimensioni. Su tutti questi fronti abbiamo avuto una risposta molto buona e ora stiamo lavorando sulle componenti di intelligenza artificiale/machine learning e di containerizzazione/DevOps. Il settore energetico, l’automotive, il medicale, il fashion, i trasporti e l’hospitality sono ambiti nei quali abbiamo già realizzato progetti concreti e alcune aziende racconteranno la loro testimonianza proprio durante l’Hpe Italy Summit. Il punto fermo, che molte realtà hanno compreso, è che il cloud deve essere un’esperienza, non un luogo fisico, e i dati vanno gestiti in una logica federata e non spostati per forza all’esterno.

Quali sono le aspettative per il futuro in Italia?

Certamente, si apriranno diverse opportunità collegate alla realizzazione del Pnrr. Noi siamo in grado di aiutare il Paese nel processo di evoluzione infrastrutturale, lavorando in modo particolare con la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, oltre che con il mondo industriale chiamato a svecchiare il proprio parco infrastrutturale. Le aziende devono sapere di poter fare affidamento su un player mondiale presente in Italia da oltre cinquant’anni, a propria volta trasformatosi in una platform as-a-service company capace di seguire il percorso di trasformazione digitale di realtà di varia dimensione, dall’edge al cloud.

 

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