Si agitano le acque del capitalismo americano: Salesforce, nota compagnia che realizza software Crm, sta per essere mangiata, secondo Bloomberg, da un pesce più grande di lei. Nessuna offerta pubblica ufficiale: l’unica certezza è che l’azienda sta lavorando con consulenti finanziari per valutare una proposta da una big del settore It statunitense. Ovviamente, si è subito innescata la classica girandola di nomi. Per diversi analisti il più accreditato sembra essere al momento quello di Oracle: l’attuale Ceo di Salesforce, Marc Benioff, ha infatti collaborato in passato con la compagnia di Redwood Shores ed è amico personale dell’amministratore delegato Larry Ellison. I rapporti personali possono certo contare, ma non sono sufficienti a giustificare la mossa sul mercato e, soprattutto, i mezzi finanziari necessari per l’acquisizione. Salesforce presenta, infatti ,una capitalizzazione "monstre" da 47,1 miliardi e comprarne quote significa allentare non di poco i cordoni della borsa. Secondo la società di analisi Fbr, infatti, un eventuale passaggio di proprietà rappresenterebbe la più grande acquisizione di questo genere nella storia di una software house.
Un altro punto a favore di Oracle è la collaborazione tra le due realtà, avviata nel 2013, per cui la società diretta da Ellison offre servizi di database su cui poggiano i software Crm di Salesforce. Se la notizia dovesse trovare conferma, Oracle porterebbe a casa un risultato importante nel mondo del cloud, posizionandosi come uno dei principali e più agguerriti player sul mercato: una sfida diretta principalmente ai prodotti Crm di Microsoft e di Sap, già oggi in netto svantaggio in termini di market share rispetto a Salesforce. Prendendo per valida l’analisi condotta da Gartner nel maggio 2014, infatti, le quote congiunte di Oracle e dell’azienda di Benioff potrebbero superare il 26%.
“Oracle sta cercando in tutti i modi di posizionarsi come leader nel mondo del cloud: acquisire l’azienda principale del settore e far salire a bordo un visionario come Marc Benioff aiuterebbe sicuramente nel raggiungimento di questo obiettivo”, ha commentato Daniel Ives, analista presso Fbr. Il colosso di Redwood Shores sconta un netto ritardo rispetto agli altri competitor nei prodotti sulla nuvola e, come nota Forbes, anche se attualmente l’infrastruttura di Oracle è alla base di molte soluzioni di terze parti, “c’è una netta differenza tra essere un broker e un vendor di tecnologia cloud”.

Gli altri giganti che potrebbero essere interessati all’acquisizione – oltre a disporre dei mezzi finanziari per farlo – sono Hp, Ibm e Microsoft. Ma Oracle sarebbe in netta pole position, grazie anche alla sua liquidità: 43,8 miliardi di dollari di flusso di cassa e 32,3 miliardi di debiti, come confermato dalla trimestrale di febbraio. Sempre per Forbes, inoltre, la strategia di fondo di Ellison sarebbe quella di riportarsi in casa Benioff, in modo da prepararlo a un futuro ruolo di leader presso Oracle.