06/10/2020 di Redazione

Manette per John McAfee, accuse di frode ed evasione fiscale

Il padre dell’omonimo antivirus, oggi 75enne, è stato arrestato in Spagna per la promozione “sponsorizzata” di criptovalute e mancati versamenti di tasse.

John McAfee è passato dall’antivirus alle criptovalute (di cui ultimamente è diventato un esperto) e oggi anche alle manette. Il 75enne programmatore informatico e imprenditore britannico, naturalizzato statunitense, fondatore dell’omonima società,  ieri è stato arrestato in Spagna in seguito a un’indagine del Dipartimento di Giustizia Statunitense, che ne ha chiesto l’estradizione. Due le accuse nei suoi confronti: frode nella promozione di Ico (Inizial Coin Offering) di token di criptovaluta ed evasione fiscale.

 

Il programmatore è diventato negli ultimi anni un esperto di criptovalute, oltre che di altre materie tecnologiche e non, e oltre a essersi distinto negli anni per la propria eccentricità. Nel suo curriculum vitae figurano anche le dichiarazioni provocatorie contro la sua ex azienda (venduta a Intel per 7,8 miliardi di dollari), un’accusa di omicidio che sarebbe avvenuto nel 2012 nella sua lussuosissima abitazione in Belize e un improbabile tuffo nella politica con la candidatura alle presidenziali Usa del 2020, insieme al Libertarian Party. Sul suo profilo Twitter, da dove fino a qualche settimana fa impartiva lezioni di politica in pillole, l'immodesto si definisce "iconoclasta, amante delle donne, dell'avventura e del mistero".

 

Per quanto riguarda il primo capo d’imputazione, McAfee avrebbe incassato criptovaluta per un valore di oltre 23,1 milioni di dollari per promuovere una serie di Ico, senza però dichiarare la natura “sponsorizzata” di tale attività promozionale. Una relazione della Security Exchange Commission dettaglia le modalità di questa condotta fraudolenta. 

 

Quanto alle irregolarità fiscali, il miliardario è accusato di non aver compilato le dichiarazioni dei redditi dal 2014 al 2018. McAfee inoltre avrebbe utilizzato dei prestanome per nascondere versamenti bancari, account di criptovaluta, proprietà immobiliari, uno yacht e un non specificato mezzo di trasporto. Se giudicato colpevole, il 75enne rischia una condanna a svariati anni di carcere: fino a cinque per ciascuna delle cinque imputazioni di evasione fiscale e altrettanti per le cinque imputazioni sulle mancate dichiarazioni dei redditi. Nell’annunciare l’arresto dell’imprenditore, il Dipartimento di Giustizia ha specificato che le accuse riguardano solamente la sua persona e non la società di sicurezza informatica che ancora reca il suo nome.

 
 

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