Per aiutare Intel, anche Pat Gelsinger si mette in gioco in prima persona. Per il Ceo della multinazionale si prevede un taglio di stipendio del 25%, mentre per altri executive il ribasso sarà pari al 15%. I vicepresidenti, invece, vedranno in busta paga il 10% in meno e per i mid-level il taglio sarà del 5%, mentre per la forza lavoro di livelli inferiori non ci saranno impatti.

Queste le ultime notizie giunte da Santa Clara, in una fase storica di difficoltà economiche e di mercato, che stanno spingendo molti colossi tecnologici nordamericani (Alphabet, Amazon, Microsoft, Meta, per citarne alcuni) a realizzare massicci piani di licenziamento. Anche Intel è impegnata in una corsa al taglio dei costi mirata a salvaguardare la profittabilità e le prospettive di crescita di lungo periodo. E i numeri della ultima trimestrale ribadiscono questa necessità.

Oltre alla riduzione dei salari è previsto anche un taglio dei bonus, solitamente assegnati in base ai meriti e alle performance ottenute su base trimestrale. Purtroppo non finisce qui, perché anche per Intel si prevedono licenziamenti.

Tuttavia l’ordine di grandezza è inferiore rispetto ai numeri di Alphabet, Amazon, Microsoft e Meta: i posti di lavoro sacrificati saranno 350. “Sono decisioni difficili”, ha dichiarato l’azienda in una nota, “e ci impegniamo a trattare con dignità e rispetto i dipendenti coinvolti”.