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Responsabili IT carichi di motivazioni, ma il 50% si sente svalutato

Nelle medie e grandi aziende europee il 50% dei responsabili IT non sente di aver ottenuto il giusto riconoscimento per il ruolo svolto nella pandemia. Lo svela una ricerca di Pure Storage.

Pubblicato il 05 novembre 2021 da Redazione

Il reparto IT rivendica la propria rilevanza in azienda, e oggi può permettersi di farlo. L’accelerazione della trasformazione digitale indotta dalla pandemia di covid ha avuto dei riflessi sul modo in cui l’IT viene percepito dai colleghi e dai vertici aziendali, ma anche su motivazioni e progetti per il futuro. Ad affermarlo è una ricerca condotta per conto di Pure Storage dalla società di consulenza Insight Avenue, che nei mesi di aprile e maggio scorsi ha interpellato 504 responsabili IT appartenenti ad aziende europee (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svizzera) da oltre cinquecento dipendenti.

 

Il 79% degli intervistati si è detto soddisfatto dell'impatto che è riuscito a produrre in azienda nel corso dei dodici mesi precedenti. Il 44% dei responsabili IT pensa di aver saputo creare una infrastruttura tecnologica molto robusta, il 38% ha messo a fattor comune la propria cultura e processi improntati all’agilità. Oggi, dunque, dominano i sentimenti positivi e l’impressione di aver dato un contributo essenziale nel superamento delle difficoltà della pandemia.

 

In particolare, il 58% degli intervistati si sente motivato nel lavoro perché crede che l’IT abbia saputo dimostrare il proprio valore, il 56% è entusiasta del fatto che l'IT abbia finalmente voce in capitolo sulle strategie dell’azienda e il 56% rileva un collegamento diretto tra i cambiamenti tecnologici e i risultati di business. Solo il 23% degli intervistati si è detto entusiasta e motivato dalla tecnologia in sé. Tuttavia ben il 50% dei responsabili IT si sente frustrato dalla mancanza di riconoscimenti per il ruolo svolto. Altri motivi di insoddisfazione derivano dalle discordanze di opinioni sulle priorità e sulla risoluzione reattiva dei problemi (48%) nonché dalla costante pressione per riuscire a innovare e allo stesso tempo tagliare i costi (35%).

 

“Quando è scoppiata la pandemia, i responsabili IT hanno avuto l'immensa responsabilità di riuscire a far proseguire le operazioni e isolare le aziende da ogni problema di tipo fisico e finanziario. Durante l'ultimo anno questa pressione si è evoluta, e oggi il focus è sulla definizione di una panoramica strategica del cambiamento delle esigenze aziendali”, ha commentato Mauro Bonfanti, regional vice president Emea di Pure Storage. “Guardando avanti, è essenziale che le necessità del business vengano bilanciate e prioritizzate affinché i Cio possano continuare a fornire la tecnologia necessaria per creare un impatto significativo sugli utenti”.

 

Alla domanda su quali sarebbero state le priorità dell’anno a venire, la focalizzazione sui risultati nel supportare le attività aziendali è stata citata dal 52% degli intervistati, vision e strategie dal 50%, le metodologie sperimentali/agili dal 37% e la gestione dei team IT dispersi dal 37%. Fra gli obiettivi strategici per il 2021 e 2022, in prima linea ci sono l’agenda green (importante per ben il 63% degli  intervistati italiani, la più alta percentuale in Europa), il potenziamento dei team IT con nuovo personale (50%) e la formazione di nuove competenze nel team (44%). 

 

In assoluto, le priorità specifiche per il reparto IT saranno l’accelerazione della trasformazione digitale (83%), il miglioramento dell’esperienza di lavoro ibrido o da remoto dei dipendenti (79%), il miglioramento dell’esperienza dei clienti (79%) e l’integrazione dell’agilità all'interno dell'azienda (77%). Inoltre i responsabili IT sono intenzionati a consolidare i rapporti di collaborazione con altre figure aziendali, e in particolare i chief product officer (per il 48% degli intervistati), i chief operating officer (48%) e amministratori delegati (40%). 

 
Tag: lavoro, pure storage, trasformazione digitale, It manager, pandemia

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