20/11/2020 di Redazione

Nel mondo post covid, il cloud ibrido è più strategico che mai

Un numero crescente di aziende ha scoperto l’importanza delle infrastrutture IT che mescolano on-premise e cloud, assecondando il nuovo modo di lavorare. Ce ne parla Wendy M. Pfeiffer, chief information officer di Nutanix.

Il mondo dei vendor tecnologici è concorde: la pandemia di covid-19 ha avuto pesanti effetti sulle aziende non solo in termini di operatività e giro d’affari messi alla prova, ma anche di cybersicurezza. La rapida ascesa degli attacchi informatici che hanno sfruttato il tema del coronavirus e preso di mira i lavoratori in smart working è stata osservata da numerosi vendor, tra cui anche Nutanix. L’annuale “Enterprise Cloud Index”, giunto alla terza edizione, evidenzia i cambiamenti di strategia tecnologica delle aziende: sempre più si preme l’acceleratore sul cloud, o meglio sul cloud ibrido. Ce ne parla Wendy M. Pfeiffer, chief information officer di Nutanix.

 

Wendy M. Pfeiffer, chief information officer di Nutanix

 

Nei giorni scorsi abbiamo annunciato i risultati della terza edizione del nostro report annuale “Enterprise Cloud Index”, volto a misurare i progressi delle imprese nell’adozione di cloud privati, ibridi e pubblici. Per il terzo anno consecutivo, gli intervistati hanno definito il cloud ibrido come il modello ideale di infrastruttura IT: l’86% infatti l’ha indicato come l’approccio più flessibile e agile. Abbiamo anche riscontrato che l’adozione del cloud ibrido quest’anno ha subito un’accelerazione grazie a una rinnovata attenzione verso gli sforzi strategici dei team IT per supportare le proprie aziende durante la crisi causata dal covid-19. 

In particolare, la nostra base di intervistati è composta da 3.400 responsabili delle decisioni in ambito IT di aziende di diverse dimensioni, settori e aree geografiche. Le risposte raccolte scattano anche una fotografia circa l’adozione prevista sul lungo termine e l’impatto delle nuove tecnologie a seguito della pandemia. Come società, negli ultimi tre anni abbiamo voluto e avuto bisogno del cloud ibrido, ma gli ultimi otto mesi ci hanno mostrato quanto il cloud ibrido sia davvero essenziale per costruire le basi del successo di ogni azienda. La pandemia e l’economia globale hanno messo sotto pressione il modello ibrido, e ciò significa che esiste una domanda più ampia che mai.

(Fonte: Nutanix, "Enterprise Cloud Index", 2020)

 

Aspettative al rialzo
Con lo scoppio della pandemia, all’inizio di marzo, I dipartimenti IT aziendali si sono adoperati per rendere operativa la propria forza lavoro da remoto, spostando l’attenzione verso il supporto dei telelavoratori e consentendo l’implementazione quasi istantanea di infrastrutture che raggiungessero la forza lavoro distribuita a livello geografico. Questa nuova realtà è destinata a perdurare: l’indagine ha rilevato, infatti, che solo il 7% delle aziende non ha telelavoratori a tempo pieno, in calo rispetto al 27% di un anno fa, e il miglioramento dell’infrastruttura IT e delle funzionalità di telelavoro risultano essere ancora delle priorità fondamentali per i prossimi 12-18 mesi.

Con il protrarsi della pandemia, tuttavia, le iniziative IT legate al covid  hanno assunto una nuova importanza sul lungo periodo e hanno stimolato le aziende verso una maggiore adozione del cloud. L’indagine, infatti, ha rilevato che la maggioranza degli intervistati (circa il 76%) riferisce che la pandemia ha fatto pensare all’IT in modo più strategico, e il 46% dichiara che l’aumento degli investimenti nel cloud ibrido è una conseguenza diretta della pandemia.

(Fonte: Nutanix, "Enterprise Cloud Index", 2020)

 

Le distribuzioni di cloud ibrido durante la crisi hanno garantito una serie di vantaggi, tra cui la possibilità di offrire configurazioni di lavoro flessibili, rafforzare i piani per la continuità aziendale, semplificare le attività e aumentare l’utilizzo di strumenti di videoconferenza. Oggi le aziende stanno anche dando priorità alle infrastrutture IT che offrono visibilità e controllo: il 58% degli intervistati dichiara che il motivo principale per modificare la propria infrastruttura è stato quello di ottenere un maggior controllo delle risorse IT, mentre il 55% ha citato la soddisfazione di esigenze aziendali dinamiche come fattori trainante. Quando si tratta di guidare il cambiamento nell’IT, il prendere decisioni strategiche ha sostituito il taglio dei costi nell’era del lavoro a distanza. In un mondo in cui regnano flessibilità e agilità, il modello ibrido continuerà ad essere la scelta migliore.

Un cambiamento irreversibile
La nostra indagine ha dimostrato che l’IT ha assunto un ruolo più strategico. In molti casi, è passato dall’essere responsabile per circa il 20% del successo dell’azienda ad essere uno dei principali elementi trainanti. Se oggi le infrastrutture e i servizi improvvisamente non fossero più disponibili le nostre aziende smetterebbero di funzionare. Molte industrie che non si affidavano alla tecnologia prima della pandemia ora ne hanno bisogno, comprese le amministrazioni locali e i docenti. Il covid ha accelerato la trasformazione nelle industrie fisiche: come dovrebbero reagire i team IT a fronte di tutta questa responsabilità?

I Cio devono diventare educatori e traduttori per le nostre controparti in azienda e dimostrare perché un modello operativo ibrido aiuterà le aziende a prosperare in futuro. L’ibrido non è più solo un modello tecnologico: è un modello di business. Quando parliamo di tornare al lavoro in ufficio o di trasformazione digitale non immaginiamo di tornare a una modalità di lavoro monolitica. Tutte le interazioni sociali e fisiche saranno ibride in futuro. Se riusciremo a continuare a fornire gli strumenti adatti alle nostre aziende per operare al meglio in un modello ibrido, i Cio e i team IT continueranno a contribuire al successo delle aziende e dei settori in cui operano, indipendentemente da ciò che ci riserverà l’anno a venire. A prescindere dall’evoluzione della pandemia, il telelavoro e soluzioni IT flessibili manterranno il ruolo acquisito. Non vedo l’ora di vedere tutte le innovazioni che questi momenti difficili ci porteranno per offrire un miglior servizio ai clienti, per rimanere competitivi e per mettere a disposizione dei dipendenti modelli di lavoro che si adattano alle loro mutevoli esigenze.

 

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