28/06/2021 di Redazione

Nokia e il ruolo delle tecnologie nella trasformazione digitale

Come procede il cammino del 5G, e che ruolo avrà l’intelligenza artificiale nel campo dei servizi di rete? Ne parliamo con Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Nokia Italia

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Come procede il cammino del 5G e quali nuove conquiste si profilano all’orizzonte nel mondo delle telecomunicazioni? L’intelligenza artificiale trasformerà il funzionamento dei servizi di rete? Ne abbiamo parlato con Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Nokia Italia.

 

A che punto siamo con la reale disponibilità di infrastrutture e soluzioni 5G, e quali saranno i prossimi passi significativi?

G.D.F. Diciamolo subito e in modo chiaro: il 5G è già una realtà a livello mondiale. 69 paesi hanno attivato reti 5G per un totale di 166 reti in esercizio. Nokia ha siglato più di 200 accordi commerciali, con 66 reti operative. Ben 24 dei 27 paesi dell’Unione Europea hanno reti 5G in esercizio e in Italia i quattro maggiori operatori mobili hanno attivato il servizio. Il tutto è avvenuto con un tasso di sviluppo più rapido di quello delle precedenti generazioni radiomobili. E le prestazioni in campo sono stupefacenti. Posso citare giusto l’ultima della serie? Negli Stati Uniti Nokia ha battuto un record mondiale, raggiungendo la velocità di circa un gigabit al secondo in downlink su una distanza di 10 km, utilizzando la nostra tecnologia radio sulla frequenza di 28 GHz, con l’operatore mobile USCellular.

Insomma, non c’è dubbio che il 5G sia ormai una realtà. Il 2022 dovrebbe essere l’anno della svolta in Italia, con la diffusione del 5G sul territorio. La copertura dovrà avere logiche diverse da quanto è stato fatto per le generazioni radiomobili precedenti, perché il 5G non è semplicemente un 4G più veloce ma è uno strumento fondamentale per la trasformazione digitale, in particolare delle imprese. Quindi, come primo passo, è necessaria una copertura delle aree industriali, dei porti, degli aeroporti, che rappresentano i primi attori della quarta rivoluzione industriale. E la novità è rappresentata proprio da questi nuovi protagonisti, che non saranno più costretti a scegliere tra le soluzioni tecnologiche offerte solo dagli operatori, ma avranno la possibilità di costruire il proprio percorso di trasformazione scegliendo e combinando gli “ingredienti”, rivolgendosi a un ecosistema di fornitori di soluzioni, fra i quali ci sono anche, e non solo, gli operatori. Tra questi “ingredienti” ci sono Internet delle cose, robotica automatizzata, intelligenza artificiale, machine learning, realtà aumentata, e molte aziende stanno acquisendo consapevolezza sulle opportunità offerte dal 5G.

Anche i consumatori ne ricaveranno notevoli benefici: si va da nuove forme di intrattenimento a servizi che mirano a specifici hobby, attività o stili di vita. A questi si aggiungono servizi “ponte” come la sanità, la mobilità intelligente, le smart city, che rappresentano punti di incontro tra le esigenze degli individui e le opportunità per imprese e Pubblica Amministrazione. Per essere concreti: le operazioni chirurgiche da remoto saranno presto una realtà e per le persone ci sarà la possibilità di effettuare visite virtuali a musei nei quali non hanno possibilità di recarsi, scegliendo il percorso e fermandosi ad ammirare le opere d’arte che più interessano. E non sarà come guardare un filmato: con la realtà virtuale immersiva si avrà l’effetto presenza, che simulerà una visita dal vivo in modo davvero stupefacente.

I paradigmi cloud, edge e distributed computing sembrano, sulla carta, ormai accettati dalle aziende e dalle organizzazioni della PA. Qual è il ruolo di Nokia in questa transizione alle nuove infrastrutture?

G.D.F. A livello globale, stiamo assistendo a trend significativi che avranno un profondo impatto sul settore Ict, e più in generale sulle nostre vite, nei prossimi anni. Il 5G e le tecnologie collegate sono naturalmente al centro della transizione o, direi meglio, trasformazione. Per completare il quadro dobbiamo includere l'accesso ultrabroadband in fibra, in continua evoluzione, e le tecnologie fotoniche di trasporto delle informazioni, senza le quali non sarebbero possibili scenari di alcun tipo. Non diamo queste infrastrutture per scontate: la pandemia ci ha mostrato quanto siano fondamentali – se non vitali – per la nostra vita privata e lavorativa.

Le reti saranno sempre più "mission-critical" tanto per i consumatori, che vorranno accedere alle piattaforme di servizio, di e-commerce e social con prestazioni crescenti, quanto per le industrie, che utilizzeranno paradigmi di intelligenza artificiale con livelli di servizio garantiti e sempre più stringenti.

 

Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Nokia Italia

 

A proposito di  infrastrutture critiche, come vi state proponendo in quest’ambito?

G.D.F. Nell’ambito delle infrastrutture critiche Nokia, grazie alla leadership tecnologica e all’esperienza maturata, è in grado di giocare un ruolo di primo piano per imprese e Pubblica Amministrazione abilitando nuovi modelli di business con il massimo livello di sicurezza ed affidabilità. Un caso concreto può chiarire meglio: ad Amburgo, in Germania, stiamo avviando la realizzazione commerciale di una rete privata radiomobile per Lufthansa Technik, per abilitare l’ispezione virtuale di parti del motore degli aerei attraverso collegamenti video ad alta velocità e alta definizione, tramite tecnologia Nokia Digital Automation Cloud 5G Stand Alone. I lavori di manutenzione dei motori potranno essere svolti da remoto o in modalità ibrida, prendendo le opportune decisioni, con risparmio di tempo e di costi, garantendo gli standard di sicurezza richiesti. Le soluzioni innovative di Nokia per reti private mobili (Private Wireless Networks) sono un esempio di infrastruttura business-critical con svariate possibilità di applicazione in ambiti diversi.

Elementi di intelligenza artificiale vengono utilizzati in tutti i settori e per diversi processi. Quando e come questa tecnologia sarà in grado di fare (e far fare) un vero salto di qualità?

G.D.F. Il paradigma che si sta affermando è basato sul modello “as-a-service”. Per capire di che cosa stiamo parlando, permettetemi di fare un salto indietro di qualche decennio. Ricordate le prime segreterie telefoniche? Capita ancora di vederle in qualche film non proprio recente. Ebbene, la segreteria telefonica era una sorta di registratore a cassette magnetiche che si collegava al telefono domestico e consentiva di lasciare un messaggio, che veniva ascoltato al ritorno a casa. Ma c’erano vari inconvenienti: a volte la cassetta si inceppava e tutti i messaggi andavano perduti, oppure quando si stava via a lungo si riempiva e non era più possibile registrare. Gli operatori decisero di fornire la stessa funzionalità tramite un servizio: la segreteria telefonica non era più il registratore da collegare al telefono. Era sufficiente digitare un codice per ascoltare i messaggi, dapprima al ritorno a casa e successivamente anche da remoto. Al resto pensava l’operatore telefonico. Niente più registratori e cassette magnetiche. Sembrava l’uovo di Colombo, ma da allora abbiamo esteso il concetto a tutti gli ambiti.

Oggi, nel regno dei consumatori, possiamo accedere praticamente a qualsiasi forma di contenuto - film, musica, giochi, sport, spettacoli televisivi o notizie - attraverso abbonamenti mensili ai servizi, e nel mondo delle imprese tutto, dalle reti private virtuali al software di produttività dell'ufficio, all'elaborazione computazionale, è fornito attraverso un contratto di servizio. Direi, tuttavia, che abbiamo appena scalfito la superficie del vasto potenziale del modello'”as-a-service”. Si può fornire ad un operatore elettrico un servizio di sorveglianza della rete tramite droni, per monitorare la sicurezza degli impianti, oppure abilitare, per società di logistica, il servizio di tracciamento di precisione, per la gestione della spedizione di merci di particolare valore. Tutte queste applicazioni sono altamente sensibili alla soddisfazione dell’utente, quella che in gergo si chiama “user experience”. I fornitori devono assicurarsi che i clienti ottengano l'esperienza desiderata, in base alle loro esigenze e aspettative, nel momento e nel luogo giusto, nei dispositivi che usano e nei punti di contatto con cui interagiscono. L’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico (o Machine Learning) abilitano i servizi citati.

Le capacità predittive e in tempo reale, consentite dall’intelligenza artificiale, rendono possibili analisi che riflettono le esperienze dei clienti in tempo reale, sostituendo la reportistica successiva agli eventi. Sfruttando intelligenza artificiale e apprendimento automatico, i fornitori di servizi ricevono indicazioni in ogni momento e su ogni singolo cliente, consentendo loro di soddisfare le esigenze degli utenti e prevenendo possibili criticità. Il fornitore di servizi deve “solo” assicurare il corretto funzionamento e la continuità di esercizio delle piattaforme abilitanti. La crescente adozione del modello “as-a-service” richiederà di conseguenza un ruolo sempre più rilevante da parte di intelligenza artificiale e machine learning per la creazione, l’erogazione e la fruizione di nuovi servizi, con caratteristiche personalizzate – grazie all’uso dei Big Data - e utilizzo real-time, abilitato dalle reti ad altissima velocità e reattività quasi istantanea.

La seconda potenza manifatturiera in Europa evidenzia un’adozione delle tecnologie di smart manufacturing a macchia di leopardo. Quali ostacoli vanno ancora superati?

G.D.F. Durante la pandemia in corso, i produttori hanno dovuto affrontare sfide nuove e impreviste, mentre si sforzavano di soddisfare i cambiamenti dinamici nella domanda dei consumatori e delle imprese. I problemi della catena di approvvigionamento hanno reso discontinua la disponibilità dei componenti. Misure e precauzioni rigorose sono state attuate per salvaguardare la salute, la sicurezza e il benessere della forza lavoro, si pensi al distanziamento sociale nelle catene di montaggio. Abbiamo visto produttori di birra e distillatori convertirsi alla produzione di disinfettanti per le mani, aziende automobilistiche e aerospaziali produrre macchine Cpap (ventilazione forzata) e ventilatori. Persino i team di auto da corsa di Formula 1 hanno sfruttato la loro esperienza per assistere lo sforzo sanitario collettivo. La necessità è davvero la madre dell'inventiva.

Così, quando questa fase sarà finita - come certamente accadrà - il settore manifatturiero avrà superato il momento critico e posto le basi per un’adozione di tecnologie innovative su scala. Ed è proprio la scala, il problema o, se vogliamo, l’opportunità. Il punto centrale è che, almeno per quanto riguarda l’Italia, le aziende mediamente non sono ancora ben informate - e tanto meno formate - sulle opportunità offerte dalla nuove tecnologie. C’è un atteggiamento attendista, certamente anche dovuto all’incertezza presente. Ma io guardo anche fuori dai confini e vedo alcuni dei nostri vicini – che subiscono la pandemia come noi , ma che evidentemente la affrontano diversamente - realizzare progetti negli ambiti dello smart manufacturing, smart logistics, smart ports. Tutti settori in cui l’Italia ha tanto da dire e da dare.

Uno degli ambiti in cui altri Paesi hanno avuto gioco più facile è il tema delle frequenze 5G utilizzabili per realizzazioni industriali: come la Germania, e il progetto di Lufthansa che citavo prima ne è un esempio. È però vero che in Francia e in altri Paesi europei si sono realizzati grandi progetti di trasformazione industriale con il ruolo attivo degli operatori di telecomunicazione e quindi con un approccio “di sistema”, che spesso manca in Italia. In sintesi, credo sia indispensabile, in particolare in vista delle opportunità legate al Pnrr, che la seconda potenza manifatturiera d’Europa si comporti come tale e cioè con una comunione di visione ed intenti e una progettualità finalmente coordinata, con modalità imprenditoriale e capacità manageriali nella gestione dei progetti, specie se legati ai fondi pubblici provenienti dalla Unione Europea. Cogliere,pertanto, rapidamente le opportunità derivanti dal 5G e in generale connesse allo smart manufacturing risulta vitale non solo per un efficace utilizzo dei fondi del Pnrr, ma anche per evitare una perdita di competitività nel mercato globale a favore di altre nazioni/realtà industriali che, come detto, sono più avanti nel coniugare la tecnologia con i nuovi modelli di produzione e di business.

Come tutto questo si sposa con la sostenibilità economica, sociale e ambientale?

G.D.F. Come sperimentiamo ogni giorno, il mondo sta cambiando rapidamente e noi stiamo affrontando sfide fondamentali, la sempre maggiore pressione sul pianeta ma anche il rallentamento, benché non uniforme, nella crescita della produttività e le marcate disuguaglianze nell’accesso alle opportunità. Credo che la tecnologia rappresenti la chiave per affrontare molte delle sfide e opportunità di oggi e per ridurre il livello di disuguaglianze a livello globale.

La tecnologia ci aiuterà a r

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