20/06/2023 di Redazione

Le strade di Internet porteranno (anche) a Roma?

Namex, nodo di interconnessione della Capitale, sta ampliando la propria presenza con nuovi data center e PoP, ma la svolta può arrivare dai nuovi cavi sottomarini in via di realizzazione.

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Si sta progressivamente consolidando una centralità romana nel panorama complesso dei nodi di interconnessione per il traffico Internet su scala globale. A fare da collettore con i propri data center neutrali c’è Namex, punto di scambio di riferimento per il centro Italia e con aperture ormai consolidate verso il Mediterraneo.

Di fatto, oggi stiamo parlando di un consorzio di oltre 170 Isp, che opera con quattro infrastrutture già attive (l’ultima, da poco inaugurata, si trova presso il campus Cloud Europe di Roma) e una quinta appena annunciata e che sarà ospitata presso l’Hyper Cloud Data Center di Aruba, destinato a essere presentato pubblicamente nel corso dell’anno.

L’ambizione del Namex, soprattutto da quando, nel 2016, è stato costituito il consorzio, è di essere un punto di riferimento per l’interconnessione del traffico Internet nell’Italia centro-meridionale e nell’area del Mediterraneo. Il confronto è innanzitutto con Mix (Milan Internet eXchange), che opera da più tempo e a propria volta ha aperto PoP anche nel Sud del Paese, in particolar modo a Palermo. Ma lo scenario deve tener conto soprattutto di Ixp europei come Francoforte e Amsterdam, che hanno dimensioni molto superiori.

Per essere competitivi, ancor più che sulle infrastrutture locali, occorre essere coinvolti nel passaggio dei cavi sottomarini, anche per sopperire all’endemica insufficienza delle dorsali terrestri che attraversano l’Italia. Qui la situazione è in evoluzione, perché finalmente proprio Roma è destinata a essere coinvolta nel passaggio delle dorsali in costruzione, a cominciare da quella di Telecom Sparkle, per arrivare al progetto di Unitirreno, destinato a interconnettere Liguria e Sicilia, creando un’alternativa alla fin qui dominante Marsiglia.

Maurizio Goretto, direttore generale di Namex

Si tratta di evoluzioni rilevanti non solo per attirare e mantenere vivo l’interesse dei grandi player del Web, ma anche per beneficiare di quote di investimento definite a livello locale: “Nei prossimi quattro anni, l’amministrazione capitolina ha previsto un piano da 14 miliardi di euro, costruito sui driver dell’innovazione, dell’inclusione e della sostenibilità”, ha dettagliato Paolo Aielli, direttore generale di Roma Capitale, nel corso dell’annuale conferenza di Namex. “Il punto di partenza saranno le infrastrutture tecnologiche abilitanti per un territorio da 1.450 km quadrati. Abbiamo scadenze importanti da affrontare, tra le quali il Giubileo del 2025”.

Nel frattempo, Namex sta consolidando il proprio radicamento e fa leva sui numeri in crescita: “Abbiamo 212 reti collegate e abbiamo sostenuto un picco di traffico fino 550 Gbps nel 2023, soprattutto grazie alla trasmissione delle partite di calcio in streaming”, ha raccontato il direttore generale Maurizio Goretti. “Fuori Roma, siamo presenti a Bari, da poco a Napoli e poi abbiamo aperto in Albania, dove abbiamo già oltre una ventina di Ixp collegati”.

 

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