Google sceglie la tranquillità: la società di Mountain View ha accettato di versare 326 milioni di euro al fisco italiano per metter fine a un’indagine su presunte irregolarità, avviata dalla Guardia di Finanza di Milano su Google Ireland. A detta della Procura di Milano, l’azienda ha mancato di presentare le dichiarazioni annuali dei redditi prodotti in Italia (su infrastrutture server ospitate nel nostro Paese), e in particolare i ricavi ottenuti dalla vendita di spazi pubblicitari. Inoltre non ha presentato le dichiarazioni di sostituto d’imposta che Google Irlanda avrebbe dovuto applicare sulle royalties percepite dalle diverse società estere del gruppo.
Non è la prima volta che una Big Tech finisce nel mirino del fisco, anzi è recentissima la notizia dell’investigazione aperta su Amazon, con accuse di mancato versamento dell’Iva da parte di un gruppo di rivenditori del portale e-commerce.
E anche per Google c’è un precedente. Nel 2017 l’azienda aveva accettato di pagare 306 milioni di euro per ottenere l’archiviazione di una precedente investigazione di natura fiscale.
Il nuovo accordo copre, invece, gli ammanchi accumulati in Italia tra il 2015 e il 2019, nonché gli interessi e la sanzione pecuniaria. La somma di 326 milioni di euro è decisamente inferiore ai 900 milioni di euro dell’ammanco ipotizzato inizialmente dalla Guardia di Finanza milanese.