23/07/2021 di Redazione

Intel, conti positivi anche per merito della domanda di Pc

Nel secondo trimestre del 2021 la società di Santa Clara ha registrato un giro d’affari di 19,1 miliardi di dollari. Più della metà si deve alla vendita di componenti per computer e altri dispositivi personali.

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Conti positivi per Intel, e il merito ancora una volta spetta soprattutto al buon andamento della domanda di personal computer. Su 19,1 miliardi di dollari di ricavi trimestrali calcolati su base Gaap, nel secondo quarter del 2021, oltre 10 miliardi di dollari riguardano la divisione Client Computing Group, che ha registrato una crescita del 6% annuo. La seconda area più importante a valore è quella dei semiconduttori per server e altri prodotti da data center, con ricavi trimestrali pari a 6,5 miliardi di dollari ma in calo del 9% anno su anno. Crescono invece le vendite di ben il 47% della divisione Internet of Things (984 milioni di dollari) e c’è più che un raddoppio, (+124%, per un valore di 327 milioni di dollari), per quelle dei sistemi di computer vision Mobileye. Circa 1,1 miliardi di dollari si devono alla vendita di memorie non volatili, risultato in calo del 34% anno su anno, mentre i restanti 486 milioni della divisione Programmable Solutions sono del 3% inferiori al risultato di un anno prima.

 

L’utile netto trimestrale è stato di 5,1 miliardi di dollari, in calo dell’1% anno su anno, il margine operativo è stato del 28,3%, appena inferiore al 28,9% di un anno prima. D’altra parte le spese in ricerca & sviluppo sono salite dai 4,8 miliardi di dollari del secondo trimestre 2021 al 5,3 miliardi del secondo trimestre 2021.

 

“Non c’è mai stato un momento tanto emozionante per essere nell’industria dei semiconduttori”, ha dichiarato il Ceo di Intel, Pat Gelsinger. “La digitalizzazione di qualsiasi cosa continua ad accelerare, creando un’ampia opportunità di crescita per noi e i nostri clienti nelle aree di business centrali e in quelle emergenti. Con la nostra portata e con un rinnovato focus sia sull’innovazione sia sull’execution, siamo posizionati in modo unico per capitalizzare questa opportunità, che credo sia appena l’inizio di quello che sarà un decennio di continua crescita per il settore”.

 

(Infografica: Intel)

 

Nel complesso quello di Intel è un business in crescita, sospinto dalla prolungata domanda di componenti per personal computer e alimentato dalle continue innovazioni di prodotto. Nel secondo trimestre dell’anno l’azienda ha lanciato i nuovi processori Intel Core di undicesima generazione Serie U e Serie H, ha visto debuttare nell’offerta dei cloud provider soluzioni basate sugli Intel Xeon Scalable (Ice Lake), ha messo a segno un contratto con Toyota per la fornitura di componenti Mobileye per sistemi di assistenza alla guida e, sempre per Mobileye, il permesso di condurre test di guida autonoma nella città di New York. 

 

L’azienda californiana inoltre ha investito 3,5 miliardi di dollari per espandere le attività produttive in Nuovo Messico. Si tratta delle prime iniziative di ampliamento della capacità produttiva previste dalla nuova strategia annunciata da Gelsinger. Intel potenzierà la capacità interna con 20 milioni di dollari di investimenti destinati a creare nuove fabbriche in Arizona, ma stringerà anche alleanze con fonderie indipendenti che la aiuteranno a soddisfare i volumi di domanda attesi per i prossimi anni. La possibile acquisizione di GlobalFoundries, su cui è circolata voce recentemente, rappresenterebbe un colpaccio e un grosso passo avanti nella capacità produttiva, ma al momento Thomas Caulfield, amministratore delegato della fonderia, si è affrettato a smentire.

 

Secondo i dati di Gartner, nel 2020 Intel si è confermato il primo nome del mercato dei semiconduttori per giro d’affari, considerando soltanto i vendor e non le fonderie indipendenti. Nei dodici mesi l’azienda ha totalizzato 72,759 miliardi di dollari di ricavi (+7,4% sul 2019) e ha ottenuto un market share del 15,6%, superiore a quello di Samsung Electronics (12,4%), SK hynix (5,5%), Micron (4,7%), Qualcomm (3,8%) e Broadcomm (3,4%).

 

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