12/05/2018 di Redazione

La tecnologia può salvare rinoceronti ed elefanti dal bracconaggio

La tecnologia di Cisco e di Dimension Data è servita a realizzare un sistema di monitoraggio e analytics in riserve naturale del Sud Africa e dello Zambia, riuscendo a studiare e ridurre drasticamente gli episodi di caccia di frodo.

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In Africa ogni quindici minuti un elefante diventa vittima di un cacciatore di frodo. Secondo il censimento Great Elephant Census realizzato due anni fa dalla rete di filantropia di Vulcan Inc (nata a Seattle per volontà del cofondatore di Microsoft, Paul Allen), ogni anno nelle savane africane la popolazione cala dell'8%. Il bracconaggio di questi grandi mammiferi, così come quello dei rinoceronti (più di 1.200 uccisioni all'anno), è un fenomeno endemico e non facile da contrastare: ma due vendor tecnologici stanno provando a farlo, con ottimi riscontri. Cisco e Dimension Data sono i fornitori delle tecnologie di Connected Conservation, un sistema di controllo avviato nel novembre 2015 in una riserva naturale privata vicina al Parco Nazionale del Kruger, in Sud Africa.

Si tratta ancora di un progetto pilota, dai risultati però esaltanti. Da quanto è stato messo in funzione, infatti, il sistema ha consentito di ridurre del 96% il numero di episodi di bracconaggio (pochi quelli del 2016, nessuno nel 2017). Come? Gli ingredienti sono videocamere di sorveglianza, sistemi Cctv e connettività WiFi, con cui è possibile monitorare la riserva e accorgersi di movimenti sospetti, oltre a quelli di fornitori e appaltatori, personale, addetti alla sicurezza e turisti. Si tratta di un approccio diverso da quelli tradizionali, più efficace e anche meno invasivo. “Molte organizzazioni sono impegnate nella salvaguardia delle specie animali a rischio attraverso diverse iniziative reattive, come la decornazione o l’inserimento di sensori nel corno o nello strato sottocutaneo”, fa notare Bruce Watson, Dimension Data Group Executive. “Tuttavia, queste iniziative non risolvono il problema in quanto quando i ranger delle riserve raggiungono l’animale questo è già stato ucciso o i corni e le zanne sono già stati prelevati”.

Ora l'impegno si amplia, a difesa sia dei rinoceronti sia degli elefanti. Un parco naturale dello Zambia, inclusivo di un lago, è stato dotato di videocamere termiche fisse, montate su antenne radio, che creano una barriera virtuale permanente sul perimetro della zona per controllare gli ingressi e le uscite. È stata allestita, inoltre, una sala di controllo con cui l’unità speciale marina in Zambia può monitorare le operazioni attorno al lago e nel parco, mentre un motoscafo verrà impiegato per le intercettazioni dei bracconieri prima che raggiungano gli animali. Sistemi a circuiti chiuso Cctv con programmi di analisi dei dati, inoltre, permetterranno di rilevare in automatico gli spostamenti di pescatori e delle barche sul lago e poi, nel tempo, di creare dei modelli di tali spostamenti. Ulteriore elemento ancora da aggiungere è la connettività WiFi esterna al parco: antenne radio consentiranno i ranger e agli addetti di sicurezza di collegarsi alla sala controllo attraverso i loro palmari. “Stiamo lavorando anche con le autorità locali dello Zambia e la comunità di pesca per creare un sistema centralizzato di permessi digitali di pesca, che potrà monitorare e quindi smascherare i bracconieri che si fingono pescatori,” aggiunge Watson.

Al progetto avviato in Zambia ne seguiranno di analoghi in Kenya e, successivamente, in Mozambico, con l'obiettivo primario di proteggere gli elefanti dalla caccia di frodo. Ma le ambizioni dichiarate di Cisco e Dimension Data sono ancor più grandi: si pensa a portare il modello Connected Conservation anche in altre zone dell'Africa, in India e in Asia, a difesa delle specie animali terrestri e acquatiche più a rischio estinzione.


 

 

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