08/07/2022 di Redazione

La crescita degli acquisti online alimenta la frodi creditizie

Nel 2021 in Italia sono cresciuti del 31% gli episodi di truffa, con acquisti o richieste di finanziamento mai evase, conseguenti a furto di identità. Lo svela Crif.

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Dal furto di indentità al furto di beni e di denaro, a volte il passo è breve. Se i criminali informatici entrano in possesso di dati personali e dati finanziari di utenti, possono sfruttarli per ottenere credito o acquisire beni, senza però mai pagare per l’acquisto o rimborsare il finanziamento richiesto. In Italia le frodi creditizie commesse online in seguito a furto d’identità sono in forte crescita, come testimoniato dall'ultimo report dell’Osservatorio Crif– Mister Credit. Nel 2021 i casi rilevati da Crif sono stati più di 28.600, numero che segna un incremento del 31,1% rispetto ai livelli del 2020. In parte l’ascesa è dovuta alla crescita degli acquisti online, che hanno segnato l’anno scorso un balzo del 18%. 

 

Il danno delle frodi creditizie conseguenti a furto d’identità in Italia nel 2021 ammonta a 124,6 milioni di euro, e in questo caso il valore è sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente. Infatti sono aumentati i casi di truffa, ma l’importo medio frodato è sceso di circa il 23%, attestandosi a 4.350 euro. I casi con importo compreso tra 5.000 e 10.000 euro hanno rappresentato il 14% del totale, mentre quelli superiori ai 10.000 euro sono stati il 12,7%. Crescono, rispetto al 2020, soprattutto le truffe sugli importi inferiori a 1.500 euro, relativi a richieste di finanziamento o rateizzazioni di pagamento su acquisti di e-commerce.

 

Tra le altre modalità popolari ci sono le frodi sulle carte di credito, aumentate di quasi il 60% nel 2021 anche per via del confronto con un anno, il 2020, in cui i lockdown e le incertezze della pandemia avevano determinato una generale contrazione della spesa delle famiglie. Se non altro, la parziale buona notizia è che i tempi di scoperta delle frodi si stanno accorciando, pur essendo ancora tutt’altro che rapidi: nel 2020 solo il 36,3% delle truffe veniva scoperto entro sei mesi dal fatto, mentre nel 2021 la quota è salita al 42,4%. Più di un caso su dieci viene scoperto dopo oltre tre anni.

 

Chi sono le vittime, soprattutto? La fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento dei casi è quella dei giovani under 30 (+8,0% nel 2021 versus 2020) mentre diminuiscono le truffe ai danni degli over 60 anni (-6,9%). Per quanto riguarda le regioni in cui sono state rilevate le frodi, al primo posto c’è la Campania, con il 16,7% dei casi, seguita da Sicilia, Lombardia, Puglia, Lazio e Calabria.

 

“Il fenomeno delle frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità è in continua evoluzione”, ha commentato Beatrice Rubini, executive director della linea Mister Credit di Crif, “poiché le organizzazioni criminali si avvalgono di tecniche sempre più sofisticate, che spesso il singolo consumatore non è in grado di rilevare. Dopo aver registrato un calo nel 2020, a causa del lockdown e della contrazione delle operazioni di finanziamento, con la ripresa della normale operatività nel 2021 i casi sono immediatamente tornati a crescere. E non solo in Italia, tanto che secondo la Federal Trade Commission sono cresciute del 50% negli Stati Uniti, mentre nel Regno Unito, secondo Cifas, l’incremento è stato del 22%. Non bisogna quindi abbassare la guardia perché il più frequente ricorso all’e-commerce, l’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento e la digitalizzazione di molti processi possono determinare un ulteriore innalzamento dei rischi e una impennata dei casi”.

 

Dalle analisi di Crif e dal confronto con le banca dati Scipafi (Sistema Centralizzato Informatico per la Prevenzione Amministrativa del Furto d'Identità) risulta che la carta d’identità è il documento più usato nelle frodi creditizie: è presente nell’80,7% dei casi. Nel 17,7% degli episodi del 2020 è stata utilizzata la patente di guida. In molti casi si tratta di dati di carta d’identità o patente reali, intercettati online attraverso le attività social o altre tracce lasciate dagli utenti. Solo nell’1,9% dei casi, il documento presentato per l’identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta oppure valida, ma non riconducibile al soggetto che la usa per fare un acquisto o richiesta di finanziamento. Per le patenti, invece, nel 4,1% dei casi si tratta di documenti inesistenti o non appartenenti al soggetto.

 

 

 

 

Come evitare le frodi creditizie
“Spesso la vulnerabilità alle frodi è accresciuta da comportamenti a rischio da parte delle vittime”, ha spiegato Rubini, “ad esempio con la disinvolta pubblicazione sul Web e sui social di dati anagrafici e identificativi o di informazioni personali che possono essere utilizzate dalle organizzazioni criminali per ricostruire false identità. Per questo è indispensabile che i consumatori pongano la massima attenzione nel proteggere adeguatamente la propria identità digitale, attivino un Sms di allerta per controllare le transazioni con la carta di credito e sistemi che avvisano tempestivamente nel caso i dati personali vengano utilizzati per chiedere un finanziamento o se stiano indebitamente circolando sul web”.

 

“I player finanziari sono stati da sempre molto attenti ai temi di identificazione nella fase di valutazione del merito creditizio”, ha dichiarato Fabrizio Arboresi, senior director di Crif. “Negli ultimi due anni, però, con l’accelerazione dei processi di trasformazione digitale hanno intensificato i controlli antifrode anche in altre fasi, quali ad esempio l’onboarding dei clienti per l’apertura di un conto corrente online o il rinnovo della carta di credito e, più in generale, nei presidi dei sistemi di pagamento digitali. Gli strumenti a supporto di tali verifiche consentono di potere contare su un ampio ecosistema di dati, tradizionali e innovativi, e su analytics evoluti, il tutto disponibile su piattaforme che consentono di effettuare controlli in real time, con processi fluidi per i consumatori“.

 

 

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