15/02/2016 di Redazione

La paura del terremoto si controlla con lo smartphone Android

È disponibile su Google Play una nuova app sviluppata dall’Università di Berkeley: MyShake permette di usare il telefono come un sismografo, sia per ricevere alert su scosse appena rilevate sia per trasmettere via Gps la posizione dell’utente. L’Universit

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Con un telefono Android in tasca o appoggiato sul comodino di fianco al letto, potremo, se non metterci al riparo, proteggerci un po’ dai rischi di un terremoto. MyShake, una nuova app disponibile su Google Play e creata da ricercatori dell’Università della California a Berkeley, consente di trasformare il telefono androide in un sismografo: non solo rilevando in tempo reale le vibrazioni o le scosse che si verificano nel luogo in cui si trova il dispositivo, ma anche comparando questi dati con quelli raccolti dall’applicazione in altre location.

L’idea di utilizzare lo smarpthone come un sistema di allarme “a portata di tasca” non è nuova. Già nell’agosto del 2011, a quattro mesi dai devastanti terremoto e tsunami del Giappone, Apple aveva introdotto in iOS 5 un servizio di “early-warning”: abilitando questa funzione dal Centro Notifiche, si ricevono sullo smartphone messaggi di allerta nel caso il centro sismologico giapponese rilevi attività che possono preannunciare un terremoto. Esistono poi delle specifiche applicazioni, come la giapponese Yurekuru Call, mirate al medesimo scopo di invio di alert.

MyShake, però, fa qualcosa di diverso e ulteriore poiché non si limita a trasmettere sullo smartphone dati elaborati altrove. Funzionando in background, senza impattare sui consumi di batteria e sulle prestazioni, l’app analizza i tremori dello smartphone attraverso gli accelerometri, e grazie a un particolare algoritmo può distinguere fra una normale vibrazione (da chiamata in ingresso, da notifica, da urto o caduta) e un movimento che invece è frutto di una scossa di terremoto. Scartando i falsi allarmi, dunque, il programma riesce a misurare terremoti fino a magnitudo 5.

Oltre che come sistema di allarme per il possessore dello smartphone, il tutto può funzionare anche come strumento di soccorso. Nel caso rilevi segnali sismici, infatti, MyShake attiva il Gps del telefono così da comunicare la posizione dell’utente. A chi la comunica? Trattandosi di un’app sviluppata in un’università nordamericana, il server centrale a cui si collega l’app è quello del Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs). Non è comunque difficile ipotizzare di poter estendere questo servizio altrove, con qualche modifica tecnica.

 

 

Sebbene al momento lo scopo di MyShake sia quello di usare i sensori dello smartphone per registrare i tremori, il Seismological Laboratory dell’Università di Berkeley sta lavorando sviluppare ulteriormente questa capacità e per “creare una fitta rete che in futuro possa fornire delle allerte prima che il terremoto di verifichi”, si legge nella descrizione pubblicata su Google Play. “I dati verranno usati anche per studiare le dinamiche dei sismi, contribuendo al nostro progetto di ridurre l’impatto di futuri terremoti”.

L’intento di studiare e contenere l’impatto di questi fenomeni naturali lega Berkeley  a Roma. Anche l’Università La Sapienza può vantare un progetto in questo campo: SeismoCloud. Installando l’omonima app su un dispositivo Android, si possono ricevere allerte in tempo quasi reale (in pochi secondi dal rilevamento dell’attività sismica nell’epicentro). La logica di fondo è quella del crowdsourcing: più persone installano l’app, più dati si raccolgono e più il servizio diventa accurato nelle sue statistiche e previsioni.

 

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