Il Ces di Las Vegas archivia anche l'edizione 2011 con un buon numero di novità di prodotto, soprattutto nel segmento consumer (non si poteva pretendere molto da una manifestazione, appunto, dedicata al mondo degli utenti finali) ma senza il botto finale.
Come al solito, si possono identificare un paio di trend particolarmente evidenti. Il primo, quello dei tablet concorrenti di iPad, ha visto da una parte (quella dei dispositivi dotati di Android) una certa vivacità, con annunci interessanti, primo tra tutti lo Xoom di Motorola. I nuovi tablet saranno equipaggiati con Android 3.0 (il già famoso Honeycomb) e saranno per lo più di grande formato, con schermi compresi tra 9 a 10 pollici. Una prima indicazione quindi sembrerebbe quella che avalla la teoria di Steve Jobs, e cioè che i tablet per avere successo devono avere uno schermo generoso (leggasi "non come il Samsung Galaxy Tab").
Il tablet Motorola Xoom.
La grande diagonale dei display dei tablet sembrerebbe fare il paio con
l'aumento delle dimensioni degli schermi dei nuovi smartphone. Molti di quelli visti al Ces sfoggiano diagonali di 4 pollici e anche più, stringendo quindi un po' la prospettiva dei dispositivi che stanno a metà strada, proprio come il tablet da 7 pollici di Samsung (che, bisogna dire a onor del vero, ha avuto in questi primi mesi un buon successo commerciale).
Sempre restando nel segmento dei dispositivi mobili, non si può non citare altri due fenomeni visti al Ces: l'utilizzo sempre più massiccio in prospettiva dei
processori dual core (gli smartphone hanno bisogno di potenze di calcolo sempre più elevate per regalare un'esperienza di utilizzo soddisfacente) e la relativamente scarsa spinta di Microsoft (e di conseguenza dei produttori) nei confronti dei tablet Windows.
Il secondo trend è molto interessante ma di difficile interpretazione. Riguarda la visualizzazione di contenuti 3D.
Nonostante lo scarso successo commerciale dei prodotti già equipaggiati con questa caratteristica, il 3D è stata l'area in cui tutti i produttori, e sottolineiamo tutti, hanno mostrato i maggiori sforzi e il maggior numero di novità. Estremo tentativo (di marketing) di cercare valore per poter ritrovare un po' di sano margine di guadagno, sempre più magro negli ultimi anni, o vera capacità "visionaria" di anticipare quello che nel prossimo futuro sarà un bisogno reale degli utenti?
Difficile dirlo. Sta di fatto che il 3D è passato dai soli televisori (dove sta diventando uno standard sui modelli di fascia medio-alta) alle video e fotocamere e perfino alle console portatili.
Per quanto riguarda le tv,
alcuni produttori, come la coreana Lg, si sono indirizzati verso la versione "passiva" del 3D. Forse un po' meno performante in termini di qualità ma senz'altro più fruibile in termini di costi e di facilità d'uso (gli occhiali polarizzati costano pochi euro e sono comodi da indossare).
Altri come Toshiba sembra vogliano sperimentare con decisione la strada del 3D "nature", cioè senza occhiali, una strada ancora lunga ma meno impervia di quanto sembrava solo pochi mesi fa.
La Tv 3D secondo Lg: con occhiali "passivi".
Molti hanno mostrato prototipi di piccoli schermi con capacità tridimensionali, che un domani (non tanto remoto, visto che a marzo arriverà la Nintendo 3Ds) potranno equipaggiare anche gli smartphone.
L'ultimo cenno riguarda
Microsoft. Al Ces si è vista una prima estensione dell'interfaccia di
Kinect, che ora, oltre a pilotare l'Xbox, può essere utilizzata per animare avatar da utilizzare nei social network. Nulla esclude che tra non molto l'interazione tridimensionale possa essere sfruttata anche in ambiente business, e non solo quindi per divertisi con i videogiochi. Una prospettiva interessante che ci fa tornare alla mente scenari da film di fantascienza (Minority Report, su tutti) ma che fa intravedere anche nuove possibilità di incrementare la produttività e la collaborazione sul lavoro.
Infine al Ces, sempre da Microsoft è arrivato l'annuncio della fine dell'esclusività del rapporto con Intel. Il tanto amato/odiato
Wintel che negli ultimi anni ha fatto coincidere con la partnership tra le due aziende lo sviluppo del personal computing. E' una buona notizia per tutti, anche per Microsoft e Intel: sfidarsi su più campi, restando ovviamente anche ottimi partner, non può che far bene al mercato, utenti compresi.