19/06/2024 di redazione

Intelligenza artificiale “green”: ottimizza il trasporto marittimo

Il sistema di computer vision e AI di una startup israeliana può tagliare del 26% la distanza percorsa dalle navi, migliorando sicurezza, costi e impatto ambientale.

Definire l’intelligenza artificiale come una tecnologia “green” è forse inaccettabile, considerando che per l’inferenza e ancor più per l’addestramento degli algoritmi di machine learning è richiesta una notevole capacità di calcolo, che dunque si traduce in nuovi server da installare nei data center e in server più potenti ed energivori. E tutto questo, naturalmente, contribuisce alle emissioni di gas serra. 
Allo stesso tempo, tuttavia, le capacità di analisi e di predizione dell’intelligenza artificiale possono aiutare a ottimizzare i consumi energetici in molti ambiti. Il trasporto merci non fa eccezione: questo settore potrebbe, a livello globale, tagliare 47 milioni di tonnellate di emissioni inquinanti all’anno se l’AI venisse usata estensivamente nella navigazione marittima.

Lo svela uno studio realizzato da una startup israeliana, Orca AI, pubblicato lo scorso gennaio (ma messo in luce da Reuters solo ora). I ricercatori sottolineano come l’intelligenza artificiale possa ottimizzare la navigazione suggerendo le manovre, i rallentamenti e le deviazioni di rotta da compiere per ragioni di sicurezza, cioè per evitare incontri ravvicinati con imbarcazioni, boe e mammiferi marini. L’AI potrebbe, cioè, allertare in tempo reale i manovratori delle navi merci in caso di oggetti o animali sulla rotta e così facendo, secondo i calcoli, potrebbe ridurre in media del 26% la distanza percorsa.

Il calcolo si è basato sulla raccolta dei dati di navigazione di 267 imbarcazioni per il trasporto merci (navi cisterna, portarinfuse, portacontainer, traghetti) equipaggiate con la piattaforma di Orca AI. Questa tecnologia permetterebbe, appunto, di tagliare mediamente del 26% la distanza percorsa e inoltre di ridurre del 33% il numero degli incontri ravvicinati in mare. Inoltre consentirebbe a un’imbarcazione di risparmiare in un anno 100mila dollari di sui costi di carburante.

“Nel breve periodo”, ha detto a Reuters il Ceo di OrcaAI, Yarden Gross,questo può portare ad avere un minor numero di membri dell’equipaggio sul ponte, perché quelli presenti avranno un carico di lavoro inferiore e potranno dedicare più attenzione a svolgere compiti di navigazione complessi, a ottimizzare il viaggio e a ridurre le emissioni di carburante. Nel lungo periodo, poi, questo aprirà la porta a un trasporto marittimo totalmente autonomo”.

Il sistema di computer vision di Orca AI

Il sistema di computer vision di Orca AI

La piattaforma di OrcaAI si basa su un sistema di computer vision  abbinato a un software di intelligenza artificiale, a comporre quello che potremmo definire una “vedetta digitale” e che l’azienda chiama SeaPod. Il sistema utilizza una serie d videocamere ad alta risoluzione e termiche che gli regalano un campo visivo di 225 gradi e gli permettono di funzionare giorno e notte. I dati visuali ottenuti dal SeaPod vengono combinati con quelli raccolti dai sensori di un’imbarcazione e poi mostrati su un’interfaccia grafica, insieme agli eventuali alert. Dall’analisi dei dati storici è anche possibile dedurre tendenze, investigare anomalie, valutare il livello di rischio di una certa nave o rotta e studiare specifici eventi.

Un’applicazione di AI di questo tipo può contribuire alla riduzione delle emissioni e allo stesso tempo al potenziamento della sicurezza, in un settore che è sensibile a entrambe le tematiche. Secondo le stime della Organization for Economic Cooperation and Development, nel 2022 il settore del trasporto merci ha prodotto 858 milioni di tonnellate di emissioni di andride carbonica. Lo studio di Orca AI evidenzia che, in media, ogni anno vengono segnalati quasi tremila incidenti in mare.

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