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Oracle porta in cloud Exadata X9M pensando ai clienti storici

L’infrastruttura di database machine è ora disponibile anche sulla piattaforma Oci e non più solo on-premise. Uno degli obiettivi dell’annuncio è rivolgersi alle realtà del mondo finance e telco fin qui più restie alle migrazioni.

Pubblicato il 03 maggio 2022 da Roberto Bonino

Nello scorso ottobre, Oracle aveva lanciato l’ultima generazione dei propri sistemi Exadata, battezzata X9M. Ora, i sistemi diventano disponibili anche sotto Oracle Cloud Infrastructure (Oci), allargando le opzioni verso l’utilizzo di Oracle Autonomous Database (versione fully managed del proprio Db) ed Exadata Database Service (dove la configurazione avanzata è lasciata nelle mani dei clienti).

Disponibile entro giugno nelle 37 regioni cloud del vendor, l’aggiornamento appare l’ennesima e più aggiornata risposta ai servizi database messi in campo dai big player del cloud, come Aws. Google e Microsoft. Le istanze X9M andranno a rimpiazzare quella della precedente versione X8M, implementati a partire dall’ottobre del 2020, proponendo, come ha indicato Ashish Ray, vice presidente del product management di Oracle, “prestazioni largamente superiori allo stesso prezzo”. In effetti, un’infrastruttura di ultima generazione permette di accedere a un massimo di 8064 vCpu, contro le 3200 della versione precedente, facendo anche salire a 3,2 Pb di dati non compressi la capacità di storage (prima ci si fermava a 2,6 Pb).

 

Ashish Ray, vice presidente product management di Oracle


A questo punto, anche Exadata X9M può essere utilizzata on-premise o in cloud, sfruttando le ottimizzazioni specifiche studiate da Oracle per la gestione del proprio database. Su quali basi orientare la scelta? “Lo spostamento dei carichi di lavoro nel cloud per molte aziende è un processo che richiede tempo”, ha spiegato Ray. “Le applicazioni aziendali in esecuzione in un'organizzazione spesso dipendono dall'infrastruttura del data center esistente. CI sono casi dove ancora occorre che l’hardware debba restare in locale e per questo abbiamo sviluppato i servizi Cloud @Customer, mentre se non ci sono particolari vincoli, allora conviene spostarsi su cloud pubblico e sfruttare la Exadata Cloud Infrastructure”.

Dati i livelli di prestazioni e capacità proposti, realtà come banche, giganti della supply chain o telecom provider appaiono quelle più accreditate per apprezzare la nuova flessibilità dell’infrastruttura, evitando magari di farsi tentare dalla pletora di istanze fornite dagli hyperscaler: “Con la nostra soluzione”, ha sottolineato Ray, “i clienti possono iniziare anche con piccoli progetti e poi estenderne l’uso per necessità critiche oppure per implementare nuove applicazioni destinate a crescere di importanza nel tempo, ad esempio nel mondo commerciale o del marketing”.

 
Tag: database, cloud, migrazione, Autonomous Database

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