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La strada verso il multicloud ibrido è ancora più semplice

Nutanix punta sempre di più alla vendita di soluzioni in modalità “subscription”. Il Ceo, Rajiiv Ramaswami, ci ha raccontato la nuova strategia della multinazionale.

Pubblicato il 10 maggio 2022 da Emilio Mango

Il primo trimestre del 2022 ha fatto segnare ancora una volta risultati lusinghieri per Nutanix, che ha realizzato una crescita del 21% del fatturato rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, grazie sia ai nuovi contratti sia all’upselling di clienti già in portafoglio. Ma soprattutto ha ottenuto un incremento 67% sul fatturato ricorrente, segno del fatto che ormai la società (specializzata in software per la virtualizzazione e il cloud) è diventata una subscription company, superando il classico gap e le problematiche di cassa tipiche di chi trasforma il proprio modello da licenza ad abbonamento. Anche il cash flow nel primo trimestre è stato positivo. Abbiamo parlato della metamorfosi di Nutanix verso un diverso modello di vendita con Rajiiv Ramaswami, Ceo worldwide della multinazionale.

Da anni puntate sul rinnovamento delle infrastruttura in ottica iperconvergente. C’è ancora margine di crescita?

La domanda è ancora molto solida. Molte aziende stanno ancora rimpiazzando infrastrutture legacy, altre stanno continuando a implementare soluzioni per il remote working dei propri dipendenti e altre, ancora, si stanno spostando con decisione verso il cloud ibrido, accettando ormai senza problema la presenza di una componente pubblica.

Come assicurate alle aziende la continuità?

La nostra filosofia è sempre stata quella di “distruggere” i silos, offrendo ai nostri clienti la più grande libertà di scelta e la massima flessibilità. Stiamo continuando a farlo anche ora che lo scenario è diventato un po’ più complesso per la presenza di diverse offerte di cloud pubblico e privato. È per questo che i clienti ci apprezzano: apprezzano l’ampia libertà nell’utilizzo degli hypervisor e dell’hardware, e la flessibilità della durata delle licenze. Insomma, tutto contribuisce a rendere più facile il passaggio al cloud ibrido e al multicloud, con l’obiettivo, che poi è uno dei nostri slogan, di “rendere il cloud invisibile”.

 

Rajiiv Ramaswami, Ceo di Nutanix

 

Quali sono le ultime novità del portafoglio prodotti?

Nella nostra visione di lungo periodo, vogliamo dare ai clienti la possibilità di vedere il cloud come un modello operativo, offrendo una gestione più agevole, oltre che scalabile e flessibile. Lo scorso febbraio, con i nuovi annunci, abbiamo ulteriormente semplificato la nostra offerta, che ora è sicuramente più orientata alle soluzioni. Ora la Nutanix Cloud Platform propone un modello operativo coerente per tutti i tipi di cloud: pubblico, privato e ibrido. Le soluzioni includono la Nutanix Cloud Infrastructure, il Nutanix Cloud Manager, lo Unified Storage e il Nutanix Database Service, oltre alle soluzioni per l’end-user computing.

Un fattore di successo importante sono le partnership con gli altri big dell’IT.  Dopo Citrix alla fine del 2021 avete annunciato il supporto del cloud Aws E gli altri?

Stiamo portando rapidamente a bordo i clienti Amazon Web Services, mentre per Microsoft Azure, di cui è stato annunciato l’avvio di un test con un ristretto numero di clienti, non c’è ancora una data precisa nell’arco di quest’anno. Google, Oracle e Ibm sono la logica prosecuzione di questo percorso, ma lo faremo gradualmente, senza scordare i temi della sicurezza dei dati e delle infrastrutture.

 
Tag: cloud, virtualizzazione, strategie, Nutanix, multicloud, intervista

CLOUD

  • Multicloud pronto a raddoppiare (o quasi) nel giro di un triennio
  • Nuovi record e lunga vita agli hard disk (anche grazie al cloud)
  • L’archiviazione di Pure Storage incontra gli analytics di Snowflake
  • Dal SaaS, e soprattutto in Europa, la nuova spinta per Infor
  • La strada verso il multicloud ibrido è ancora più semplice

FOCUS

  • Sicurezza e cloud ibrido, i focus del sistema operativo Rhel 9
  • Pc in calo in Europa Occidentale, la guerra non aiuta le vendite
  • Data experience e subscription, i volani di Pure Storage
  • Nuovi record e lunga vita agli hard disk (anche grazie al cloud)
  • Dal SaaS, e soprattutto in Europa, la nuova spinta per Infor
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