07/06/2023 di Redazione

Silos e complessità, le aziende “sprecano” un terzo dei propri dati

Secondo uno studio di Cloudera, le organizzazioni italiane non utilizzano al meglio una parte dei propri dati. Troppi gli strumenti di analytics in uso.

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Raccolti, aggregati, analizzati, spostati, conservati, persi: i dati sono al centro di qualsiasi attività di business, e non è certo esagerata l’espressione (ormai abusata, ma pur sempre corretta) secondo cui sono diventati il nuovo petrolio. Eppure le aziende ancora oggi “sprecano” una buona parte dei propri dati. Un nuovo studio di Cloudera svela che in Italia, mediamente, le aziende non riescono a sfruttare al meglio un terzo dei propri dati. L’indagine è stata condotta da Coleman Parkes Research tra marzo e aprile su 850 decisori IT, responsabili dell’analisi dei dati e degli strumenti di analytics, di altrettante grandi aziende residenti in Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Medio Oriente.

 

Perché non si riesce a trarre dai dati il massimo valore? I problemi sono quelli noti: frammentazione, silos, complessità dell’ambiente IT, mancanza di visibilità. Tra gli italiani intervistati, il 76% ha detto che nella propria azienda la dispersione dei dati su ambienti cloud e on-premise rende più difficile derivarne valore. Il 58% dei decisori IT crede che i silos impediscano di prendere decisioni in tempo reale, e il 59% ritiene che l’azienda abbia perso denaro per questo motivo.

 

In sostanza, la complessità degli attuali ambienti IT, ibridi e multi-fornitore, non favorisce la buona gestione dei dati. Tra le aziende italiane del campione, il 67% li archivia in un ambiente ibrido, ovvero utilizza sia il cloud on-premise/privato sia il cloud pubblico. Inoltre il 68% ha adottato un modello multi-cloud, utilizzando due o più hyperscaler.

Il cloud presenta comunque notevoli vantaggi, tant’è che uno schiacciante 97% prevede di migrare nella “nuvola” un maggior numero di dati nei prossimi tre anni. La migliore accessibilità ai dati (52%), l’ottimizzazione dello storage e del backup (51%) e la riduzione dei costi (36%) sono i principali benefici ricercati. Tuttavia coesisterà un movimento contrario, una “reimpatriata” on-premise: il 76% delle aziende conta di riportare in sede parte dei propri dati da qui a tre anni per ragioni di conformità (59%), timori di cloud lock-in (53%) e sfide relative alla complessità e all’integrazione dell’IT (50%). Circa un’azienda su due (49%) segnala come ostacolo alla ulteriore migrazione in cloud i problemi di prestazioni nell’elaborazione di grandi insiemi di dati in tempo reale.

 

“Molte organizzazioni puntano sul cloud per poi ritrovarsi a dover spostare alcuni dati nuovamente on premise per motivi di costi, governance e sovranità”, ha commentato Fabio Pascali, regional vice president Italy di Cloudera. “La disposizione dei dati all’interno di un complesso mosaico di ambienti cloud ibridi rende difficile per molte aziende estrarne appieno il valore. Per ogni organizzazione, sfruttare al meglio i dati che si hanno a disposizione in modo sicuro è un aspetto fondamentale, che non sempre viene ancora affrontato al meglio”.
 

 

Qual è la soluzione? “La presenza di moderne architetture di dati può aiutare a vincere questa sfida, ottenendo maggiore valore e, contemporaneamente, ottimizzando i costi del cloud”, suggerisce Pascali. Per ottenere insight significativi dai dati, ovviamente, sono cruciali gli strumenti di analytics, oggi utilizzati soprattutto dai reparti IT (60% delle aziende italiane del campione), dai team finance (51%), vendite (50%), marketing (50%), operation (41%) e risorse umane (41%). Quantità non significa qualità: il 68% degli intervistati pensa che la propria azienda disponga di un numero eccessivo di strumenti di analisi dei dati ed è preoccupato per la dispersione.

“Sebbene diversi dipartimenti intendano sfruttare la potenza della data analytics per ottenere trarne vantaggio, l’implementazione di più soluzioni puntuali può aggiungere livelli di complessità e silos di informazioni”, rimarca Pascali. “In un momento in cui tutte le organizzazioni vogliono muoversi più velocemente, stare al passo con i tempi nella gestione e utilizzo dei dati è imprescindibile. Le imprese che sono in grado di sfruttare i propri dati in modo rapido ed efficace - indipendentemente dalla loro ubicazione - scopriranno di avere un significativo vantaggio competitivo”.

 

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