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Vmware accelera la digitalizzazione con cloud, cybersicurezza e lavoro ibrido

I trend che vedono un aumento dell’adozione dello smartworking e di maggior richiesta di un cloud di facile gestione e di sicurezza sono allineati ai focus di VMware, che vi aggiunge una particolre attenzione al mondo della sostenibilità

Pubblicato il 24 febbraio 2022 da Loris Frezzato

Il piede sull’acceleratore della digitalizzazione il nostro Paese aveva iniziato, come molti altri, a metterlo fin dall’inizio della pandemia, per questioni, ovviamente, di emergenza e di necessità di dare una continuità da remoto a molte delle attività impossibili da compiere in presenza. Ma ora che stiamo iniziando ad affrontare scelte strategiche per il futuro, sia sull’onda della rinnovata percezione del valore e dell’insostituibilità della tecnologia, sia corroborate dalla grande quantità di fondi disponibili per la ripresa economica dei Paesi dell’Unione Europea, con l’acceleratore bisogna andarci pesante e non sprecare alcuna delle tante opportunità che questo 2022 ci pone dinanzi.

Ne è convinto Raffaele Gigantino, country manager per l’Italia di Vmware (nella foto in apertura, ndr), un vendor che sul piatto della digitalizzazione e dell’innovazione sta mettendo un ecosistema di tecnologie che ruotano intorno al nuovo modo di lavorare da remoto, quel digital workspace che ci salva dalle emergenze ma che ha dimostrato essere di grande vantaggio per aziende e lavoratori, a patto che gli ingredienti che lo rendono possibile, dalle infrastrutture, alle soluzioni e gli strumenti di gestione, siano sicuri, basati sul cloud e con una particolare attenzione agli aspetti sociali e ambientali. 


Vmware in linea con l'aumento della cultura digitale del Paese


“Il nostro Paese è nel pieno di un’accelerazione digitale da cui non si può più tornare indietro”, dice Gigantino, “e gli investimenti a supporto di questa trasformazione sono ingenti: oltre il 40% del Pnrr è destinato al digitale e i fondi per la ripartenza quindi ci sono. Bisogna però capire come questi possono essere utilizzati al meglio e come possono essere concretamente utili all’innovazione. Una cultura in merito le aziende hanno finalmente iniziato a farsela, e la pandemia in questo ha avuto un suo ruolo, insegnando che le imprese più digitalizzate sono quelle che hanno risposto in maniera migliore rispetto alle altre. Investire sulle tecnologie IT sta assumendo un’importanza sempre più strategica, un fatto che è sempre più riconosciuto da parte delle aziende, con il risultato che il PIL del digitale è praticamente il doppio di quello del Paese. È l’effetto di una trasformazione dell’economia a livello globale, che consente alle aziende di allargare il proprio raggio di azione e la propria competitività a tutto il pianeta”.


Crescono cloud, sicurezza e, presto, AI e blockchain


Non sensazioni, ma trend avvalorati anche dai dati aggiornati del mercato Ict italiano raccolti da Anitec Assinform e illustrati dal suo direttore generale Eleonora Faina, che dipinge un mercato in piena vivacità, con riprese importanti rispetto al calo dovuto al picco pandemico del 2020 “un anno in cui c’è certamente stata una flessione dello 0,6%, meno accentuata rispetto a quanto si potesse immaginare, segno del ruolo ormai fondamentale che la tecnologia IT sta assumendo su tutti i settori economici”.


E la crescita del 2021 pare sia andata ben oltre l’effetto rimbalzo, lasciando attendere un mercato che tocca i 75,410 miliardi di euro fatturato e in crescita del 5,5% rispetto al precedente. La tendenza è trasversali a diversi settori, dall’Intelligenza Artificiale nelle sue diverse declinazion fino alla blockchain, che vanta numeri non ancora eclatanti ma con percentuali di crescita importanti che, secondo Faina, avranno in prospettiva effetti di traino su tutto il comparto.
 

Anche il cloud e l’IoT sono in crescita, sia in volume sia in valore, come effetto di un risveglio di attenzione anche da parte del mercato manifatturiero, che sta letteralmente ripensando il proprio modello business e sviluppando/trasformando nuove professionalità al proprio interno.  Ed è alto anche il valore del mercato della cybersecurity, conseguenza dell’esplosione della connettività per il lavoro remoto cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, la quale ha avuto un forte impatto sulla sicurezza IT, stimolando di conseguenza i relativi investimenti in soluzioni. 


Le tecnologie Vmware rispondono alle aspettative delle aziende 

Temi, tutti, che collimano con l’offerta tecnologica su cui Vmware ha orientato il proprio impegno. A partire dal lavoro ibrido e lavoro distribuito, una tendenza dalla quale le aziende non intendono tornare indietro avendone valutato i vantaggi “ma nemmeno i dipendenti, i quali però necessitano di tecnologie che consentano loro di lavorare da qualsiasi posto essi siano, pur con strumenti per la sicurezza che garantiscano di lavorare da remoto rispettando le policy aziendali”, afferma Claudia Angelelli, senior manager solution engineer di Vmware per l’Italia, “e non, invece, con strumenti con controllo e sorveglianza del lavoro dei dipendenti, cui molte aziende stanno tendendo, causando per contro l’abbandono volontario di un numero crescente di lavoratori, favorevoli a logiche di valutazione dell’operato sulla base del raggiungimento degli obiettivi assegnati”.


Sicurezza “zero trust”e temi Esg nella strategia 
Il lavoro ibrido, dunque, che non può prescindere dall'essere sicuro. Per questo motivo Vmware ha sposato la logica dello zero trust, puntando a fornire strumenti per il monitoraggio dell’intero flusso dei dati, in una situazione nella quale il perimetro del data center aziendale è sempre più fluido, con possibilità di accedere a dati, aree e applicazioni aziendali da ovunque e da qualsiasi device. Un pericolo dal quale neanche i sistemi Linux pare siano al riparo, come dimostrato da recenti scoperte di vulnerabilità. E poi c’è il multicloud. “Ormai le aziende stanno usando più di un cloud, andando nella direzione di un cloud smart il quale, attraverso i sistemi di controllo Vmware, consenta di gestire i vari flussi sul cloud e, di conseguenza, liberarsi dalle logiche di lock-in” puntualizza Angelelli. 


Ma oltre ai temi strettamente tecnologici, Gigantino tiene a evidenziare l’impegno di Vmware sul fronte Esg, sigla che sta per Enviroment, Social and Governance, ossia i tre principali elementi per la misurazione degli investimenti sostenibili. “Questo è un tema che ormai fa parte della nostra strategia da tempo “, assicura, “e sul quale da anni teniamo un monitoraggio annuale sullo stato della riduzione delle emissioni serra, sul grado di utilizzo dell’energia rinnovabile e al supporto a organizzazioni no-profit e al coinvolgimento in diverse attività di beneficenza. Convinti che si può fare innovazione e fare tecnologia avendo come obiettivo il miglioramento delle condizioni del pianeta e delle persone”.

 

Tag: cloud, vmware, smart working, trasformazione digitale, multi-cloud, sicurezza informatica, lavoro ibrido

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