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Stampa e Internet delle cose: come si gestisce il futuro?

Alessandro Rigobello, Workflow Automation - senior business development manager di Xerox, illustra lo scenario del printing connesso e spiega come sfruttare al meglio i dati ottenuti dalle stampanti per stimolare le performance aziendali.

Pubblicato il 26 settembre 2017 da Redazione

Il mercato dei dispositivi connessi sta esplodendo. Tutte le principali società di ricerca prevedono una crescita esponenziale dell’Internet delle cose, per arrivare a 80 miliardi di oggetti collegati alla rete nel 2025. Un vero e proprio diluvio di dati, che sta investendo tutti i principali settori e ambiti industriali: dal manifatturiero alla logistica, passando per la smart agriculture al retail. Anche il mercato delle soluzioni di stampa non fa eccezione. In questo caso il problema non è tanto la connessione pura e semplice dei dispositivi, storicamente integrati nella rete aziendale, ma la corretta gestione dei dati prodotti. Come trarre valore dalle informazioni generate dalle stampanti in un’ottica proattiva? Ce ne parla Alessandro Rigobello, Workflow Automation - senior business development manager di Xerox.

 

Alessandro Rigobello, Workflow Automation - senior business development manager di Xerox

 

Nel 2017 circoleranno nel mondo due miliardi di oggetti connessi in più rispetto al 2016, per raggiungere la cifra complessiva di cinquanta miliardi nei prossimi cinque anni. Nel 2020 sarà invece collegato alla rete il 15 per cento degli oggetti (dieci volte di più rispetto al 2010). Non solo: secondo Idc, il mondo dell’Internet of Things raggiungerà gli ottanta miliardi di oggetti connessi entro il 2025, generando almeno 180 zettabyte di dati. Sono i numeri di una crescita esponenziale con cui tutti, anche e soprattutto le imprese, dovranno confrontarsi. E solo quelle che sapranno sfruttare queste opportunità riusciranno a fare la differenza in diversi settori, printing compreso. Per i fornitori di soluzioni di stampa, quindi, quale sarà il modo migliore di utilizzare i dati provenienti dai dispositivi connessi?

Primo esempio: la gestione. Oggi le aziende garantiscono un servizio post-vendita che propone, a seconda del tipo di contratto, la risoluzione dei problemi, la sostituzione di una macchina guasta, il rinnovo della fornitura di carta e inchiostro e così via. Per farlo si basano sulle abitudini di consumo dell’impresa, oppure aspettano che i clienti segnalino il problema. E se invece, da oggi, fosse possibile anticipare le esigenze degli utenti grazie a una gestione proattiva dei servizi? È proprio l’Internet delle Cose a rendere concreto uno scenario del genere.  

Non solo: con l’IoT si potrà individuare il livello di consumabili e sostituirli prima che finiscano, e allo stesso tempo si potrà analizzare nel dettaglio l’utilizzo delle periferiche anno per anno. Se l’azienda, in determinati periodi, mostrerà esigenze di stampa più importanti, sarà possibile anticiparle e fornire il servizio giusto al momento giusto, così che l’operatività sia garantita in modo costante.

Un’ulteriore opportunità sarà quella di suggerire al cliente opzioni complementari che possano aiutarlo a gestire i picchi di carico. Anche in questo caso si parla di una gestione proattiva, che può fare la differenza su un mercato fortemente concorrenziale.

Un altro esempio di applicazione? Supportare le organizzazioni in una gestione ottimale delle periferiche. Grazie ai dati raccolti, il fornitore potrà creare profili accurati per ogni tipologia di cliente nell’ambito della gestione documentale. Lo scopo è quello di basarsi sui dati raccolti a livello globale per stabilire un benchmark, che consenta alle aziende di posizionarsi meglio in relazione alle pratiche di uso comune nel suo settore, aiutandole così a ottimizzare ancora meglio le attività. Il cliente avrà quindi a disposizione una visione precisa e completa delle abitudini più diffuse e potrà sfruttare queste informazioni per adattare la propria politica di utilizzo, ridurre i costi e ottimizzare le performance.

Infine, un’ultima possibilità: preparare meglio gli appuntamenti con i clienti e i prospect. Ecco quindi che l’IoT si trasforma in un supporto alla vendita. Per chi offre macchine di stampa è infatti fondamentale analizzare il comportamento della forza vendita e fornirle strumenti utili al lavoro. Il cliente, invece, potrà ricevere immediatamente la proposta migliore su tipo di periferica e livello di servizi più adatti alle sue esigenze specifiche.

Mettendo in relazione i comportamenti commerciali con i risultati ottenuti sarà in sintesi possibile proporre un appuntamento davvero efficace, che sappia soddisfare al meglio le attese del cliente. L’IoT permette di agire e interagire a tutti i livelli della catena di stampa: facendo correre di pari passo l’atto della vendita con l’utilizzo effettivo da parte dell’utente, si dà coerenza a tutto il processo e si garantisce al contempo l’ottimizzazione delle performance da ogni punto di vista.

 

Tag: xerox, stampa, printing, iot, internet of things, internet delle cose

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