29/11/2024 di Roberto Bonino

Ibm spinge sull’intelligenza artificiale per tutti, ma servono i dati aziendali

Il nuovo AD, Alessandro La Volpe, ribadisce una strategia costruita sugli Small Language Model e sull’apertura. Per generare valore, però, occorre addestrarli con ciò che le aziende ancora tendono a preservare con cura.

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Il mondo degli sviluppi basati sull’intelligenza artificiale è in continua evoluzione ed è difficile per le aziende riuscire a orientarsi e prendere decisioni di investimenti destinati ad agire direttamente sulla produzione. L’onda degli Llm ha contribuito a creare le prime sperimentazioni di possibili utilizzi dell’AI generativa in contesti operativi, ma per ora non siamo usciti dalla fase dei test e dei prototipi. Ibm ha fatto una scelta di campo, puntando sulla propria tecnologia watsonx per definire come approcciare il tema in modo integrato (non solo il motore in sé, ma anche l’utilizzo dei dati e la governance) e, più di recente, con la famiglia di modelli Granite, piccoli e aperti, per provare a rendere più accessibile lo sviluppo di applicazioni di GenAI.

Su questi punti ha insistito anche Alessandro La Volpe, da pochi mesi diventato amministratore delegato della filiale italiana, per ribadire la visione della propria società e calarla nel contesto del nostro Paese: “Ogni realtà ha bisogno della propria AI, tagliata sul business e sulle esigenze specifiche. Per questo abbiamo sviluppato la linea Granite, fatta per rendere più rapida l’adozione dell’AI. I nostri modelli sono costruiti su 3-8 miliardi di parametri, a differenza delle centinaia di miliardi dei competitor generalisti, quindi consentono di passare più agilmente dalla prototipazione alla produzione e destinati anche ad avere un minor impatto ambientale”.

C’è però una barriera di fondo da scavalcare e lo stesso La Volpe la mette in primo piano: “Meno dell’1% dei dati aziendali viene utilizzato per addestrare l’AI generativa. Evidentemente manca la fiducia degli utenti verso quell’apertura necessaria a generare vero valore dalle applicazioni e uscire dalla fase delle sperimentazioni”.

Alessandro La Volpe, amministratore delegato di Ibm Italia e Tiziana Tornaghi, general manager di Ibm Cònsulting Italia

Alessandro La Volpe, amministratore delegato di Ibm Italia e Tiziana Tornaghi, general manager di Ibm Cònsulting Italia

Tecnologia e consulenza sono le armi che Ibm intende usare per diffondere la propria visione anche sul mercato italiano. La famiglia Granite è appena arrivata alla terza generazione e si fonda sulla disponibilità in logica open source, sotto Apache 2.0 e con licenza permissiva (meno restrittiva di quella copyleft sulle modalità di utilizzo). La gamma include modelli di utilizzo generale, focalizzati sulla sicurezza o di tipo Mixture-of-Experts (dove il calcolo è ripartito su diversi sottomodelli per mantenere contenuti i costi di inferenza e addestramento): “La combinazione di questi modelli compatti, dei dati specifici delle aziende e della tecnologia di allineamento InstructLab, derivata da Red Hat, consente di ottenere risultati comparabili a quelli dei più grandi motori generalisti a una frazione del costo”, sottolinea La Volpe.

Entro la fine dell'anno, Ibm prevede inoltre di includere il supporto per una finestra di contesto estesa da 128K e funzionalità di comprensione dei documenti multimodali per i modelli linguistici 3.0. Si noti che, allo stesso tempo, il costruttore sta già lavorando allo sviluppo di agenti AI capaci di maggiore autonomia, ragionamento sofisticato e risoluzione dei problemi in più fasi.

L’altro perno della strategia Ibm per la democratizzazione dell’AI si chiama Consulting Advantage: “Si tratta di una piattaforma creata per supportare la rete dei nostri 160mila consulenti nel mondo nel loro lavoro quotidiano con i clienti”, spiega Tiziana Tornaghi, general manager di Ibm Cònsulting Italia. “La base tecnologica è watsonx, addestrato con i nostri dati interni e vi sono incorporati asset sviluppati a livello globale per specifiche industrie, benchmark e oltre duemila assistenti digitali, per accelerare il rilascio delle soluzioni”.

La piattaforma è accessibile con un’interfaccia in linguaggio naturale e i consulenti possono scegliere tra i diversi modelli quelli più adatti al compito da svolgere: “Abbiamo testato internamente questa e altre soluzioni che poi portiamo sul mercato. Noi per primi abbiamo rimosso i silos ancora presenti e cambiato il nostro modo di lavorare”, specifica Tornaghi.

Ibm Consulting Advantage è a disposizione anche dei partner Computer Gross e Td Synnex, che in Italia sono impegnati a portare il verbo dell’AI targato Big Blue anche sul canale. La prima ha anche adottato watsonx per trasformare le sue capacità di e-commerce. La soluzione va ad agire sulla user experience, prevedendo l’utilizzo di un assistente virtuale, chiamato Dante AI, basato su Ibm watsonx Assistant.

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