La trasformazione delle aziende di servizi finanziari, come banche e Fintech, procede all’insegna del cloud ibrido, dei container e dell’intelligenza artificiale generativa. Non mancano, però, problemi e ostacoli da superare. Un quadro sullo scenario attuale è quello dipinto dalla nuova edizione dell’annuale “Financial Services Enterprise Cloud Index” di Nutanix, basato sulle testimonianze di 1.500 responsabili IT, addetti al DevOps e al platform engineering di altrettante aziende (le interviste sono state condotte nell’autunno del 2024 da Vanson Bourne) in Nordamerica e America Latina, regione Emea e Asia-Pacifico-Giappone.
I container sono ormai onnipresenti: il 100% delle aziende del campione li utilizza oppure, al momento del sondaggio, era in fase di transizione verso questo tipo di architettura applicativa. Il 98% degli intervistati associa ai container dei chiari benefici.
“Le aziende del settore dei servizi finanziari si stanno orientando verso l’adozione di container e cloud ibrido non solo come aggiornamenti tecnologici bensì come leve strategiche per generare valore per i clienti”, ha commentato Lee Caswell, Senior Vice President of Product and Solutions Marketing di Nutanix. “Il report di quest’anno evidenzia come tali tecnologie stiano offrendo un ritorno concreto sugli investimenti, alimentando applicazioni di AI generativa in grado di migliorare il rilevamento delle frodi, rafforzare la cybersicurezza e aumentare il coinvolgimento dei clienti. Per le istituzioni finanziarie, container e cloud ibrido sono diventati strumenti fondamentali per promuovere innovazione, agilità e fiducia in un contesto digitale in continua evoluzione”.
Le architetture basate su microservizi e sul motore di orchestrazione Kubernetes vengono impiegati anche per le applicazioni di
intelligenza artificiale generativa, che la stragrande maggioranza degli intervistati, il 96%, considera come una priorità. La talvolta difficoltosa
portabilità delle applicazioni e la presenza di
silos di dati sono, però, ancora ostacoli importanti e il 92% degli intervistati crede che l’attuale infrastruttura IT dell’azienda non sia adatta per le applicazioni cloud-native e per i container.
Ostacoli e criticità sulla GenAI
Il report di Nutanix ha anche evidenziato alcuni punti critici sull’adozione dell’intelligenza artificiale generativa. Un ostacolo riguarda le competenze: per quasi tutti gli intervistati, il 98%, la carenza di personale qualificato sulla GenAI è un problema che ostacola il passaggio dalla fase di sviluppo a quella di produzione. Il 62% delle aziende del campione si è già attivato per assumere profili esperti in quest’ambito.
Accanto all’ammodernamento delle infrastrutture IT e alla questione delle competenze, la cybersicurezza è il terzo punto critico. Il 97% degli intervistati pensa che la propria azienda dovrebbe impegnarsi di più per proteggere le applicazioni e i progetti di GenAI da potenziali incidenti, fughe di dati o attacchi informatici (tesi, per esempio, a inquinare i dati del training dei modelli).
Per quanto riguarda i costi dei progetti di AI generativa, nel settore dei servizi finanziari sembra prevalere una visione di lungo periodo, senza troppe pretese di ritorni sull’investimento immediati. Il 39% degli intervistati prevede possibili perdite legate ai progetti di GenAI nel breve o medio periodo (entro 12 mesi), mentre il 58% si aspetta benefici entro uno o tre anni.
“Sebbene l’AI generativa continui a rappresentare una componente delle loro attività, al di là dei risultati emersi nel report, i nostri clienti ci riportano di aver già iniziato a adottare soluzioni di AI agentica e di voler sfruttarne il potenziale in tutta l’azienda e nel modo in cui interagiscono con i clienti”, ha fatto notare Caswell.