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Le convergenze parallele di OvhCloud per trovare la terza via

Rilancio dell’ecosistema di partner, alleanza con Google, partenza del progetto europeo Gaia-X. Numerosi sono i fronti sui quali il provider francese intende costruire il proprio posizionamento.

Pubblicato il 03 dicembre 2020 da Roberto Bonino

I diversi eventi che hanno coinvolto OvhCloud nell’ultimo mese rendono l’idea di quanto sia dinamico e complesso trovare un corretto posizionamento per un cloud provider dalle grandi ambizioni in Europa, di fronte a un mercato polarizzato da grandi player globali e forte competizione locale.

Circa un mese fa, il tradizionale Ovh Summit trasformato in evento virtuale ha concentrato la propria attenzione sull’ecosistema di partner sul quale l’azienda sta costruendo la propria strategia di consolidamento: “Tocca a loro aiutare le imprese a trasformare il ruolo dei dati e proporre un’alternativa affidabile all’egemonia dei grandi nomi del cloud”, ha indicato Michel Paulin, direttore generale di Ovh Cloud.

Sono ormai oltre 3mila le aziende che appartengono all’ecosistema e possono appoggiarsi a una realtà con oltre 30 data center dislocati in 140 paesi, 1,6 milioni di clienti e un’infrastruttura basata su 400mila server attivi e 7,9 milioni di siti Web. Con questa infrastruttura alle spalle, Ovh Cloud punta a costruire la propria terza via al cloud: “Sappiamo che non è facile, ma siamo convinti che sia possibile, grazie a un ecosistema solido e originale, che si articola su valori fondamentali, come l’apertura, la reversibilità e la trasparenza”, ha sottolineato Paulin.

Il player transalpino intende presentarsi come partner europeo di riferimento per le soluzioni ibride proposte da realtà come VMware, Nutanix e Netapp, con offerte che spaziano dall’allocazione di cluster privati alla totale gestione delle infrastrutture. Queste soluzioni dovrebbero beneficiare degli investimenti effettuati per modernizzare l’architettura in direzione della scalabilità e della resilienza, anche grazie ad acquisizioni come quelle recenti di OpenIo ed Exten. L’obiettivo vero di questa modernizzazione appare l’estensione del portafoglio di servizi soprattutto verso il PaaS, divenuto uno degli acceleratori d’adozione per i grandi player americani (Aws, Google e Microsoft).

Michel Paulin, Ceo di OvhCloud, durante l'evento Ecosystem Experience

All’inizio del 2021, in modo particolare, è previsto il lancio di un insieme di strumenti di intelligenza artificiale, che andranno a fornire alle imprese di costruire proprie soluzioni o utilizzare applicazioni chiavi-in-mano disponibili nell’ecosistema di Ovh Cloud, con una tariffazione trasparente e programmabile.

Ovh è anche una delle principali sostenitrici del progetto Gaia-X, annunciato nello scorso giugno e che raggruppa undici imprese francesi e altrettante tedesche, impegnate nella messa a punto di un’infrastruttura cloud europea molto orientata alla protezione dei dati. Non a caso, Paulin ha insistito sulla sovranità digitale come base per attirare la fiducia delle imprese che intendono riporre la loro fiducia solo in soggetti basati nel territorio che meglio regola le modalità di conservazione e trasmissione dei dati: “Senza informazioni chiare e scelte possibili, non può esserci sovranità”, ha rimarcato il manager. La disponibilità della nuova piattaforma è prevista a breve, una volta ottenuto il via libera per decreto reale dal Belgio, dove l’associazione Gaia-X ha sede.

In questo contesto di aperta sfida diretta e associativa ai big player del cloud, si è però collocato il recente annuncio di una partnership strategica con Google, che apparentemente sconfessa i propositi appena raccontati. In base all’accordo, Ovh integrerà la piattaforma Anthos, sviluppata dal gigante americano per permettere alle imprese e alle pubbliche amministrazioni di gestire cloud nelle varie forme, creando un’offerta ospitata su un hosted private cloud basato in Europa. Qui la sovranità digitale sbandierata da Paulin viene messa al servizio di un concorrente con capacità di investimenti e calcolo certo non paragonabile a quella di qualunque provider continentale. La crescita di OvhCloud, dunque, segue intersezioni diverse, dove al guanto di sfida si affianca un pragmatismo, che solo il tempo dirà se potrà pagare in termini di posizionamento e risultati.

 

Tag: paas, anthos, gaia-x, hosted private cloud

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