21/10/2022 di Redazione

Sostenibilità e cloud, i due pilastri di Sap (e dei suoi clienti)

Mentre nel mondo si moltiplicano le iniziative di sostenibilità ambientale, l’adozione di Sap Rise è in forte crescita anche in Italia. I casi di Aptar, Bologna Fiere e Maire Tecnimont.

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Quanto la sostenibilità ambientale è davvero presente nelle strategie delle aziende, al di là delle dichiarazioni d’intenti e delle operazioni di greenwashing? Di certo è un tema che sta guadagnando rilevanza non solo tra i consumatori ma anche nei consigli di amministrazione di piccole, medie e grandi imprese. Lo dimostra una nuova, ampia indagine condotta da Sap su oltre 6.600 manager di aziende distribuite su 40 Paesi e 29 settori: il 60% degli intervistati pensa che la sostenibilità abbia un effetto “forte o moderato” sulla competitività e sulla profittabilità dell’azienda nel lungo periodo.

Per diventare sostenibili è spesso necessario trasformarsi, intaccando alcune abitudini e processi aziendali e magari affrontando delle spese. Ma è un investimento che ripaga, perché profitti ed etica ecologista non sono incompatibili, anzi. “Le due cose si possono conciliare”, ha dichiarato Carla Masperi, amministratore delegato Sap Italia, in conferenza stampa a Milano durante l’annuale fiera-evento Sap Now. “Secondo la nostra ricerca, il 75% delle persone trova una correlazione positiva tra profittabilità e sostenibilità, il 71% la trova fra competitività e sostenibilità”.

Sap aveva già realizzato un simile studio nel 2021 e rispetto ad allora, in questa nuova survey, il numero delle organizzazioni che sta pianificando investimenti in progetti sostenibili è aumentato di cinque volte. Ben l’87% degli intervistati ha detto che i dati di misurazione e reporting sulle questioni ambientali influenzano le decisioni operative e strategiche dell’azienda (in misura moderata o forte) e anche qui il salto rispetto al 2021 è apprezzabile: +15%. Inoltre la maggior parte delle realtà prevede di aumentare gli investimenti destinati alle questioni ambientali nell’arco dei prossimi tre anni. 

 

Che cosa spinge le aziende a diventare più sostenibili? La crescita dei ricavi è la prima motivazione (citata dal 36,6% del campione), cui seguono la realizzazione del purpose dell’azienda (36%), l’impegno del board (35%) e la volontà di assecondare la domanda dei clienti per prodotti e servizi più green (33,7%).

 

Ovviamente non mancano le difficoltà. Tra gli ostacoli  che rallentano i progetti e gli investimenti green sono stati citati la perdurante incertezza creata dalla pandemia di covid, la mancanza di fondi, strategie non coerenti e difficoltà nel dimostrare il ritorno sull’investimento. Perdono invece importanza, rispetto a un anno fa, le difficoltà di misurazione e reporting sull’impatto ambientale e sulle azioni di sostenibilità aziendali. In quest’ambito sono stati compiuti dei progressi e molto, ancora, può essere fatto per aiutare le aziende a definire il punto di partenza e monitorare i progressi.

 

 

Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia

 

E qui si inserisce Sap con la propria offerta di piattaforme e software basati sul calcolo in-memory e, sempre più, sul cloud. “Rise with Sap contribuisce per il 50% alla nostra crescita”, ha detto Masperi, riferendosi all’offerta cloud di Sap, lanciata sul mercato da un paio di anni e comprensiva di S/4 Hana e di un’infrastruttura progettata e gestita dal vendor. Il 100% dei nuovi clienti ha adottato Rise with Sap”, ha aggiunto. 

 

Tre esperienze italiane con Rise with Sap

Tra i nuovi clienti ci sono tre casi d’eccellenza di aziende molto diverse tra loro. La prima è Aptar, multinazionale statunitense (12mila dipendenti e 3 miliardi di dollari di fatturato) che negli anni Novanta si è affermata nella produzione di valvole per l’erogazione di gas, per poi allargarsi ad altre categorie di imballaggi ed erogatori destinati a numerosi campi, dal farmaceutico alla cosmesi. “Aptar in latino significa adattarsi ed è ciò che l’azienda ha sempre fatto, oggi anche in relazione alla sensibilità ecologica”, ha esordito Riccardo De Luca, direttore IS delivery management della filiale italiana, raccontando di come la messa al bando dei clorofluorocarburi nelle bombolette spray abbia obbligato l’azienda a trasformare e differenziare la propria offerta. “La prossima sfida che stiamo affrontando è quella della plastica, perché un domani una qualche normativa potrebbe vietarne l’uso negli imballaggi”.

 

Riccardo De Luca, direttore IS delivery management di Aptar 

 

In un ambito competitivo come quello della stampa della plastica (in cui le aziende cinesi hanno quasi spazzato via i concorrenti europei), per preservare la marginalità è necessario adattarsi continuamente al mercato e questo per Aptar ha significato offrire nuovi servizi informatici ai propri clienti. “I buyer delle aziende devono potersi collegare al sistema IT e verificare tutte le caratteristiche dei prodotti”, ha spiegato De Luca. “Per offrire questi servizi ci serve il cloud”. Cliente di Sap dal 1997, ora l’azienda sta affrontando l’adozione di Rise with Sap.

 

Ha invece già compiuto il “grande salto”, cioè la migrazione dei sistemi core sul cloud, un’altra azienda in questo caso tutta italiana, ma le cui attività si allargano fino a Hong Kong, Shangai, Shenzhen, Dubai, Las Vegas e altre città del mondo. “Oggi siamo un primario operatore fieristico presente non solo su Bologna ma anche all’estero”, ha spiegato Fabio Pericolini, chief financial officer di Gruppo Bologna Fiere. “Inoltre siamo entrati nell’ambito produttivo con la realizzazione di allestimenti e strutture per il mondo fieristico e per il settore alberghiero”. 

“Portiamo ancora i segni della pandemia, che per il nostro settore ha significato una brusca fermata”, ha proseguito il Cfo. “Nel 2020 il mercato fieristico mondiale è calato del 75% rispetto al 2019, e nel 2021 è calato ancora del 50%”. Gruppo Bologna Fiere ha reagito con una strategia di diversificazione delle attività, per esempio prestando i propri spazi alle necessità del momento (vaccinazioni, progetti per le scuole).

 

 

Fabio Pericolini, Cfo di Gruppo Bologna Fiere

 

L’attività di diversificazione è poi proseguita, per esempio abbiamo dei piccoli centri di produzione cinematografica all’interno dei nostri spazi, così come negozi”, ha raccontato Pericolini. “Questa capacità di diversificare ce la stiamo portando dietro anche nel 2022, anno in cui vediamo molto entusiasmo nella partecipazione a eventi e fiere. L’esperienza pandemica ha dimostrato come il digitale sia un elemento complementare rispetto alla dimensione fisica”.

Quella di Sap Rise è stata una scelta che il Cfo ha definito “importante”, impegnativa. Ma è stata anche “quasi una scelta obbligata”, ha spiegato. “Ci siamo ritrovati a essere un operatore da 200 milioni di euro di giro d’affari, con molte società estere, e il precedente gestionale faceva fatica a supportarci. Avevamo la necessità di un diverso sistema che ci supportasse anche nella crescita a doppia cifra. Inoltre oggi, coerentemente con l’evoluzione del ruolo del Cfo, mi servono informazioni molto accurate sulle transazioni e previsioni per indirizzare il management su scelte consapevoli”.

La terza testimonianza è quella di Maire Tecnimont, gruppo italiano multinazionale (una cinquantina di società su 45 Paesi e oltre 40mila dipendenti) che progetta e realizza impianti industriali negli ambiti idrocarburi, chimica verde e rinnovabili. Maire Tecnimont è la prima azienda ingegneristica italiana ad aver adottato Rise with Sap. “Penso che la chimica salverà il mondo se si combina con altre due cose: l’impresa e l’ingegno”, ha detto il chief information officer, Michele Mariella. “La sostenibilità per noi non è greenwashing. Non possiamo colorare di verde qualcosa, dobbiamo entrare in quel verde e portare valore”.

 

 

Michele Mariella, Cio di M

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